Attualità - 21 febbraio 2025, 15:08

I sindaci della Val Bormida dicono no al termovalorizzatore: "Il territorio non può più sopportare impatti ambientali"

È stata avanzata una richiesta di incontro urgente con i vertici della Regione Liguria, al fine di illustrare le ragioni del no e proporre soluzioni alternative per lo sviluppo economico della valle

I sindaci della Val Bormida dicono no al termovalorizzatore: "Il territorio non può più sopportare impatti ambientali"

I sindaci della Val Bormida si schierano compatti contro l’ipotesi di realizzazione di un termovalorizzatore nella valle. Con un documento unitario, firmato dai primi cittadini di 19 Comuni, viene espressa una ferma opposizione al progetto, ritenuto incompatibile con le attuali condizioni ambientali e con la volontà di promuovere un nuovo modello di sviluppo sostenibile per il territorio.

Nel documento, i sindaci ricordano come la Val Bormida abbia già pagato un prezzo altissimo a causa delle scelte politiche del passato, che hanno favorito l'insediamento di industrie ad alto impatto ambientale, tra cui aziende chimiche e cokerie. "Oggi la valle porta ancora i segni di decenni di mancati interventi di bonifica e mitigazione", ed è per questo motivo che i primi cittadini ritengono insostenibile l’aggiunta di un nuovo impianto industriale di tale portata.

I sindaci sottolineano che, pur riconoscendo i possibili benefici economici e produttivi di un termovalorizzatore, la Val Bormida non è nelle condizioni di accogliere un simile impianto. Il loro obiettivo è un altro: favorire l’insediamento di aziende a basso impatto ambientale e valorizzare le ricchezze naturali, culturali e turistiche della valle, invertendo la rotta rispetto al passato.

Per questo motivo, è stata avanzata una richiesta di incontro urgente con i vertici della Regione Liguria, al fine di illustrare le ragioni del no e proporre soluzioni alternative per lo sviluppo economico della valle.

La posizione dei sindaci, secondo quanto emerso, non è dettata da ideologie, ma dalla volontà di proteggere il benessere delle comunità locali e preservare l’integrità ambientale della valle. Nel documento, viene ribadita l’apertura a un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte, ma con un chiaro punto fermo: la Val Bormida non può più sopportare il peso di scelte industriali che rischiano di comprometterne ulteriormente l’equilibrio ambientale.

L’appello è stato firmato dai sindaci di Altare, Bardineto, Bormida, Cairo Montenotte, Calizzano, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Giusvalla, Mallare, Massimino, Millesimo, Murialdo, Pallare, Osiglia, Piana Crixia, Plodio e Roccavignale, uniti nel ribadire la loro ferma opposizione al progetto.

redazione

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