Sanità - 15 marzo 2025, 19:05

Sanità, pazienti oncologici sempre più "rosa" e giovani ma calano (in Italia, UE e USA) le morti

Il dato presentato ieri (13 marzo) dall'AIOM segnala una riduzione del 15% negli anni dal 2011 al 2021, superiore a quella europea. La strada, per l'Italia, è ancora lunga e costellata da necessari cambiamenti tra cui la velocizzazione del tempio di avvio dei trial

Sanità, pazienti oncologici sempre più "rosa" e giovani ma calano (in Italia, UE e USA) le morti

In Italia, tra 2011 e 2021, l’incidenza delle morti sui pazienti oncologici si è ridotta del 15%. Un dato riportato dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM), che ieri (venerdì 13 marzo) ha aperto a Roma la terza edizione del Clinical Research Course e che inserisce il nostro paese nella ‘top five” per quanto riguarda quelli attenti agli studi oncologici. Calo simile anche in UE – seppur ridotto al 12% - e negli USA, che dal 1991 al 2022 hanno addirittura ridotto l’incidenza di mortalità del 34%.

Per il nostro paese, però, la strada da fare è ancora lunga. Serve definire nuovi modelli oltre a quello istiologico, velocizzare i tempi di avvio dei trial ed eliminare gli ostacoli burocratici. Preoccupano poi i nuovi – e più alti - tassi di incidenza dei tumori tra le donne di età compresa tra i 50 e i 64 anni, che hanno superato quelli degli uomini e nelle donne under 50 sono ora più alti dell'82% rispetto ai coetanei maschi. Un esempio lampante è quello del carcinoma polmonare, che è diventato più comune nel sesso femminile sotto i 65 anni.

In crescita chiarissima anche l’incidenza nei giovani, una tendenza derivata da fattori di rischio molto comuni come la sedentarietà, la dieta scorretta, l’obesità, il fumo e il consumo di alcol.

In Italia l'oncologia resta l'area in cui si concentra il maggior numero di sperimentazioni, che hanno raggiunto nel 2023 il 34,7% del totale, in calo del 5,2% rispetto al 2022 – ha detto il presidente nazionale AIOM Francesco Perrone -. Nel nostro Paese l'iter di approvazione delle sperimentazioni cliniche risulta più lungo e difficoltoso rispetto alla media continentale, soprattutto a causa delle procedure amministrative, che in troppi casi comportano mesi di attesa prima di attivare i centri italiani. Queste criticità mettono a rischio l'attrattività del nostro Paese per i promotori profit e ritardano l'opportunità della partecipazione agli studi per i pazienti. E' fondamentale puntare alla semplificazione".

Negli ultimi anni le sperimentazioni cliniche hanno effettuato una vera e propria migrazione verso Paesi a più alta attrattività, che sono riusciti ad investire sempre di più in ricerca e sviluppo – aggiunge Massimo Di Maio, ancora di AIOM -. Sono molte le situazioni cliniche per le quali la partecipazione ad una sperimentazione è considerata la miglior opzione terapeutica. Va inoltre sottolineata la tendenza a ridurre il numero di pazienti complessivamente inclusi negli studi che precedono l'autorizzazione all'impiego clinico. Se metà delle nuove molecole anticancro lanciate nel 2023 nel mondo è stata studiata in trial con almeno 500 pazienti, dall'altro lato la ricerca su popolazioni con bisogni ancora insoddisfatti e in setting specifici (ad esempio tumori caratterizzati da una specifica alterazione molecolare) implica spesso il coinvolgimento di meno malati".

redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU