Attualità - 02 marzo 2025, 18:17

Violenza giovanile, il centrosinistra di Mondovì: "Si valuti l'apertura di un centro giovani permanente"

Dopo i casi di violenza tra gli studenti verificatisi in città i consiglieri Laura Gasco, Cesare Morandini, Davide Oreglia: " Chiediamo che la proposta venga posta all’attenzione del dibattito pubblico"

L'edicola di piazza della Repubblica sede di MonregalYou

L'edicola di piazza della Repubblica sede di MonregalYou

"In relazione all’episodio di violenza grave che ha visto coinvolti tre nostri giovani studenti monregalesi e che ha avuto un’eco considerevole sui giornali locali e sui social, suscitando un diffuso senso di preoccupazione in famiglie, operatori scolastici e sociali, vogliamo offrire il nostro contributo in termini di osservazioni,  considerazioni e proposte". 

Così i consiglieri del centrosinistra monregalese Laura Gasco, Cesare Morandini e Davide Oreglia intervengono sui casi di violenza giovanile avvenuti in Città (leggi qui) e chiedono all'amministrazione di portare all'attenzione del dibattito pubblico la possibilità di creare un centro giovani permanente, gestito con la presenza di professionisti  di diversi settori, per contrastare la violenza e il disagio giovanile. 

"Condividiamo la preoccupazione di molti a proposito di azioni violente commesse da giovani e del diffondersi di pessimi comportamenti, che riconosciamo però non solo nella situazione monregalese, e non solo a livello giovanile - spiegano i consiglieri -  La generazione che ha vissuto il Covid - dicono gli operatori professionali- ha forme di fragilità le cui tracce stanno nella difficoltà nei rapporti con i coetanei, nella chiusura in sé, nella difficoltà di gestire la violenza contro se stessi e contro gli altri. Non sarebbe peraltro corretto imputare soltanto agli strascichi della pandemia tale disagio. 

L’impressione è che la qualità della convivenza civile sia mutata in peggio, così come i valori che comunichiamo ai nostri giovani: una conflittualità verbale (e non solo) ormai tollerata come sostanza del confronto interpersonale, la prevalenza della forza come legge ineluttabile dei rapporti, persino di quelli internazionali, la diffidenza sociale come leva per ottenere consenso ed erodere diritti individuali. 

Il discorso ci porterebbe lontano: ma citare questi aspetti è utile per definire che, a nostro parere, l'approccio al problema anche nella dimensione locale non debba essere di natura puramente repressiva. Invocare grandi punizioni, oltre a quanto previsto dalla legge – magari anch’esse di natura violenta, come abbiamo letto in questi giorni qua e là sui social – può forse  soddisfare pruriti immediati, ma non serve ad affrontare davvero il problema". 

"Appare ovvio - aggiungono Gasco, Morandini e Oreglia - che sul disagio dei nostri giovani occorre lavorare su piani molteplici, mettendo in campo, se richiesto da una situazione che appare deteriorata rispetto al passato, risorse maggiori e nuove idee. Ma non si costruisce nulla di nuovo senza prima considerare ciò che già si fa attualmente e ciò che è stato fatto in passato, che è certo molto. Per questa ragione mettiamo a disposizione del dibattito pubblico un dossier sulle iniziative del passato e del presente, costruito senza la pretesa di essere esaustivi. 

Alla luce di tale “storia”, chiediamo che venga posta all’attenzione del dibattito pubblico, ed in particolare di quello spazio di coordinamento cittadino delle politiche giovanili che è il Tavolo di Lavoro promosso dagli assessorati competenti, la proposta dell’attivazione di un centro giovani permanente.

Come si può leggere nel dossier allegato, non è una novità, per Mondovì. Un simile centro è rimasto attivo in città fino alla metà degli anni Novanta, gestito  per conto del Comune, della Caritas e del Volontariato Vincenziano dalla Cooperativa Valdocco, e lasciato cadere, non certo per la sua scarsa incidenza sulla promozione dell’agio giovanile". 

LA PROPOSTA

Vengono individuate le seguenti esigenze, relative grosso modo alla fascia di età 11-18:

1) strutturazione del pomeriggio extrascolastico con attività formative e ludiche; 

2) attività di recupero pomeridiano delle abilità scolastiche;

3) spazi ed occasioni per la socializzazione e l’aggregazione capaci di offrire stimoli positivi per la crescita e l’espressione di creatività e autonomia responsabile con intelligente accompagnamento, ovvero per occasioni di animazione educativa sui vari fronti del disagio, dell’abbandono scolastico, della prevenzione delle dipendenze, della devianza, della microcriminalità; 

4) spazi ed occasioni per interventi su casi a rischio legati alle nuove fragilità. 

"Si tratterebbe - proseguono dal centrosinistra - di una struttura permanente e collocata fisicamente, animata da una équipe di educatori professionali coadiuvata da volontari, che trovi spazio in locali adeguati collocati secondo criteri di accessibilità da parte della fascia di età 11-18 (non mancano di certo in città, tra locali comunali, edifici scolastici ed oratori parrocchiali da utilizzare tramite apposita convenzione). Tale struttura può unire l’animazione pomeridiana quotidiana dei minori all’attività per il recupero delle abilità scolastiche (in modo finanziariamente agevolato da parte delle famiglie) coadiuvando le iniziative di doposcuola già attivate dalle scuole. Può fungere da luogo unificante e di continuità per la realizzazione delle diverse progettualità messe in campo dai diversi enti in relazione alle fragilità giovanili – in primo luogo, l’assessorato alle politiche giovanili, il CSSM e l’ASL - ed alla prevenzione della devianza, ad esempio come base per la preziosa attività di educativa di strada.

Fondamentale la sua presenza fisica sul territorio cittadino, come elemento di riferimento nei pomeriggi dei ragazzi, con un carattere ludico, formativo ed educativo (come gli oratori di un tempo, e fortunatamente ancora attivi in alcune parrocchie). 

Il centro educativo potrebbe essere modellato secondo l’esperienza di Casa Baratà di Savigliano, gestita dall’associazione Oasi Giovani da anni in modo proficuo". 

"Si tratterebbe di uno spazio gestito in modo professionale - concludono i consiglieri -, con la progettazione ed il monitoraggio da parte del Tavolo di Lavoro. La promozione potrebbe avvenire su iniziativa dell’ente comunale e degli assessorati competenti, su fondi da reperire nei molti bandi di enti e fondazioni destinati all’agio ed alla prevenzione del disagio giovanile. 

I suoi vantaggi, in termini di efficacia: stabilità nello spazio, stabilità nel tempo, frequenza quotidiana, riferimento per la realizzazione delle varie progettualità finanziate da enti e fondazioni e supporto alla loro continuità".  

redazione

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