Economia - 17 febbraio 2025, 07:00

Come promuovere un ecommerce su Google: 5 consigli chiave

In questa guida troverai 5 consigli pratici per promuovere un ecommerce su Google in modo efficace, partendo dalle basi della gestione del feed di prodotto fino ad arrivare a strategie avanzate di segmentazione del catalogo.

Come promuovere un ecommerce su Google: 5 consigli chiave

Promuovere un ecommerce su Google è uno dei metodi più efficaci per aumentare la visibilità del proprio negozio intercettando la domanda consapevole degli utenti, in cerca di un prodotto o servizio. Tuttavia non è sufficiente pensare di attivare campagne pubblicitarie su Google Ads, la piattaforma pubblicitaria di Google per ottenere un profitto dal proprio E-commerce. Dietro al successo di un investimento pubblicitario c'è un lavoro strategico in primis e di ottimizzazione del feed e delle campagne.

Se vuoi capire meglio come agire per promuovere correttamente il tuo negozio su Google, in questo articolo, insieme a un Consulente Google Ads esperto come Luigi Virginio, analizzeremo in maniera le migliori strategie e vedremo come sfruttare al massimo le potenzialità di questo strumento.

In questa guida troverai 5 consigli pratici per promuovere un ecommerce su Google in modo efficace, partendo dalle basi della gestione del feed di prodotto fino ad arrivare a strategie avanzate di segmentazione del catalogo. Seguendo questi suggerimenti potrai ottimizzare le tue campagne, massimizzare il ritorno sull'investimento e raggiungere il pubblico giusto al momento giusto.

1. Ottimizzare il feed di prodotto

Un feed di prodotto ottimizzato è il punto di partenza per una promozione efficace su Google. Il feed rappresenta il "biglietto da visita" dei tuoi articoli agli occhi del motore di ricerca e degli utenti: contiene tutte le informazioni necessarie affinché Google possa mostrare i tuoi prodotti nelle ricerche pertinenti e nelle campagne Shopping. Più i dati sono completi, precisi e dettagliati, maggiori sono le possibilità di intercettare utenti realmente interessati all’acquisto.

Campi obbligatori e facoltativi: non fermarti al minimo richiesto

Google richiede alcuni campi obbligatori per attivare le campagne Shopping, come ID prodotto, titolo, descrizione, prezzo e link all'immagine. Tuttavia, limitarsi a inserire solo queste informazioni potrebbe penalizzare le performance.

Consiglio: sfrutta anche i campi facoltativi per arricchire il feed. Ad esempio:

●       Brand: utile per chi cerca un marchio specifico.

●       Materiale e colore: rilevanti per prodotti nel settore fashion o arredamento.

●       Etichette personalizzate: ideali per segmentare i prodotti in base alle performance o alle stagionalità.

Immagina di gestire un negozio di scarpe: un feed con il solo titolo "Scarpe running" potrebbe risultare troppo generico. Invece, una descrizione dettagliata come "Scarpe da running leggere per uomo, traspiranti, colore blu – Marchio X" aiuta Google a comprendere meglio il prodotto e a mostrarlo nelle ricerche giuste.

Ottimizzazione dei titoli: la chiave per un matching efficace

Google utilizza il titolo del prodotto per associarlo alle ricerche degli utenti, quindi è fondamentale ottimizzarlo in ottica SEO.

Ecco alcune best practice:

●       Inserisci le keyword più rilevanti all’inizio del titolo.

●       Usa termini descrittivi per anticipare le caratteristiche distintive del prodotto.

●       Evita keyword stuffing: la leggibilità deve rimanere naturale.

Questa struttura migliora il matching con ricerche come "scarpe da running leggere uomo" o "scarpe da corsa traspiranti blu", aumentando la probabilità di essere visualizzati da utenti interessati.

2. Considerare l'intero ecosistema delle campagne Google

Promuovere un ecommerce su Google in modo efficace significa comprendere che non esiste una sola tipologia di campagna adatta a tutte le situazioni. Google Ads, infatti, mette a disposizione una serie di strumenti pubblicitari che, se utilizzati in sinergia, possono coprire le diverse fasi del percorso d'acquisto, dalla scoperta iniziale fino alla conversione.

La scelta delle campagne non può essere casuale: ogni tipologia ha specifiche funzioni, target e obiettivi. Integrare più formati pubblicitari all’interno di una strategia strutturata consente di raggiungere un pubblico più ampio e di incrementare le performance complessive.

Ecco le principali tipologie di campagne da considerare per un ecommerce:

Performance Max (PMax): massimizzare le conversioni grazie all'AI

Le campagne Performance Max (PMax) rappresentano l'evoluzione della pubblicità su Google. Sfruttano l’intelligenza artificiale e il machine learning per mostrare i tuoi prodotti su più canali contemporaneamente, tra cui:

●       Rete di Ricerca

●       YouTube

●       Rete Display

●       Google Shopping

●       Gmail

●       Discover

L'algoritmo ottimizza in modo autonomo budget e offerte, apprendendo dai dati raccolti per incrementare le conversioni. Questo le rende particolarmente utili per ecommerce con ampi cataloghi e obiettivi di vendita diretti.

Campagne di ricerca: intercettare la domanda consapevole

Le campagne sulla rete di ricerca si basano sulle parole chiave inserite dagli utenti. Quando qualcuno cerca un prodotto specifico, i tuoi annunci possono comparire tra i risultati sponsorizzati, intercettando così una domanda già esistente.

Ad esempio, per un ecommerce di scarpe, puntare su keyword come "scarpe da running leggere uomo" permette di raggiungere persone con un’intenzione d’acquisto chiara.

Campagne Display e Video: creare consapevolezza e stimolare la domanda latente

Se le campagne di ricerca si rivolgono a chi già cerca un prodotto, le campagne Display e Video permettono di stimolare l'interesse in utenti che non stanno attivamente cercando, ma potrebbero essere interessati.

●       Campagne Display: mostrano annunci visivi su siti web e app partner di Google.

●       Campagne Video: sfruttano YouTube per attirare l’attenzione con contenuti video coinvolgenti. 

3. Definire metriche e KPI per una gestione consapevole del budget

Promuovere un ecommerce su Google senza una chiara definizione di metriche e KPI è come guidare un'auto senza cruscotto: si rischia di procedere alla cieca, sprecando budget e opportunità. Google Ads offre numerosi dati, ma la chiave per una gestione efficace sta nell'identificare le metriche davvero significative per il proprio business.

Un’analisi accurata delle performance permette di ottimizzare la distribuzione del budget, migliorare la redditività delle campagne e prendere decisioni basate su dati concreti.

Ecco due concetti chiave da considerare:

Dal ROAS al POAS: misurare il vero rendimento delle campagne

Per anni, il ROAS (Return on Ad Spend) è stato il punto di riferimento nella valutazione delle campagne Google Ads. Questa metrica misura il rapporto tra il valore delle vendite generate e l'investimento pubblicitario, calcolato con la formula:

ROAS = (Entrate da Ads / Costo Ads) x 100

Ad esempio, un ROAS del 400% indica che, per ogni euro investito, si sono generati quattro euro di ricavi. Tuttavia, il ROAS non tiene conto dei costi di produzione, spedizione o gestione, fornendo quindi una visione parziale della reale redditività.

Per questo motivo, è sempre più consigliato adottare il POAS (Profit on Ad Spend), che considera il margine di profitto anziché i semplici ricavi.

POAS = (Profitto netto da Ads / Costo Ads) x 100

Perché passare al POAS?

●       Valutazione reale della redditività: si analizza il profitto effettivo, non solo il fatturato.

●       Distribuzione più efficace del budget: si evita di investire su prodotti con margini ridotti nonostante alti volumi di vendite.

●       Focus sull'ottimizzazione del mix di prodotti: aiuta a identificare quali articoli contribuiscono maggiormente ai profitti aziendali.

Margine e distribuzione del budget: investire in modo intelligente

Una gestione consapevole del budget passa anche attraverso l'analisi accurata dei margini di profitto. Non tutti i prodotti generano lo stesso guadagno, e promuovere articoli con bassa marginalità potrebbe compromettere la sostenibilità della strategia pubblicitaria.

4. Segmentare il catalogo con sistemi di etichettatura avanzati

Quando si tratta di promuovere un ecommerce su Google, uno degli errori più comuni è gestire l'intero catalogo come un unico blocco omogeneo. In realtà, non tutti i prodotti hanno le stesse performance e trattarli indistintamente può portare a una dispersione del budget e a un’inefficace gestione delle campagne.

La soluzione? Segmentare il catalogo prodotti utilizzando strumenti di etichettatura avanzata, come il Labelizer, e analizzare le performance con dati concreti.

Vediamo come funziona questa strategia e perché può fare la differenza.

Segmentare il catalogo significa suddividere i prodotti in gruppi distinti in base a criteri specifici, come performance, categoria, stagionalità o margine di profitto. Questo processo permette di:

●       Ottimizzare l’allocazione del budget pubblicitario.

●       Identificare i prodotti con potenziale di crescita.

●       Ridurre la dispersione delle impression e migliorare il rendimento complessivo.

Un ecommerce di abbigliamento potrebbe suddividere i prodotti in:

●       Prodotti ad alta performance: T-shirt basic che registrano alti volumi di vendite.

●       Prodotti stagionali: giacche invernali, rilevanti solo in determinate stagioni.

●       Prodotti con bassa visibilità: articoli che ricevono poche impression e necessitano di un’ottimizzazione del feed.

Gestione dei prodotti non performanti: identificare e correggere i problemi

Una delle funzionalità più utili di un Labelizer è la capacità di individuare i prodotti non performanti, ossia quegli articoli che ricevono poche impression o click.

Ma perché un prodotto potrebbe non ottenere visibilità?

●       Concorrenza interna: alcuni articoli, a causa di titoli simili o di una distribuzione non ottimale del budget, possono "cannibalizzare" le impression di altri prodotti.

●       Feed incompleto o impreciso: titoli generici, descrizioni poco chiare o immagini non accattivanti limitano la visibilità.

●       Offerta poco competitiva: prezzi più alti rispetto alla concorrenza o spedizioni poco convenienti possono scoraggiare i click.

5. Affidarsi a un consulente Google Ads esperto

Google Ads è uno strumento estremamente potente per promuovere un ecommerce, ma senza un'adeguata strategia e un'analisi costante delle performance, il rischio di sprecare budget è elevato. Le campagne pubblicitarie vanno oltre la semplice impostazione di annunci: per ottenere risultati concreti, serve esperienza, competenza e una conoscenza approfondita delle dinamiche del settore.

Per questo motivo, affidarsi a un consulente Google Ads specializzato in ecommerce può fare la differenza tra una strategia profittevole e una che brucia risorse senza risultati.

Perché scegliere un consulente Google Ads specializzato in ecommerce?

Gestire un ecommerce con Google Ads è molto diverso rispetto alla promozione di servizi o di attività locali. Gli aspetti da considerare sono molteplici:

●       Ottimizzazione del feed di prodotto per Google Shopping.

●       Segmentazione avanzata delle campagne per massimizzare il ROAS e il POAS.

●       Strategie di offerta personalizzate, in base ai margini di profitto dei prodotti.

●       Gestione del budget su più campagne e canali (Search, Shopping, Display, PMax, Video).

●       Analisi costante delle performance e ottimizzazione basata sui dati.

●       Utilizzo di strumenti avanzati come il Labelizer

Evitare errori costosi: perché il fai-da-te può essere rischioso

Google Ads è accessibile a tutti, e molte piattaforme offrono tutorial per impostare le prime campagne. Tuttavia, impostare una campagna non significa ottimizzarla.

Ecco alcuni errori comuni che un consulente esperto ti aiuta a evitare:

●       Targeting troppo ampio o troppo ristretto: impostare male le audience può far sprecare budget su utenti non in target.

●       Struttura delle campagne non ottimizzata: senza una segmentazione chiara, prodotti diversi competono tra loro per le impression.

●       Feed di prodotto incompleto o mal ottimizzato: titoli generici e descrizioni poco dettagliate riducono la visibilità nelle ricerche pertinenti.

●       Scelta errata delle metriche di riferimento: concentrarsi solo sul ROAS e non sul POAS può portare a decisioni sbagliate nella distribuzione del budget.

●       Strategia di offerta non adeguata: impostare CPC troppo alti o troppo bassi può limitare la competitività della campagna.

Un consulente specializzato sa come prevenire questi errori e ottimizzare ogni aspetto della campagna per ottenere il massimo rendimento dal budget investito.

Per concludere

Promuovere un ecommerce su Google non è un’attività che si può improvvisare: servono competenze specifiche, una strategia ben definita e un monitoraggio costante delle performance. Dall’ottimizzazione del feed di prodotto alla segmentazione avanzata del catalogo, fino alla scelta consapevole delle metriche da monitorare, ogni dettaglio può fare la differenza tra una campagna inefficace e una strategia di successo.

Seguendo questi 5 consigli pratici potrai:

●       Migliorare la visibilità del tuo ecommerce nei risultati di ricerca di Google.

●       Attrarre traffico qualificato grazie a campagne mirate su Search, Shopping, Display e Performance Max.

●       Ottimizzare il rendimento del budget grazie all’analisi di metriche avanzate come il POAS.

Gestire il marketing e la pubblicità di un Ecommerce significa saper interpretare i dati: attraverso il monitoraggio delle campagne e l'esperienza di un consulente esperto puoi risparmiare tempo e risorse.

Richy Garino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A FEBBRAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU