Eventi - 20 marzo 2025, 11:29

"Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica": prorogata fino al 13 aprile la mostra in San Francesco a Cuneo

Dal giorno di apertura, sabato 30 novembre la mostra ha accolto oltre 20.000 visitatori

(ph loris salussolia)

(ph loris salussolia)

Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo annunciano la proroga sino a domenica 13 aprile della mostra Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa, negli spazi del complesso monumentale di San Francesco a Cuneo

Il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e con il supporto organizzativo di MondoMostre. Dal giorno di apertura, sabato 30 novembre la mostra ha accolto oltre 20.000 visitatori.

Nelle settimane di apertura aggiuntiva, proseguirà il fitto programma di eventi collaterali e di visite guidate gratuite, che hanno visto fino a oggi un’ampia partecipazione di pubblico. Il programma completo è disponibile su www.fondazionecrc.it


LA MOSTRA
La mostra consolida per il terzo anno la collaborazione tra Fondazione CRC − da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica − e Intesa Sanpaolo − che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura nel nostro Paese – dando seguito a quanto realizzato congiuntamente con le esposizioni I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese nel 2022 e Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto nel 2023, complessivamente visitate da oltre 54 mila persone.

Curata da Paola Nicita e Yuri Primarosa, delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, la mostra fa parte del progetto del museo Le Gallerie Nazionali nel mondo e offre uno spaccato inedito sulla rappresentazione degli scenari urbani di Roma e Venezia nel Settecento attraverso le opere di tre maestri indiscussi della veduta: Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel e Bernardo Bellotto, ai quali si affiancano i lavori del pittore piacentino Giovanni Paolo Pannini.
 
Il progetto espositivo, appositamente ideato per lo spazio cuneese, riunisce dodici capolavori provenienti dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma che esplorano e reinventano l’immagine delle città nell’epoca dei Grand Tour e degli ambienti culturali illuminati, a cavallo tra Seicento e Settecento, quando la prima tappa di ogni itinerario culturale attraverso l’Italia era Roma e la meta finale coincideva con Venezia. La grandiosità di Roma e il fascino lagunare di Venezia sono protagonisti delle scene catturate dai maestri in mostra, che ne immortalano momenti vitali come le feste, le cerimonie e gli eventi mondani con l’intento di restituire un ricordo vivido e duraturo ai viaggiatori che li avevano vissuti. L’arte di Canaletto, Van Wittel e Bellotto mette in scena la città antica accanto a quella moderna, spaziando dalla pittura di teatro al capriccio archeologico fino ad arrivare alla veduta topografica. Nel viaggio attraverso la Penisola, è la passione per l’antico ad accendere l’estro dei pittori, capaci di trasformare le città nel palcoscenico di un magnifico teatro all’aperto, catturato con sguardo fotografico e coinvolgimento poetico. I dipinti dei quattro vedutisti in mostra rivelano ritratti di città, fatti di architetture solenni e di scorci urbani popolari: dalla Roma antiquaria, tra mito e natura, alla Roma moderna dei Papi, scenografica e contraddittoria, dalla città di Venezia, orgogliosa e cosmopolita, alle atmosfere austere di Dresda. Aprono il percorso espositivo le cinque vedute romane dell’olandese Gaspar van Wittel, attivo tra XVII e XVIII secolo, e noto per la sua tecnica esecutiva scrupolosa e per l’utilizzo sapiente della scienza dell’ottica.  A seguito della formazione in patria alla bottega di un pittore di paesaggi e vedute, van Wittel si trasferisce a Roma dal 1675, per diventare presto il pittore della Roma moderna. Van Wittel realizza grandi composizioni architettoniche a volo d’uccello animate da personaggi in movimento e invase da un’atmosfera vitale, rievocate in mostra da opere come Veduta di Roma dalla piazza del Quirinale (1684) e Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo (1683). I suoi metodi visivi e la resa realistica del paesaggio urbano contribuiranno a trasformare il genere della veduta, aprendo la strada a intere generazioni di artisti. Negli anni Ottanta il pittore raggiunge le rive del lago Maggiore ospite della famiglia Borromeo che gli commissiona il dipinto esposto in mostra Le isole Borromee (1686-1690 ca), perfetto connubio tra natura e architettura.

Roma è anche protagonista delle due opere in mostra del piacentino Giovanni Paolo Pannini (1691-1765), tra i maggiori interpreti del capriccio architettonico, in cui architetture esistenti e fittizie si fondono in vedute “ideate”. Un dipinto come Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio (1745) rivela la raffinata padronanza prospettica di Pannini e la sua abilità nel combinare elementi reali e immaginari in un equilibrio scenografico. Un altro esempio significativo è l’opera Ruderi con terme (1730 ca), in cui le rovine di antiche terme si integrano con un paesaggio idealizzato, comunicando un senso di nostalgia per il mondo classico.

Il percorso attraverso i capolavori delle Gallerie Nazionali di Arte Antica prosegue con le vedute veneziane di Giovanni Antonio Canaletto, che della sua città d’origine ha saputo cogliere l’essenza grazie all’uso magistrale della luce e dei colori. I quattro dipinti in mostra che portano la sua firma, tra cui Veduta di Venezia con piazza San Marco e le Procuratie (1735-40) e Veduta di Venezia con la piazzetta (1741 ca), rivelano la sua maniera di rappresentare le città, come scenari dinamici che riflettono la bellezza e la complessità della vita urbana, ampliando le possibilità formali del vedutismo settecentesco. Canaletto restituisce un’immagine di Venezia carica di dettagli e caratterizzata da una grande nitidezza descrittiva, unita a una forte sensibilità luminosa e atmosferica.
 
A chiudere la mostra è l’opera di Bernardo Bellotto, allievo e nipote di Canaletto di cui ha raccolto l’eredità continuandone la tradizione e estendendola oltre i confini della penisola italiana. Le sue vedute, ritratti realistici dei centri urbani che scopre durante i suoi soggiorni, si differenziano da quelle dei suoi predecessori e contemporanei per l’uso di una tavolozza più fredda e di un chiaroscuro severo e malinconico. È soprattutto durante i suoi viaggi tra Italia, Germania e Polonia che Bellotto sviluppa uno stile personale e distintivo, come dimostra La Piazza del Mercato della Città Nuova di Dresda (1747 ca), capolavoro della sua maturità che offre un’immagine delle città europee non solo come teatri di bellezza ma anche come spazi vivi e complessi.

La mostra Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica racconta la grande trasformazione artistica che pone lo scenario urbano al livello di un palcoscenico all’aperto, risolvendosi in vere e proprie scenografie dove realtà e immaginazione si fondono in maniera spettacolare e dove lo sguardo fotografico dialoga sempre con il coinvolgimento poetico. Le dodici opere esposte evocano la vivacità culturale dell’epoca, attraversata da nuove sperimentazioni scientifiche e da rivoluzioni artistiche, che coinvolgono la pittura, il teatro e la musica.
 
Nell’ambito della mostra sono diverse le attività per il pubblico volte a favorirne l’accessibilità, dall’ingresso gratuito alle visite guidate tutti i weekend e alle audioguide per le visite in autonomia con percorso studiato sia per adulti (italiano e inglese) sia per bambini (italiano). Nel periodo di apertura della mostra sono inoltre previsti laboratori e workshop per le scuole, da quelle primarie a quelle superiori.
 
Il progetto di allestimento, ideato appositamente per lo spazio della ex chiesa di San Francesco, riutilizza e adatta le strutture create per le precedenti mostre, con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel corso degli anni: un esempio di sostenibilità ambientale, a cui si affianca la scelta di utilizzare cuffie che non siano usa e getta per le visite guidate.

Accompagna la mostra il catalogo edito da MondoMostre che affianca i contributi critici di Paola Nicita e Yuri Primarosa alle vedute dell’esposizione che prende forma negli spazi suggestivi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Durante tutto il periodo di apertura è previsto un ricco programma di eventi collaterali, laboratori didattici e visite guidate per il pubblico e per le scuole a cura di Felìz Comunicazione.

Per la realizzazione del catalogo sono stati coinvolti i giovani studiosi che hanno svolto l’esperienza di ricerca “Museo Laboratorio” delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Il progetto, diretto da Paola Nicita, offre uno spazio di ricerca e didattica che permette agli studenti di approfondire temi legati alla conservazione e alla storia delle opere d'arte come parte della propria formazione alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università La Sapienza di Roma, nell’ambito della convenzione attiva con le Gallerie Nazionali di Arte Antica.
 

comunicato stampa

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