Attualità - 25 febbraio 2025, 08:05

Da Bra a Tourrettes-sur-Loup in Francia, per la Festa delle Violette

In programma nel weekend dell’1 e 2 marzo. Da vedere anche la mostra del pittore Franco Gotta

Tourrettes-sur-Loup

Tourrettes-sur-Loup

Il nome sembra uscito da una fiaba e vi assicuro che un po’ lo è. Tourrettes-sur-Loup è un borgo medievale che vi farà sentire dentro un quadro di Monet, letteralmente, visto che siamo in Francia, a poca distanza da Nizza e dalla Costa Azzurra.

Balconi fioriti, viuzze dal sapore antico, panorami che lasciano senza fiato già dal primo sguardo. Una chicca che vale ogni metro percorso per attingere a piene mani nei colori della natura e assaporare una quiete rara.

Tourrettes-sur-Loup, arroccato a 400 metri di altitudine su uno sperone roccioso delle Alpi Marittime, prende il nome dalle tre torri che svettavano sul centro storico, mentre il Loup è il fiume che scorre ai piedi della città.

È chiamato anche il “villaggio della violetta”, poiché la violetta è la coltivazione simbolo del posto. A marzo, quando la natura si risveglia, si tiene la Festa della Violetta, un evento che inebria i cinque sensi. L’aria è satura del dolce profumo delle violette, che si mescola con quello dei piatti tipici provenzali cucinati nelle piazze. Le strade si animano già dal mattino con musiche e danze tradizionali, creando un’atmosfera festosa e contagiosa.

Nel pomeriggio, la festa raggiunge l’apice con una sfilata di carri adornati di fiori, un vero e proprio spettacolo per gli occhi. A conclusione, la spettacolare Battaglia dei Fiori lascia tutti a bocca aperta, colorando l’aria di petali viola.

La 73ª edizione della Festa delle Violette è in programma nel fine settimana dell’1 e 2 marzo e vale la pena per tre motivi (più 1).

Il primo è la longevità della festa, testimone di una tradizione consolidata e del suo legame con l’identità del territorio. A “inventare” la Festa delle Violette di Tourrettes-sur-Loup fu, nel 1952, un certo Victor Linton, artista e orafo di origine scozzese che viveva nel villaggio. Affascinato dal suo borgo d’adozione e dalle violette che ne erano il simbolo, Linton volle onorare i produttori e il loro know-how con un festival. Durante la prima edizione, al posto degli attuali carri, a sfilare ricoperti di violette erano biciclette, passeggini e… asini.

Nel corso del tempo, in Place de la Libération le bancarelle degli artigiani d’arte si sono affiancate a quelle di prodotti locali e la Festa delle Violette è diventata un’istituzione che attira visitatori da tutto il mondo.

Il secondo è il fatto che qui tutto profuma di viole: sciroppi, canditi, liquori, tè, saponi, torroni, caramelle. Ma, per chi non lo sapesse, c’è violetta e violetta. La varietà coltivata in questo luogo sin dal 1880 è la Victoria odorata, creata da un giardiniere della Regina del Regno Unito, è molto profumata, di color intenso e col suo bel gambo lungo circa 25 cm. Gli abitanti di Tourrettes si erano dedicati alla coltura delle viole soprattutto su impulso dello sviluppo dell’industria dei profumi a Grasse, la capitale della profumeria, lontana solo pochi km. Oggi le violette vengono adoperate dagli artigiani locali per la produzione non solo di prodotti di profumeria, ma anche di pasticceria, di cui sono emblema le deliziose violette candite.

Il terzo motivo è l’opportunità di godersi lo spettacolo degli imponenti carri interamente ricoperti di fiori che attraggono grandi e piccini. La novità del 2025 è la collaborazione con Jinju, città della Corea del Sud. Il resto lo fa la magia del luogo, che ha mantenuto intatto il suo aspetto medievale con le alte case costruite sui bastioni sopra la valle del Loup, il labirinto di vicoli, volte, scale, portici, il quattrocentesco castello di Villeneuve ed è punteggiato di botteghe degli artigiani e atelier di artisti.

Le viole non vi bastano? E allora approfittate del patto di amicizia che lega Tourrettes-sur-Loup alla città italiana di Bra per ammirare la mostra “Profumo di Amicizia” del pittore braidese Franco Gotta visitabile nella sala comunale al terzo piano, sabato 1 e domenica 2 marzo con orario 9.30 - 17. L’artista vive l’arte con passione e sentimenti e vuole portare un messaggio a chi si pone dinnanzi alle sue tele. Perciò ogni opera sarà accompagnata da un aforisma dello scrittore torinese Fabrizio Caramagna per un’intesa artistica tra colore e parola. Un esempio? Accanto al dipinto “Bra... ieri... oggi... domani”, che resterà nelle stanze del comune francese come segno di rispetto e di amicizia, si legge: «I ricordi non sono luoghi in cui si continua a tornare, sono posti dai quali non si è mai andati via».

Non vi resta che fare la valigia, salire in macchina e partire per una gita fuori porta e fuori dal tempo. Ma che vi lascerà sicuramente senza fiato.

Silvia Gullino

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