Tutti assolti a vario titolo perché "il fatto non sussiste" o perché "il fatto non costituisce reato". Questa la sentenza pronunciata nel pomeriggio di oggi, venerdì 14 marzo, nel palazzo di giustizia di Astri al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta Feudo 2, procedimento figlio dell’inchiesta con la quale il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Cuneo aveva inteso accendere un faro sulle presunte malversazioni commesse da amministratori, funzionari e professionisti all’opera nei municipi di Santo Stefano Roero, Montaldo Roero e Vezza d’Alba e nell’unione di Comuni tra loro costituita.
A pronunciarla la giudice Elisabetta Chinaglia, presidente del collegio composto anche dai giudici a latere Matteo Bertelli Motta e Roberta Dematteis, che hanno quindi respinto la tesi alla base dell’impianto accusatorio sostenuto dal pubblico ministero Davide Lucignani, che per i dodici imputati (a loro carico 24 capi d’imputazione) aveva chiesto condanne per complessivi 34 anni.
Dodici imputati, tutti assolti
Il processo di primo grado si è quindi chiuso con l’assoluzione dell’ex sindaca di Vezza d’Alba Carla Bonino, che era difesa dagli avvocati Elisa Anselmo, Marco Calosso e Marta Giovannini, e per la quale l’accusa aveva chiesto una condanna a 5 anni di reclusione, dell’ex vicesindaco vezzese Giuseppe Steffanino, difeso dall’avvocata albese Silvia Calzolaro (anni uno e mesi 4, la richiesta per lui); dell’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo, difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio e dal collega astigiano Pierpaolo Berardi (anni uno e mesi 4, la richiesta); l’ex primo cittadino di Montaldo Roero Fulvio Coraglia, difeso da Giorgio Piazzese (anni 4 e mesi 6); il geometra albese Giovanni Careglio, difeso dal legale astigiano Piermario Morra (7 anni); l’ingegnere Valter Peisino difeso dall’avvocato Enrico Gaveglio (anni 3); l’architetta Cinzia Gotta, già sindaca di Baldissero d'Alba, difesa da Michela Malerba (richiesta di anni 2); la funzionaria sommarivese Federica Borello, ex responsabile del servizio finanziario dell'Unione di Comuni (anni 4 e mesi 6); dell’imprenditore di Cavallermaggiore Felice Scotta (anni 4 e mesi 2); il perito industriale di Castagnole delle Lanze Piermichele Gallo (4 anni e 3 mesi); il professionista carmagnolese Aldo Pugnetti (anni uno e mesi 4); il professionista cheraschese Valter Peisino (anni 3); il funzionario della Regione Gianluca Comba, di Demonte (richiesta di anni 2).
Le tesi delle difese
Ben 24 i capi d’imputazione contestati ai dodici imputati tra ex sindaci e vice, dipendenti comunali e professionisti, tacciati di accuse rispetto alle quali i rispettivi legali avevano tutti protestato l’estraneità dei propri assistiti. "Quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per servire le nostre comunità" e "se abbiamo colpe sono state dovute a errori, e non certo alla volontà di intascarsi qualcosa", era la parafrasi di quanto ricorso nei discorsi dei legali a difesa dei quattro amministratori, mentre quelli dei funzionari e professionisti chiamati sul banco degli imputati avevano messo l’accento sull’estrema complessità delle materie affrontate, escludendo a loro volta profili di dolo.
Tesi ora accolte dai giudici, che hanno mandato assolti tutti i dodici imputati. Uno di loro, l’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo (foto sotto), nelle scorse settimane era stato condannato a due anni di reclusione per i maltrattamenti all’ex responsabile dell’ufficio tecnico del Municipio santostefanese Clarice Giacone (leggi qui).
Ad aprile la sentenza del processo "Feudo"
E’ invece attesa per l’udienza in programma il prossimo 2 aprile l’udienza che dovrebbe portare alla conclusione del processo nato dal primo filone dell’indagine, con lo stesso Maiolo e altri cinque imputati destinatari di richieste di condanna per complessivi 27 anni e 8 mesi (leggi qui).
Le reazioni
Ovviamente grande la soddisfazione da parte degli imputati e dei rispettivi legali. "Confidiamo in un esito analogo nell’altro troncone processuale, quello del cosiddetto Feudo 1 – ha dichiarato l’avvocato Roberto Ponzio, difensore di Renato Maiolo –. Il mio assistito ha servito le istituzioni e non se ne è servito per profitti personali. Quando, a conclusione delle funzioni di sindaco, ha disceso le scale del municipio di Santo Stefano Roero era sicuramente più povero di quando le aveva salite a inizio mandato".
“Il tribunale ha assolto un grandissimo professionista, un uomo per bene e un galantuomo. Questo è ed era Giovanni Careglio”, dichiarata l’avvocato astigiano Piermario Morra, difensore del professionista albese.
"Una sentenza che farà giurisprudenza, perché immagino distinguerà fra responsabilità politica e amministrativa, e penale. Attendiamo ovviamente di leggere con attenzione la motivazione", dichiara Marta Giovannini, che come come consulente in diritto amministrativo ha assistito l’ex sindaca di Vezza d’Alba Carla Bonino, insieme ai colleghi Elisa Anselmo e Marco Calosso.