Cherasco in questo 2025 celebra il 20° anniversario del conferimento della Medaglia d’argento al merito civile assegnata con Decreto del Presidente della Repubblica il 18 aprile del 2005: l’appuntamento è sabato 19 aprile, alle 10, nella Sala del Consiglio di Palazzo comunale.
All’incontro interverranno Paolo Allemano Presidente ANPI Provinciale, Michele Calandri dell’Istituto Storico della Resistenza, Gian Carlo Ciberti coordinatore delle manifestazioni civili della Città di Cherasco e Barbara Davico bibliotecaria e archivista della Città di Cherasco.
Questa la motivazione per la medaglia d’argento al merito a Cherasco: “La Comunità cheraschese, sconvolta dalle feroci rappresaglie dell’occupante nazifascista, offrendo uomini alle formazioni partigiane, partecipava con eroico coraggio e indomito spirito patriottico alla guerra di Liberazione, sopportando la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori. Luminoso esempio di profonda fede nei valori della libertà e della democrazia”.
Cherasco ha infatti dato un largo contributo durante i venti mesi della lotta di Liberazione in termini di vite umane, annoverando purtroppo ben 42 caduti per la causa, di cui 24 partigiani, 5 partigiani “alleati” e 13 vittime civili e deportate.
«La memoria storica è importante – dice il sindaco Claudio Bogetti – è il fondamento della nostra identità collettiva. Il ricordo della Resistenza e degli eventi che hanno segnato la lotta per la libertà e la democrazia è un patrimonio prezioso che va custodito e trasmesso. Il merito onorifico della Città non è solo un riconoscimento formale, ma una testimonianza che deve mantenere vivo il legame con i valori per cui tanti hanno sacrificato la loro vita. Trasmettere ai giovani il significato di questi valori è essenziale per garantire che il sacrificio dei nostri padri non sia dimenticato. Il senso di democrazia, di libertà e di giustizia, che sono stati conquistati con tanto dolore, devono rimanere vivi nelle generazioni future, affinché non vengano mai dati per scontati».
Ecco i fatti più salienti che hanno visto coinvolti i cheraschesi nel periodo compreso tra l’8 settembre 43 e l’aprile 45.
A Cherasco, dopo l’8 settembre 1943, i militari “sbandati”, i giovani di leva ed altri del luogo davano inizio alla “Prima Banda del Tenente Pippo” (Tenente Dulcimele Vito di Napoli), dimostrando che si voleva e poteva fare qualcosa per scuotersi dal giogo fascista e riconquistare la libertà. Ed è verso la fine di novembre 1943 che i Tedeschi, avuta notizia che in Cherasco si stava organizzando una formazione partigiana, all’alba, effettuarono un rastrellamento nel Paese, seguendo alcuni arresti, tra cui il tenente Pippo, e disperdendo quel gruppo che si stava formando. I giovani della zona vennero quindi indirizzati in Val Casotto, culla di partigiani, da Carlo Andriano (di Roreto di Cherasco), sottufficiale reduce dalla Russia, uno dei primi sostenitori della Resistenza in Città; di questo periodo sono i primi caduti, Giovanni Rinaldi, Giovanni Biffo, Mario Scotti. I mesi che seguirono allo sbandamento di Val Casotto (13-18 marzo 1944) segnano per Cherasco un “ritorno alle origini” con le squadre partigiane che animano la zona, da quella di “Ricci” reduce da Val Casotto, agli arruolamenti di “Gancia” per la 103^ Brigata Amendola, a quelli di “Della Rocca” per la futura 12^ Divisione Bra. Parte da Cherasco l’azione del 23 luglio 1944, presso il “Molino di Verduno”, azione che metterà nelle mani partigiane 15 tedeschi, tre camion e parecchio materiale.
L’interruzione del Ponte sul Tanaro, compiuta personalmente da Icilio Ronchi Della Rocca, e l’uccisione del giovane Mario Boriano da parte dei fascisti, sono l’inizio dei più gravi fatti del 28 agosto 1944, conseguenti il rastrellamento di Cherasco nella Piana e in Frazione San Bartolomeo e di La Morra, dove vennero fucilati in un sol giorno 35 vittime e Cherasco fu la città che subì le più gravi perdite (12 partigiani e 2 civili). A questi fatti segue una permanenza dei tedeschi in Cherasco, funestata da altrettanti gravi fatti. Il 4 ottobre vengono arrestate a Meane Marietta Foà ved. Segre (deceduta il 29/3/45) e la figlia Mirella Segre (deceduta il 4/1/45) deportate, così come Lorenzo Bernocco (morto in Germania il 21/6/44); il 21/10/44 Ottavio Ferrarretto viene fucilato presso il cimitero di Cherasco, come ostaggio preso da un gruppo di civili fermati dai tedeschi.
Dai primi di novembre fino al 23 dicembre 1944 si insedia a Cherasco il “Distaccamento partigiano” di Ettore (Leonida Battagliotti) e la Città viene considerata “libera e di pieno possesso partigiano”.
Ai primi di gennaio 1945 si stabilisce in Cherasco il gruppo fascista R.A.U. e in molte azioni contro questo caddero diversi cheraschesi; prima di andarsene, 3 mesi dopo, l’ultimo drappello fascista uccide la tredicenne Vittorina Marengo, colpevole di uscire da scuola col fazzoletto azzurro al collo fermatasi a raccogliere violette lungo la strada.
Il 15 marzo del 1945 a Meane tornano i partigiani di Ettore, si costituisce la 46^ Brigata della 12^ Bra con lo scopo in primo luogo di occupare Cherasco, che, tra le primissime città del Piemonte, viene liberata il 20 marzo 1945. Si insedia anche la squadra garibaldina di “Gimmj il francese”.