Attualità - 25 marzo 2025, 08:30

Cuneo, il Movicentro e il suo ultimo tassello: il ‘social food’ pronto ad aprire i battenti

Ieri sera (24 marzo) in Consiglio comunale il vicesindaco Serale ha risposto a Bongiovanni (Cuneo Mia) sul tema dell’utilizzo della struttura e delle interlocuzioni tra Comune e RFI per il recupero della stazione ferroviaria

Il Movicentro di Cuneo

Il Movicentro di Cuneo

Il vicesindaco di Cuneo Luca Serale ne è certo, sull’area del Movicentro c’è grande vivacità e c’è stata nel corso degli anni. E l’apertura – prossima, questione di poche settimane – del servizio di ‘social food’ segnerà la conclusione del processo di riempimento della struttura.

Se ne è parlato nella serata di ieri (lunedì 24 marzo) durante il Consiglio comunale, grazie a un’interpellanza del consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia). Che non ha potuto – come già diversi altri colleghi di minoranza nel corso del tempo – evitare di sottolineare come la struttura del Movicentro abbia inanellato una serie di false partenze rispetto a quella che era la propria funzione originaria, e ha avanzato diverse proposte: “I locali mai aperti potrebbero fornire da biglietteria ulteriore, così come serve concretizzare l’inserimento del capolinea del Tpl per potenziare anche la velostazione. Infine serve mettere in funzione l’ascensore e aprire il sottopasso”.

Serale: “Renderemo quell’area sempre più viva”
Rispetto al Movicentro fate qualsiasi cosa, ma fate qualcosa – ha commentato Beppe Lauria (Indipendenza!) -. La sua funzione originaria non viene assolta, gli spazi costati alla collettività non vengono utilizzati e invece risultano occupati ‘a spot’ dalla realizzazione parziale di sogni progressivamente messi nel cassetto. Insomma, qualunque risposta alle domande del consigliere ci andrà bene, ma sarebbe ora che la situazione si risolva”.

Ancor più duro il commento di Franco Civallero (FI): “Volete aprire ‘sto benedetto sottopasso? Capisco l’ascensore non si possa aprire perché costa troppo e non funziona, ma almeno le scale. Altrimenti tanto vale arrendersi e lasciare l’area in mano al degrado. Il Movicentro è stato fatto e deve funzionare, trovare un senso”.

Il Movicentro ha preso forma e senso nel tempo e ci siamo attivati su tutti i fronti per tentare di riempire gli immobili sfitti – ha commentato, ancora, Serale -. Da quando abbiamo vivacità in quell’area anche la questione degrado è migliorata parecchio, e lo farà ancora: siamo pronti a renderla ancor più viva, in un processo che, a ben guardare, non si è mai concluso”.

La stazione: “Prima dell’adeguamento antisismico impossibile pensare ad affidarne le sale”
Nel proprio intervento il consigliere Bongiovanni ha citato anche le recenti interlocuzioni tra Comune e RFI in merito al recupero e alla messa in sesto dell’immobile della stazione ferroviaria e dell’area dei binari con la riattivazione del bar e l’utilizzo occasionale del salone reale… ma senza reali tempistiche definite.

Un’altra ‘storia infinita’, questa, specie a causa della difficoltà sperimentata dall’ente nell’interfacciarsi con il colosso del collegamento su rotaia nazionale. Ma un progetto – quello del recupero della struttura ferroviaria cuneese – del quale anche Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha sottolineato l’importanza: “Punto fondamentale nel discorso relativo alla riqualificazione del quartiere e dell’area del Movicentro – ha detto -. Ma le proposte dell’amministrazione non sono sufficienti: serve fare un concorso d’idee su quello che potrebbe essere l’utilizzo reale dell’edificio”.

In merito Serale ha chiarito che l’intervento più urgente secondo RFI riguarda l’accessibilità alla struttura, e che soltanto poi verranno conclusi gli adeguamenti antisismici. Gli interventi che riguardano l’area dei binari, invece, sono in fase di conclusione di progetto e si prevede di realizzarli nel corso del 2026.

In assenza dell’adeguamento antisismico qualunque idea di affidamento dei locali è sospesa per ragioni facilmente comprensibili – ha aggiunto la sindaca Patrizia Manassero -. Risulta per noi davvero complicato immaginare una programmazione che vada oltre le proposte, oggettivamente utili ma anche banali, avanzate dai consiglieri nel corso del tempo, come quella di inserirci la sede del comitato di quartiere. Serve chiamare a raccolta tutto il territorio, siamo d’accordo, ma parliamo sempre di un immobile non a nostra disposizione diretta”.

Simone Giraudi

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