Attualità - 28 febbraio 2025, 12:18

Un progetto per parlare del fine vita nelle scuole superiori

L'iniziativa, promossa dalla cooperativa Caracol e dalla fondazione Adas ets, prevede uno o due incontri da due ore in aula per l’attività diretta con gli studenti

Un progetto per parlare del fine vita nelle scuole superiori

“Credo proprio di aver imparato questo: ad accettare la morte in quanto esperienza umana. Ho imparato anche che se si conosce e si parla di qualcosa, allora non fa più paura come prima. L’ignoranza, il tenere dentro, la vergogna sono le vere nemiche della Cultura. Si dovrebbe parlare più spesso di temi come questo, perché non solo servono ad avere più conoscenze, ma si alleggerisce l’anima, e piano piano ci si sblocca, riuscendo ad accogliere la morte (ma non solo questa) come esperienza di vita, per alcuni ultima, per chi è credente “di passaggio”. Ridurre questo tema ad un tabù è semplicemente controproducente per tutta la società”.

Questo è un estratto di un pensiero  scritto da uno studente al termine di uno degli incontri, organizzati dalla Cooperativa Caracola e Fondazione Adas ets nelle scuole. 

È con questa consapevolezza che è nato, nel 2023, il progetto “Vita alla Fine della Vita”, un’iniziativa della Fondazione ADAS ETS (Assistenza Domiciliare ai Sofferenti) in collaborazione con la Cooperativa Caracol di Mondovì.

Il progetto nasce dall’esigenza di alcuni insegnanti delle suole superiori di Cuneo di portare al centro del dibattito il tema della Fine, della Disabilità, della Morte.

La richiesta dei professori ha incontrato la volontà della Fondazione ADAS di dedicare tempo e risorse per l’educazione ai temi della terminalità anche e soprattutto rivolta ai protagonisti del futuro: i giovani. La Death Education è spesso vissuta come tabù (così come lo era la sessualità molti anni fa), le ragazze ed i ragazzi adolescenti chiedono di poter condividere approfondimenti su temi che riguardano la vita e la sua finitudine, in incontri informali, durante le ore scolastiche.

Dopo una prima fase di raccolta dei bisogni formativi, che ha coinvolto alcuni insegnanti e la Fondazione ADAS ETS, la Fondazione stessa ha coinvolto nella stesura del cronoprogramma la Cooperativa CARACOL di Mondovì, con la quale collabora già da alcuni anni per il progetto “Atlante delle vite”.

La Fondazione è un ente del Terzo Settore impegnato nell’erogazione di cure palliative in convenzione con ASL CN1. L’equipe al completo accompagna i pazienti inguaribili e le loro famiglie con un approccio centrato sulla dignità e sulla qualità della vita. Il lavoro quotidiano di Fondazione ADAS insegna che la morte non è solo un evento biologico, ma un processo che coinvolge emozioni, relazioni e significati profondi.

La Cooperativa Caracol, con la sua esperienza nel campo della pedagogia e dell’educazione, gioca un ruolo fondamentale nel progetto. Educatrici e psicologhe della Cooperativa offrono strumenti metodologici efficaci per affrontare con delicatezza e sensibilità temi complessi come la fragilità e la morte. Questa sinergia tra cura e pedagogia ha permesso di creare incontri formativi che coinvolgano attivamente gli studenti, stimolandoli a riflettere, a esprimere emozioni e a condividere esperienze. Il progetto Death Education promosso dalla Fondazione ADAS e dalla Cooperativa Caracol è un’opportunità per costruire una cultura più umana e sensibile, capace di riconoscere la fragilità come parte della condizione umana.

L’educazione alla FINE non è solo una riflessione sul fine vita, ma un'opportunità per imparare a vivere con maggiore consapevolezza e responsabilità. Affrontare il tema della fine aiuta i ragazzi a confrontarsi fra loro e con il mondo “adulto” per sviluppare una maggiore empatia, una resilienza più efficace e una visione più autentica della vita e dei suoi limiti. Parlare di morte con i giovani non significa spaventarli, ma aiutarli a vivere con maggiore intensità, perché solo chi realizza che la vita avrà una fine può davvero imparare ad apprezzarla nel più profondo dei suoi significati.

"Il nostro progetto - spiegano - vuole essere una forma di “controcultura”, in un mondo (la cultura occidentale soprattutto) che celebra l’efficienza e la giovinezza eterna. Vogliamo offrire ai ragazzi la possibilità di accettare la vulnerabilità come parte integrante dell’esistenza, per riscoprire il valore antico della cura reciproca. La morte non è un tabù, ma un orizzonte che può dare senso alla vita. Educare alla morte significa educare alla vita, per guardare la realtà con occhi più consapevoli e dare valore alle relazioni umane".

 Il programma prevede uno o due incontri da due ore in aula per l’attività diretta con gli studenti (confronto, brainstorming, elaborazione di un testo scritto, formazione sui temi suddetti) e un incontro unico (in orario scolastico o extrascolastico), per l’attività di teatro/esperienza con un’educatrice teatrale dedicata.

Nel biennio 2023/2024 sono stati realizzati 15 incontri per un totale di 30 ore, svolti nelle scuole superiori di Cuneo e di Mondovì, ma la disponibilità dell’equipe di formazione riguarda tutto l’ambito provinciale, pertanto è possibile richiedere ulteriori interventi.

Per richieste, contatti, informazioni chiamare Fondazione ADAS ETS al numero 0171/696729

comunicato stampa

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