Attualità - 06 marzo 2025, 15:25

Cuneo, in municipio l'incontro tra il numero unico di emergenza e la Rete Antiviolenza

Occasione buona per illustrare le attività in partenza. La sindaca Manassero: "Indispensabile lavorare tutti insieme con forze dell'ordine, sanità, associazionismo e soggetti territoriali"

L'incontro della rete antiviolenza e il NUE

L'incontro della rete antiviolenza e il NUE

La Rete Antiviolenza di Cuneo, che coinvolge soggetti pubblici e privati, è attiva nella lotta contro la violenza sulle donne sul territorio cuneese. Nel corso del tavolo periodico, che si è tenuto giovedì 27 febbraio in Municipio, è stato presentato il funzionamento del numero unico di emergenza 112, strumento fondamentale nella lotta contro la violenza di genere.

Ad aprire i lavori della Rete è stata la sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero: “Oggi aggiungiamo un pezzettino al nostro ragionamento di tavolo, un dialogo collettivo, che passa per l’assunzione di un linguaggio e di un approccio comuni, che ci aiutino ad interpretare la difficoltà, riconoscere la violenza e non sottovalutare mai nessun segnale. Lavorare tutti insieme con forze dell’ordine, sanità, associazionismo e tutti i soggetti del territorio che si sentono coinvolti in qualche modo continua ad essere indispensabile”.

Punto centrale all’ordine del giorno la presentazione, come detto, dell’attività del NUE 112, la cui centrale operativa è a Saluzzo. Gli operatori attivi nell’ex Marchesato sono 40 e ricevono in media tra le 160 e le 170 chiamate a testa nelle loro 8 ore di turno. Queste vengono smistate alle centrali di secondo livello (Pronto Soccorso, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia), a seconda dell’emergenza. In Piemonte è attiva anche una seconda centrale a Grugliasco, che si occupa principalmente del Torinese, mentre nella sede della Granda si smistano chiamate dal resto della Regione.

Sappiamo bene che in una chiamata al 112 la capacità fondamentale è quella di sapere riconoscere subito la natura dell’emergenza. Nel caso della violenza di genere è più complicato: come capire quando una chiamata di un utente, che magari non può parlare liberamente perché in situazione di pericolo, è di emergenza? – si è chiesto al tavolo il direttore nel Numero Unico 112 della Regione Piemonte, Walter Occelli -. In alcune situazioni la violenza ha grosse difficoltà di comunicazione, ma se l’operatore non riesce a identificare immediatamente la natura della chiamata, rischiamo di non fare la segnalazione giusta e non aiutare la persona4”.

Per questo sono nati strumenti per aggirare il problema: fare una richiesta palesemente fuori contesto, magari ripetendola anche dopo che l’operatore ha fatto presente che quello non è il numero corretto, è lo stratagemma per fare capire immediatamente che di violenza di genere si tratta. Altrettanto importanti sono i rumori ambientali in caso di telefonate mute, che possono però essere segnali chiari di violenza in corso. “Purtroppo, noi possiamo agire solo sulle nostre procedure, non sul comportamento dell’utente e sappiamo che quei 60-90 secondi di chiamata dobbiamo governarli in modo rapido. Il nostro numero non è ancora conosciuto da tutti, quindi è importante che sia fatta informazione e formazione”, ha proseguito Occelli.

Altro importante strumento del numero unico di emergenza è che le telefonate sono immediatamente geolocalizzate, in modo che l’operatore possa vedere l’indirizzo da cui arriva la chiamata. Il numero è gratuito, sia da telefono fisso che da mobile, e ha la possibilità di dialogo multilingue, con la presenza di 15 interpreti che traducono in simultanea. Esistono poi due app: “FlagMii”, che è quella più attiva nella nostra zona, e “WhereAREU”, che oltre a permettere di geolocalizzare immediatamente la chiamata al 112 con grande precisione, seguono anche lo spostamento di chi sta chiamando. Sono utili, inoltre, perché permettono di comunicare anche senza parlare, tramite chat.

Nel corso del tavolo della Rete sono stati presentati diversi progetti in avvio in queste settimane. Tra questi il sostegno abitativo a favore delle donne vittime di violenza nel loro percorso di uscita dai centri antiviolenza. Si tratta di un fondo destinato alle Agenzie Sociali per la locazione (Aslo) degli otto comuni capoluogo di provincia del territorio regionale, dell’importo di 51.600 euro per il Comune di Cuneo, a cui possono accedere donne segnalate dai centri antiviolenza per ottenere un sostegno economico da parte dell’Aslo, che è una struttura interna al Comune. L’obiettivo è quello di ottenere e accompagnare una progressiva autonomia abitativa per le donne che sono state vittime di violenza e che ora stanno intraprendendo percorsi di uscita dalla fase emergenziale. Gli incentivi sono a fondo perduto e sono un aiuto al pagamento dell’affitto. Per il territorio di Cuneo i centri antiviolenza (CAV) di riferimento sono il CAV 10/A, del Consorzio Socio-assistenziale del Cuneese, attivo in gran parte del territorio dell’Asl CN1, il CAV di Ceva (operativo nel Monregalese e nel Cebano) e il CAV di Bra, che si muove nel territorio dell’Asl CN2.

comunicato stampa

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