Sanità - 21 febbraio 2025, 17:56

Ancora fumata nera per il rinnovo 2022-2024 del contratto del Comparto Sanità. Il Nursind chiede l‘intervento di Governo e Regioni

Il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega: "A spingerci in questa direzione è il senso di responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori, una responsabilità che, evidentemente, non ha guidato le sigle sindacali che hanno scelto, in maniera per noi scellerata, di non sottoscrivere il Ccnl sulla pelle dei professionisti”

Ancora fumata nera per il rinnovo 2022-2024 del contratto del Comparto Sanità. Il Nursind chiede l‘intervento di Governo e Regioni

Ancora fumata nera per il rinnovo 2022-2024 del contratto del Comparto Sanità. 

"Le trattativericordiamo si erano già arenate un mese fa per l'opposizione di Cgil, Uil e Nursing Up. Si è tenuta oggi infatti all’Aran la riunione per il rinnovo del contratto collettivo del comparto Sanità, con l'obiettivo di aggiornare le organizzazioni sindacali sugli sviluppi successivi alla rottura della trattativa avvenuta il 14 gennaio.

Le sigle sindacali contrarie alla firma del contratto (Cgil, Uil e Nursing Up) hanno mantenuto inalterate le loro richieste, il presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, ha preso atto dell’impossibilità di proseguire le trattative.

Riguardo all'aspetto economico, il presidente Naddeo ha riportato quanto emerso dall’incontro del 18 febbraio tra il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, e le rappresentanze del comparto delle Funzioni centrali: non sono previsti ulteriori stanziamenti per il rinnovo contrattuale 2022-2024. Il Governo ha infatti confermato che le risorse complessivamente destinate al pubblico impiego per i due cicli contrattuali 2022-2024 e 2025-2027 ammontano a 20 miliardi di euro, di cui 3,7 miliardi riservati alla Sanità.

Questi fondi consentiranno un aumento medio in busta paga di 172 euro mensili per il triennio 2022-2024 e di 184 euro per il 2025-2027, per un incremento complessivo medio di 356 euro al mese per 13 mensilità".

Il Nursind chiede l‘intervento di Governo e Regioni. “Sono caduti tutti gli alibi e chi, anche oggi, ha sprecato l’ultima chiamata e deciso irresponsabilmente di non sottoscrivere il Ccnl del comparto non solo si è assunto una enorme responsabilità di cui dovrà dare conto ai lavoratori, ma ha anche decretato la morte del ruolo dei sindacati nella contrattazione”. Il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, commenta così il fallimento del tavolo convocato questa mattina all’Aran.

“L’incontro – ricostruisce Bottega – ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto: le risorse, che anche noi reputiamo insufficienti, non aumenteranno perché qualcuno fa la voce grossa o punta i piedi. E bacchette magiche non ce ne sono”. Non solo, prosegue, “ma anche la parte ordinamentale del contratto non sarà oggetto di modifiche tant’è che l’Aran, su mandato delle Regioni, ha riproposto il testo frutto della trattativa di gennaio. Ecco perché la decisione di non firmare neppure stamani di fatto preclude ogni possibilità di futura negoziazione. Un vero e proprio ‘suicidio’, naturalmente non nel nostro nome, ma – ed è un paradosso - nel nome di quelle sigle che a partire dagli anni ’90 hanno voluto con forza l’attuale sistema di contrattazione”. “A questo punto – evidenzia il segretario del Nursind – non ci resta che chiedere un intervento a governo e Regioni per distribuire le risorse stanziate in manovra. A spingerci in questa direzione è il senso di responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori, una responsabilità che, evidentemente, non ha guidato le sigle sindacali che hanno scelto, in maniera per noi scellerata, di non sottoscrivere il Ccnl sulla pelle dei professionisti”.

“È emblematico il caso del personale di pronto soccorso che per primo purtroppo sta pagando il prezzo della mancata ratifica dell’intesa, non potendo percepire l’aumento dell’indennità in busta paga. Come ha ribadito ancora una volta oggi l’Aran, infatti - conclude Bottega -, questo incremento è legato al rinnovo del contratto in quanto rientra nei finanziamenti stabiliti dall’atto d’indirizzo delle Regioni e certificato dalla Ragioneria dello Stato”.

comunicato stampa

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