Non è facile al giorno d'oggi imporsi in un panorama tanto complesso: la musica è cambiata, e così i nostri gusti, ed è il motivo per cui trovare artisti che sperimentano, che hanno una propria voce e che scrivono per “far sentire meno soli chi ascolta”, proprio come ha rivelato Luca V, è un dono. Scopriamo tutto sulla nuova musica di Luca V.
L’evoluzione musicale di Luca V
Nato a Torino il 5 maggio 1995, Luca Mercandino è cresciuto a Biella dove si appassiona alla musica all'età di quattro anni. La sua carriera musicale tuttavia non inizia subito ma dopo essersi diplomato al liceo: con il supporto della madre, inizia la sua carriera con lo pseudonimo di Lucido, cambiando poi il proprio nome d'arte in Luca V l’anno successivo.
Si appassiona agli inizi alla musica pop, ma nel corso del tempo ha scelto di dedicarsi alla musica indipendente e sperimentale, scegliendo di mescolare diversi generi come la musica pop, indie e attingendo da alcuni tratti caratteristici del cantautorato. Ha avuto modo di sperimentare con il genere trap, uscendo con un singolo, ovvero Sinatra, che ha poi rimosso, e debutta con la canzone 80 Voglia, anche questa rimossa per una questione di direzione artistica del suo progetto e dell’artista stesso.
Luca V è un'artista che ha saputo innovarsi costantemente alla ricerca del proprio sound ma anche sperimentando tra i generi e le tecniche di produzione. Ed è questo desiderio di offrire sempre qualcosa di nuovo che alla fine porta Luca V a diventare un'artista indipendente, promuovendo quindi in autonomia i propri brani e seguendo la sua ispirazione.
Gli elementi distintivi del sound di Luca V
Come i più coraggiosi artisti, Luca V vive per la musica, per trovare gli stimoli, per giocare con i diversi generi musicali, così da trovare quella formula vincente che tutti sognano. Ed è il motivo per cui si concentra su testi autentici, che riflettono emozioni e sentimenti che accomunano le persone, ed è per loro che scrive, per riempire quei vuoti con parole uniche.
Sempre alla ricerca di nuove sonorità, gli elementi distintivi del sound di Luca V mostrano l’approccio dell’artista verso una produzione musicale attenta, frutto di sonorità intense, con testi profondi e melodie coinvolgenti, strutture ritmiche inedite. Tutto per realizzare un’esperienza sonora immersiva, ma anche per creare la propria cifra stilistica perfettamente riconoscibile.
L’importanza dell’innovazione nella musica contemporanea
Songwriter, cantante, cantautore: per lui, è la sperimentazione il vero sinonimo di libertà. La musica lo ha sempre accompagnato, così come è sempre stata la colonna portante di ciascuno di noi. E se c’è di certo un settore in cui innovare, la musica rientra tra questi: guardandoci indietro, possiamo trovare diversi generi, sound, testi, musica che non si ferma mai e che è capace di rinnovarsi costantemente, anche e soprattutto grazie all’apporto di artisti che non si fermano di fronte a nulla e che non aderiscono ai canoni tradizionali, ma si impegnano per crearne di nuovi e riscrivere le regole.
Per Luca V, uscire fuori dagli schemi e cercare la libertà è tutto: non solo per offrire una proposta artistica originale, per catturare l’attenzione del pubblico, oggi molto più attento nei confronti delle uscite musicali e delle sonorità inedite. Ma per scrivere e fare arte, perché la musica è “come guardarsi allo specchio per la prima volta”, scoprendo nuovi lati di sé. Un fuoco che arde, per l’artista e per le persone che lo ascoltano.
Il futuro della musica di Luca V: cosa aspettarsi dalle prossime uscite
Il suo lavoro è quello di trasformare la passione per la musica in un percorso autentico che si distingue per ricerca crescita artistica e sperimentazione. Cosa aspettarci dunque dal futuro della carriera di Luca V? Il suo ultimo brano è Litio, che segna il ritorno dopo Pelle di Prozac: in Litio tratta una tematica delicata, ovvero il disturbo bipolare, e tratteggia le fasi emotive, dall’up al down, che una persona vive, alternati da occasionali fasi psicotiche, specie se nel disturbo bipolare di tipo 1.
Prossimamente, l’artista è già impegnato nella produzione di un nuovo brano, ovvero Sensazioni di Vuoto, un progetto musicale che, come anticipato sul sito, fonde elementi del pop contemporaneo con i tratti tipici del reggaeton italiano, per un sound fresco e coinvolgente che, ne siamo certi, catturerà l’attenzione per l’estate. La data di uscita non è ancora ufficiale, anche se si parla di maggio.
Litio di Luca V: una analisi del brano e cosa lo rende così speciale
Ci sono canzoni che intrattengono, che funzionano. E poi ci sono canzoni come Litio, che non si limitano a suonare: si insinuano, scavano, restano. Non si dimenticano in fretta.
Luca V, con questo brano, non cerca scorciatoie. Non c’è trucco, non c’è posa. Solo un racconto crudo, lucido, reale. Litio è la messa a nudo di uno stato mentale (quello oscillante, sfibrante, spesso silenzioso) che prende forma tra versi taglienti e suoni sospesi. Parla del disturbo bipolare, sì, ma lo fa senza etichette né toni didascalici. Lo racconta da dentro. Da vicino. Con la sensibilità di chi osserva le proprie crepe e decide, a un certo punto, di mostrarle.
Il cuore del brano è diviso. Due fasi (due mondi, in realtà) si alternano senza preavviso. La prima è carica, nervosa, frenetica: la fase “up”. Tutto è accelerato, c’è una sorta di entusiasmo fuori misura, una lucidità che sfiora l’ossessione. La seconda, invece, è la caduta. Il crollo. Il vuoto lasciato dopo la corsa. Si entra nella fase “down”, e lì le parole si fanno più lente, la voce si sporca, la luce si spegne.
Ma non è solo il testo a parlare. È l’atmosfera, è il modo in cui la musica si muove, si ferma, si contorce. Il suono è cupo, stratificato, ma non caotico. C’è ordine anche nel disordine, come in certe stanze che sembrano abbandonate ma hanno ancora qualcosa da dire. La produzione non “spinge”, accompagna. Non invade. Lascia spazio. Respira.
E poi c’è quella voce. Che non recita, non si mette in posa. Dice. Semplicemente. Con stanchezza a tratti, con urgenza altrove. Non cerca l’effetto, ma l’effetto arriva lo stesso. Perché è sincera. Perché, in fondo, tutti ci siamo sentiti, almeno una volta, persi in quel vuoto senza nome. O pieni di tutto, senza capire perché.
Le immagini che scorrono nei versi (il letto disfatto, il riflesso irriconoscibile, il sorriso che non “tiene”) sono piccole fotografie di una condizione troppo spesso invisibile. Ma qui, per una volta, visibile. Esposta. Senza filtri. Litio non è una canzone che fa rumore, ma fa eco. E quell’eco resta. A volte fastidiosa, a volte necessaria. È una voce che parla piano ma arriva forte. Ed è forse proprio questa la sua forza: non ha bisogno di spiegare, perché fa sentire.
In un panorama musicale che spesso punta a semplificare, Litio va nella direzione opposta. Complica, stratifica, lascia domande aperte. Ed è per questo che funziona. Perché non chiude, non consola. Ma accompagna.
E poi c’è il contesto. Luca V non viene da una major, è un artista indipendente, che ha scelto di portare avanti una visione personale, autentica. Anche scomoda, se serve. Anche controcorrente.
Litio non chiede approvazione. Chiede attenzione. Merita ascolto. E lo ottiene, senza forzare. Solo raccontando. Solo restando vero. E in un’epoca in cui tutto è filtrato, modificato, confezionato… questo non è poco. Anzi.
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