“La scrittura mi ha sempre accompagnata, sin da quando ho capito che le parole avrebbero potuto aiutarmi a dar sfogo a emozioni che spesso non riuscivo a contenere, riordinare, esprimere. Ma è sempre stato un rapporto conflittuale, tra desiderio e frustrazione, e la paura della pagina bianca; anche adesso provo eccitazione e smarrimento, quando scrivo: titubo finché non sento che le parole scivolano da sole, che le dita vogliono scrivere. E allora vanno. Loro sanno”.
Parla così Alessandra Gondolo, insegnante in un istituto superiore e scrittrice cuneese, autrice del recentissimo “Autogrill” (8tto edizioni) presentato ufficialmente al pubblico, per la prima volta, venerdì 28 marzo al Rondò dei Talenti di Cuneo.
Un “rapporto conflittuale”, appunto, che si sostanzia tutti i giorni sia nella professione scolastica – “che amo perché mi permette di intessere relazioni che, pur faticose, spesso si rivelano gratificanti ed emozionanti” – con l’utilizzo della metodologia laboratoriale del Wrw, che fa lavorare i ragazzi sul processo di scrittura e sulle sue varie tecniche, ma che l’ha fatto anche nelle esperienze con l’Università dell’autobiografia di Anghiari e, nel 2017, con la Scuola di scrittura “Virginia Woolf” di Padova.
“Un’esperienza, per me, centrale – aggiunge Alessandra -. Il romanzo arriva proprio da lì perché come conclusione del percorso di un anno ho scritto alcuni racconti, di cui uno s’intitolava ‘Autogrill’. Con grande lentezza e sfruttando le estati, l’ho lavorato e ampliato fino ad arrivare a quel che è oggi”.
Ecco, appunto. Che cos’è “Autrogrill”? Secondo Alessandra “è un romanzo di rinascita e di scelte. Ad un certo punto, la protagonista, Miche, deve fare una scelta fondamentale, tra il vivere, con tutto ciò che questo comporta, dolore, dubbio, perdita, ma anche gioia e pienezza, oppure il sopravvivere, lo stare nel mondo guardandolo da fuori, una specie di morte, un coma, una vita non vita, come quella di Giacomo, un altro personaggio del romanzo, che sarà per lei fondamentale”.
“Un romanzo corale, un’accozzaglia di personaggi fondamentali per Miche, gli avventori dell’autogrill – continua l’autrice -. L’autogrill stesso è un personaggio, un non luogo così neutro che permette a chiunque di passarci dentro, in cui risalta l’intera sfaccettatura dell’umanità, nei vestiti, nei modi, nelle parole, da cui escono fuori dei personaggi che con le loro storie stonate e disarmoniche, diventano un sostegno per Miche, una possibilità di trovare posto nel mondo”.
[La presentazione di "Autogrill" al Rondò dei Talenti]
Tra questi, Jenny, un personaggio femminile portante quasi quanto quello della protagonista. “Una ragazza diretta, spontanea, che se ne frega totalmente delle convenzioni – spiega Alessandra -. È quello che è, vuole bene a Miche, accetta senza alcuna visione teorica la sua diversità, la prende in giro e, in questo modo, la rende normale. È stato il personaggio più semplice da scrivere ma anche il più divertente: Jenny è tutto quello che io non sono e mi ha permesso di esprimere in libertà parti di me che il mio io censore non mi permette mai di fare. Jenny è libera e io ho profondamente amato questa sua libertà”.
“Miche, invece, è completamente diversa e più sfaccettata - prosegue -. Nella prima parte è una ragazza passiva, immobile, che si è creata una forte corazza, nemmeno lei sa come, una corazza che, concretamente, è rappresentata dal suo bomber e dai vestiti di una taglia più grande nei quali ama nascondersi, che vive grazie alla vita degli avventori dell’autogrill e a quella di Jenny, alla loro energia e diversità. Poi muta dopo la scoperta del coma di Giacomo, è costretta a cambiare, da una parte, e, dall’altra, sceglie di farlo. È cresciuta, è più solida, l’autogrill le ha dato la forza per guardare in faccia le cose. Miche è stata la parte più difficile da scrivere e, soprattutto, da vivere. Mi sono impantanata tante volte nel suo fango, nella sua passività, tante volte mi sono accucciata nel suo essere indolente e immobile, ci sono stata bene: era rassicurante, in un certo senso, familiare”.
Vite che si ricostruiscono nonostante (od oltre) dolore e trauma, che ritornano periodicamente. Come accade nella vita. “A un certo punto della vita tutti ci poniamo questo tema come centrale, spinti dalle circostanze esterne, la rottura di un rapporto o una morte per esempio. Per Miche è il coma di Giacomo, che la obbliga ad affrontare un passato che aveva totalmente sigillato dentro di sé. Ad un certo punto della vita, ci si sente più forti, si sa che alcune cose si è in grado di reggerle maggiormente e, quindi, è quello il momento di affrontarle, di ritirarle su da dove erano state seppellite, di guardarle e di non farsene travolgere. In quel momento, si è pronti a guardare in faccia una realtà che ha tutto dentro: dolore, perdite, sofferenze, ma anche gioia, risate, calore”.
Se “scrivere” è “riscrivere” – come si dice – il lavoro di editing è parte integrante e fondamentale dell’attività di produzione di un romanzo. Ma per chi è agli inizi, a volte, può essere un concetto complesso da comprendere: non per Alessandra. “Con Alessandra Barbero di 8tto edizioni mi sono trovata perfettamente a mio agio e il lavoro fatto insieme è stato facile e fluido: le osservazioni che lei mi faceva mi trovavano d’accordo la maggior parte delle volte e, quando alcune scelte linguistiche o di struttura per me erano importanti, lei le ha sempre rispettate. È stato proprio un bel lavoro di cooperazione. Mi sono resa conto di quanto sia importante e arricchente parlare con un’altra persona competente delle scelte fatte in un testo, discuterne, vedere se sono migliorabili o se sono quelle giuste per te”.
Come detto il romanzo ha visto il suo lancio ufficiale proprio venerdì scorso nell’incontro cuneese. E ora? “Insieme alla casa editrice e a Viola Marino dell’ufficio stampa stiamo fissando date un po’ in tutta Italia – dice Alessandra -. La prossima sarà a Padova, il 10 aprile, e per me e Miche sarà un ritorno al luogo da cui tutto è partito. A maggio sarò a Bologna e poi a Roma. Stiamo anche organizzando una presentazione a Torino e a Milano. In Provincia, a Fossano probabilmente”.