Curiosità - 02 marzo 2025, 14:30

Dronero: uno scatto custodito nella memoria del tempo

La preziosa fotografia impressa nel 1887 da Giacinto Garaffi, il suo racconto e l’eredità che ci ha lasciato a cent’anni (1925) dalla sua morte

Dronero nello scatto di Garaffi del 1887

Dronero nello scatto di Garaffi del 1887

Era esattamente il 1887 quando il fotografo Giacinto Garaffi  scattò quella che diventerà una delle preziose immagini di Dronero custodite nella memoria tempo, racconto per i molti appassionati e studiosi. L’angolatura scelta per lo scatto è senza dubbio tra le più suggestive: si vedono il Ponte Vecchio con il torrente Maira che passa sotto, il campanile della Chiesa di SS Andrea e Ponzio, l’edificio del teatro, le abitazioni e le suggestive montagne. Si coglie, immutato, il fascino di questa piccola città ai piedi della Valle Maira.

Nato a Torino 1843, Garaffi fu allievo del pittore e fotografo Giovanni Battista Berra. Nel 1881 giunse a Cuneo, chiamato dalle autorità militari cuneesi perché effettuasse le fotografie delle fortificazioni presenti sulle Alpi Marittime. Ed è proprio a Cuneo, in via Saluzzo n. 22, che aprì lo studio "Reale fotografia Alpina", specializzato nella fotografia di montagna e di paesaggio.



Attento ai dettagli e capace di cogliere la bellezza circostante, nel 1888 fu presente con due vedute di Cuneo e tre quadri con vedute di Voltri all'Esposizione Italiana di Londra. Fu premiato all'Esposizione di Cuneo nel 1895 e del 1905 nonché alle Esposizioni di Torino del 1898 e 1911. Nel 1898, invece, pubblicò su "L'Illustrazione Italiana" alcune fotografie del XXVII Congresso Alpino e, sempre lo stesso anno, ricevette una medaglia d'argento all'Esposizione torinese per il cinquantenario dello Statuto. Dopo il 1898 le  sue immagini riporteranno prima del nome il titolo di cavaliere.

La bravura di Garaffi conquistò anche la famiglia reale. Dal 1883 al 1901, fu infatti uno dei fotografi incaricati dai Savoia sia per riprendere gli avvenimenti pubblici e mondani che quelli durante la vita privata, oltre al paesaggio delle residenze reali come ad esempio la riserva di Sant'Anna di Valdieri. Celebre fu lo scatto eseguito nell'estate del 1899 a Re Umberto I durante una battuta di caccia allo stambecco nel plateau di Orvieille in Valsavaranche, opera attualmente custodita presso il Castello Reale di Racconigi.

Grazie a Giacinto Garaffi sono rimaste le immagini della costruzione della linea Cuneo-Ventimiglia nel tratto da Vievola fino al confine nord Italo-Francese, nel periodo dal 1912 al 1914. Tra le molte opere una bellissima serie di immagini sulla Valle Maira nel 1887, immagini tra cui, appunto, vi è anche la cittadina di Dronero.

Basta andare sul Ponte Nuovo, fermarsi ed accorgersi che oggi è ancora così: il Ponte Vecchio con il torrente Maira che passa sotto, il campanile della Chiesa di SS Andrea e Ponzio, l’edificio del teatro, le abitazioni e le suggestive montagne. L’immagine ora è a colori, ma il tempo, per un attimo, sembra tornare indietro.

In un mondo di tecnologia e scatti nella maggior parte dei casi poi cancellati, Giacinto Giraudi ci ricorda non soltanto il fermarsi ad ammirare, ma l’importanza del custodire. La fotografia, ancora oggi, può essere davvero un prezioso scrigno, immagini di vita ed al contempo racconto nel tempo di un’esistenza. In un solo attimo, in un’immagine, tutta la vita che resta.

Beatrice Condorelli

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