Politica - 07 marzo 2025, 06:50

Provincia, il centrosinistra si smarca e passa in minoranza

Tre ore di Consiglio e mezz’ora di interruzione per un “caminetto” fra i tre gruppi non sono bastate ad evitare la rottura. Robaldo in gran spolvero e mattatore della seduta: “Ho cercato il confronto fino all’ultimo. Non accetto lezioni di “civicità” da alcuno”

Il Consiglio Provinciale riunito ieri sera

Il Consiglio Provinciale riunito ieri sera

Era da mo’ che un Consiglio provinciale non durava così tanto: tre ore con una pausa di sospensione per vedere se ancora fosse stato possibile evitare quella rottura che era nell’aria da giorni. Ieri sera si è dovuto prendere atto che, dopo dieci anni, cambia la governance della Provincia e per questo, da più parti, è stato espresso rammarico per la fine del “modello Cuneo”.

Il gruppo di centrosinistra La Nostra Provincia ha rimproverato al presidente Luca Robaldo di aver rinunciato al suo ruolo civico per schierarsi col centrodestra, collocandosi in questo modo in minoranza ma “non all’opposizione”, è stato puntualizzato. Una scelta politica di “schieramento” perché le due mozioni all’ordine del giorno, presentate una dal Patto Civico e l’altra appunto da La Nostra Provincia, avevano pochi elementi di distinguo.

Ad assistere alla seduta il vicepresidente del Consiglio regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia Franco Graglia.

Robaldo ha cercato fino all’ultimo di convincere i quattro consiglieri di centrosinistra, Davide Sannazzaro, Stefania D’Ulisse, Alberto Gatto e Loris Emanuel a desistere, ma questi evidentemente si aspettavano un riconoscimento politico alla loro area che non è arrivato.

“Il presidente – ha detto Sannazzaro, futuro segretario provinciale del Pd – non ha saputo fare sintesi e ha spostato il Patto Civico nel perimetro del centrodestra, scelta che noi non condividiamo”. 

Robaldo, dal canto suoi, in gran spolvero e mattatore della serata, ha replicato confermando che la Provincia, secondo il modello Delrio è, nei fatti, un organo monocratico. "Potrei convocare il Consiglio provinciale anche solo una volta all’anno, - ha affermato - nulla me lo impedirebbe, ma ho sempre voluto cercare la collaborazione di tutti, collaborazione che ora viene meno per ragioni ideologico-partitiche che nulla hanno a che vedere in un ente di secondo livello qual è la Provincia”.

Alla consigliera Stefania D’Ulisse che gli contestava come fosse venuta meno la sua funzione “civica”, Robaldo ha replicato rivendicando con orgoglio la sua posizione di “liberale moderato di centrodestra” .

“Essere civici – ha sostenuto il presidente - vuol dire condividere un metodo pragmatico nell’affrontare i problemi che non hanno coloritura. Sono semmai le scelte, queste sì – ha ribadito – ad avere connotazione politica. Qui non c’è la Lista Cirio e non capisco cosa c’entri il sostenere e lavorare con un assessore regionale, per altro il più votato nel Cuneese, che persegue l’interesse del territorio cuneese”.

Ragionamento ripreso dal consigliere pattista Vincenzo Pellegrino: “Noi in municipio a Cuneo sosteniamo con lealtà, sulla base di un accordo programmatico, la sindaca Manassero senza porci ogni giorno la questione che sia espressione del Pd. Con altrettanta convinzione, sempre nell’interesse della città e del Cuneese – ha ribadito – sosteniamo l’assessore Gallo in Regione”.

Se qualcuno fosse indotto a considerare che Pellegrino volesse evocare quelle “geometrie variabili” che andavano per la maggiore ai tempi della Prima Repubblica, desista: la considerazione non è così sofisticata. Qui si tratta semplicemente di quell’iperpragmatismo evocato dal vicepresidente in pectore Massimo Antoniotti: “Le buche delle strade – ha affermato – non sono né di destra né di sinistra, aspettano soltanto di essere colmate”. 

Un confronto lungo, estenuante che ha fatto dire – specie ai neofiti come Ivana Casale, Simone Manzone e Roberto Baldi – di sentirsi “confusi e spiazzati” da un dibattito che ha visto intervenire tutti e 12 i consiglieri e che in alcuni passaggi ha assunto tratti surreali. 

Dopo la sospensione durata una ventina di minuti per cercare di capire se fosse ancora stata possibile una composizione, la Nostra Provincia ha annunciato di ritirare la propria mozione e si è astenuta su quella del Patto Civico, che ha ricevuto 8 voti favorevoli (i 4 dei “pattisti” e i 4 del centrodestra “Ripartiamo dalla Granda).

Il presidente Robaldo, a voler sottolineare fino all’ultimo il suo essere super partes, si è astenuto. Deleghe e vicepresidenza ancora rinviate, nonostante la stessa mamma del presidente , lo abbia sollecitato a procedere: “Ma quando le assegni queste benedette deleghe?”, ha raccontato lui stesso. Una confidenza per spiegare che i cinque mesi intercorsi erano serviti per cercare di ottenere la miglior sintesi possibile, sintesi che però, alla resa dei conti, non è stato possibile raggiungere.

Da varie parti è stato espresso rammarico per il tramonto del “modello Cuneo”, ammesso (e non concesso) che fosse mai realmente esistito e non fosse invece il frutto di qualche giornalista dotato di fervida fantasia e tanto ottimismo. “Una brutta pagina – ha commentato Silvano Dovetta, il veterano per eccellenza dell’Amministrazione provinciale - perché siamo qui tutti a lavorare per il territorio e non per difendere questo o quel simbolo di partito. E per di più – ha rimarcato contestando la legge Delrio – lo facciamo pure gratuitamente”.

Abbiamo carpito, uscendo dalla sala Giolitti al termine della seduta, un parlottìo tra esponenti del Patto Civico: “Non so come spiegheranno all’opinione pubblica la loro decisione i consiglieri di centrosinistra. Hanno presentato un documento rispetto al quale gli altri colleghi hanno detto che lo avrebbero votato e loro lo ritirano per ordine di partito. Mah…”.

Il rimpallo di responsabilità su ciò che è successo ieri sera in Provincia non tarderà ad infiammarsi con riflessi che potrebbero andare oltre corso Nizza.

Giampaolo Testa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU