Ogni volta che accompagno qualche turista ad Alba, a Bra, nelle Langhe e nel Roero, mi stupisco di quanta bellezza ci circondi. Bellezza paesaggistica, ma anche culturale e artistica.
Sono pensieri che popolano a mia mente mentre visito il Museo civico Federico Eusebio in occasione dell’inaugurazione della mostra “Era Gallizio” organizzata dalla città di Alba in collaborazione con l’Archivio Gallizio di Torino e il Centro Studi Beppe Fenoglio e con il supporto della GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Il museo è stato recentemente rinnovato e presenta una straordinaria collezione di reperti che raccontano la storia di questo territorio, la nostra storia.
Il nuovo allestimento valorizza i reperti archeologici preistorici e romani, tra cui spiccano i resti di un'antica domus e numerosi oggetti della vita quotidiana dei nostri antenati. Le sale dedicate all'arte medievale e rinascimentale conservano opere di grande pregio, come gli affreschi provenienti dalla Chiesa di San Domenico e le sculture lignee del periodo gotico.
Se come il sottoscritto non visitavate il Museo Eusebio dalle scuole superiori, regalatevi un pomeriggio tra le belle sale dell’esposizione permanente, fino ad arrivare al celeberrimo e inquietante “Pulcino a due teste” conservato nella sezione delle scienze naturali.
Un patrimonio straordinario che da ieri e fino al 12 ottobre si intreccia, in un riuscito connubio, con l’arte contemporanea di Pinot Gallizio.
Le opere del grande pittore albese si inseriscono perfettamente tra i reperti storici. La mostra "Era Gallizio" offre uno spaccato della sua produzione, mettendo in luce il suo percorso artistico e le influenze che ha subito nel corso degli anni.
Il pezzo forte, visto da pochissimi albesi finora è l’Anticamera della morte, un’opera inquietante e allo stesso tempo affascinante.
L'installazione-ambientale (l'ultima realizzata dall'artista) raggiunge il suo scopo con estrema efficacia: catturare in sé il pubblico, attraverso una partecipazione non solo sensoriale, ma anche psicologica.
Una mostra, insomma, assolutamente da non perdere, ma il Museo Eusebio non è solo un luogo di esposizione: è anche un centro di ricerca e di educazione, con laboratori didattici e percorsi tematici per tutte le età. Un vero e proprio punto di riferimento per la comunità, che invita a riscoprire e a valorizzare il nostro ricco patrimonio culturale.
Regalatevi, magari in questa domenica uggiosa un pomeriggio nel Museo Eusebio o nei tanti luoghi della cultura della città e del territorio, a partire da Alba Sotterranea, dal Mudi, dalla Chiesa di San Domenico, fino alla chiesa della Maddalena o alla mostra di Valerio Berruti in Fondazione Ferrero.
Perché in fondo non penso si possa viaggiare e visitare il mondo se prima non si conosce la propria casa.