Prosegue la “storia infinita” del parco Ferruccio Parri di Cuneo, l’ampia area verde sorta – e inaugurata - nell’estate del 2022 al posto della precedente piazza d’Armi, sin dal primo giorno vessata da diversi tipi di problematiche. Tutte puntualmente riportate nei Consigli comunali dell’ultimo scampolo di “Borgna bis” e in questi primi anni di amministrazione Manassero.
A riportare l’attenzione sul tema, questa volta, è stato il consigliere Paolo Armellini (Indipendenti). Che nella sua interpellanza l’ha comparato al parco Bucci di Faenza, di otto ettari come l’area cuneese: “Faenza ha una spiccata attenzione per il verde pubblico da anni, e attua una gestione del servizio di cura mista con prevalenza della gestione diretta del Comune – ha detto nel proprio intervento di apertura -. Imparare da chi è più bravo di noi, nel cercare di migliorare una situazione davvero misera, è motivo di vanto: serve più cura del nostro parco Parri per renderlo più appetibile e utilizzato. Perché non bastano le dimensioni considerevoli a renderlo ‘un parco’, e personalmente lo vedo quasi identico, ancora, alla sua fase ‘di cantiere’”.
Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ha sostenuto le osservazioni del collega di minoranza: “In passato anche noi abbiamo cercato di dare suggerimenti in merito alla gestione di arbusti, piante e alberi da frutto praticamente già da sostituire – ha detto -. La manutenzione, ora, è effettivamente in capo alla ditta costruttrice? Quanto denaro è già stato erogato per l’attività? Questo parco ha bisogno di essere valorizzato perché per la città è un patrimonio importante: aree come questa hanno un valore quotidiano, contribuiscono alla bellezza e alla salubrità della zona”.
Di parere simile anche Franco Civallero (FI): “Manutenere un parco mai realmente terminato, un’operazione realizzata e inaugurata di corsa, e mai davvero completata, è tutt’altro che facile e ce ne stiamo rendendo conto”.
L’assessore Gianfranco Demichelis ha accolto lo spunto relativo alle buone pratiche dal ravennate come suggerito da Armellini, ma ha sottolineato come “un paragone assoluto non si possa realizzare davvero: il parco di Faenza è stato ristrutturato l’ultima volta negli anni ‘50-’60, il nostro è molto più giovane”.
“Il nostro parco è un bambino che deve crescere e noi dobbiamo accompagnarlo – ha aggiunto l’assessore -. L’intera area verde è in una fase di sviluppo ed evoluzione, necessariamente temporanea: monitoriamo, accompagniamo e miglioriamo dove possibile e necessario; gli spazi per l’implementazione un passo alla volta ci sono e il parco in sé non è ‘blindato’. La vera natura dell’opera si potrà esperire in qualche anno, diamogli tempo”.
Demichelis ha poi indicato come il parco possa vantare una trentina di specie differenti di forme di vita vegetali e che il numero di giardinieri attivi sull’intera città, attualmente, si attesti sulle quattro unità: “L’obiettivo sarebbe raddoppiare la squadra ma una gestione totalmente in house delle migliaia di metri quadrati di verde cittadino presente sarebbe impossibile – ha concluso -. Una gestione mista come quella che già operiamo è, concretamente, la soluzione più fattibile”.