Avrebbe dovuto svolgersi domani, domenica 23 febbraio, il congresso del circolo di Fratelli d’Italia di Savigliano, alla presenza dell’eurodeputato Giovanni Crosetto e presieduto dal sindaco di Racconigi Valerio Oderda, ma non si farà. Come già successo una ventina di giorni fa ad Alba, è stato rinviato a data da stabilirsi.
Annullato anche quello di Cuneo così come tutti gli altri: il calendario dei congressi resta sospeso in attesa che arrivi il via libera dalla segreteria organizzativa nazionale.
Non è chiaro il motivo di questo ulteriore slittamento perché non sono giunte comunicazioni ufficiali dal coordinamento provinciale.
La situazione nel maggior partito del centrodestra resta complessa nel Cuneese, sia per quanto riguarda i rapporti interni (sempre ancora conflittuali), sia per ciò che concerne l’aspetto organizzativo.
Alcuni circoli sono commissariati – è il caso di Mondovì e Saluzzo - mentre la presenza di FdI nelle istituzioni locali è scarsa e il radicamento sul territorio fatica a concretizzarsi.
In assenza di una struttura organizzata e operativa, le decisioni importanti, a partire da quelle che riguardano le nomine, restano in capo soprattutto all’assessore regionale Paolo Bongioanni.
Perdurano le tensioni emerse dopo il congresso del novembre 2023, quando una percentuale consistente di iscritti non aveva potuto votare per mancata registrazione.
A ciò si sono aggiunte ulteriori fibrillazioni dopo le elezioni provinciali del settembre scorso.
Come noto, infatti, FdI ha avuto un solo rappresentante in Consiglio provinciale, Rocco Pulitanò, capo della segreteria di Bongioanni, a fronte della buona performance di Forza Italia che nella lista di centrodestra “Ripartiamo dalla Granda” ha visto eletti tre suoi esponenti: Simone Manzone, Massimo Antoniotti e Roberto Baldi.
Ancora migliore è stato il risultato conseguito dal Patto Civico di Robaldo che di consiglieri ne ha espressi quattro.
Si dice che a Roma i dirigenti nazionali e lo stesso big cuneese del partito, il ministro della Difesa Guido Crosetto, non siano stati propriamente soddisfatti dello stato di salute del partito nella Granda.