Schegge di Luce - 13 aprile 2025, 07:11

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di suor Elisa Cagnazzo

Commento al Vangelo del 13 aprile 2025, Domenica delle Palme

Gesù entra a Gerusalemme, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

Gesù entra a Gerusalemme, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,28-40).

Oggi, 13 aprile 2025, la Chiesa giunge alla Domenica delle Palme (Anno C, colore liturgico rosso).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è suor Elisa Cagnazzo della Fraternità della Trasfigurazione.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che si uniscono al disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Ci apprestiamo a entrare nella grande settimana, il centro dell’anno per noi cristiani: la Settimana Santa. Ci entriamo con la domenica delle Palme, domenica in cui verranno letti due Vangeli. Come ha spiegato papa Francesco, «Questa celebrazione ha un doppio sapore, dolce e amaro: in essa celebriamo il Signore, che entra osannato in Gerusalemme, e, nello stesso tempo, viene proclamato il racconto evangelico della sua Passione». Una domenica di contrasti in cui passiamo dalla gloria delle folle che accolgono Gesù alla gloria paradossale del Messia innalzato sulla croce.

Siamo alla fine del Vangelo di Luca, alla fine del viaggio verso Gerusalemme che ha strutturato il racconto. Tutto il Vangelo è il cammino di Gesù per arrivare a questo momento. E ora che siamo vicini alla città santa, la narrazione rallenta e si fa solenne. Qualche commentatore ha detto che i Vangeli sono i racconti della passione con qualche introduzione. In certa maniera questa definizione è corretta. La passione di Gesù e il cuore del Vangelo, il centro del suo messaggio di amore. Tutto quello che è stato narrato prima di questo momento, tutti i miracoli, tutti gli insegnamenti trovano il loro senso e il loro significato pieno soltanto alla luce della passione, morte e risurrezione di Gesù. A Gerusalemme, Egli rivelerà in maniera piena e completa il Padre e, allo stesso tempo, la sua identità di Figlio amato.

Al suo arrivo a Gerusalemme, la folla copriva con mantelli le strade per il passaggio di Gesù. Così si faceva anticamente in onore dei re e infatti la folla cominciò a proclamare «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore!». Con queste parole e questi atteggiamenti le folle stavano affermando che riconoscevano in Gesù il Messia atteso da secoli.

I farisei ne erano scandalizzati e non potendo affrontare una folla così grande si rivolsero a Gesù per farli smettere: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli!». La risposta di Gesù a questo punto è emblematica: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Le parole di Gesù sono profetiche e conviene tenerle ben presenti all’inizio di questa settimana santa. «Le pietre grideranno», come non pensare alla pietra del sepolcro che non sarà capace di trattenere il cadavere di Gesù? Come non pensare che grazie a quella pietra ribaltata, la morte ha smesso di essere l’ultima parola, per sempre? C’è forse una notizia più grande di questa? Una notizia che più di questa andrebbe gridata dai tetti?

Entriamo nella settimana santa, già guardando a quella pietra ribaltata. Tutto quello che il Signore subirà nelle sue ultime ore di vita e che contempleremo in questa settimana ci conduce proprio là. Nella pietra ribaltata del sepolcro di Gerusalemme, ascoltiamo le pietre di tutti i nostri sepolcri gridare!

silvia gullino

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