Le botte all’ex fidanzata c’erano, come ci fu anche quel morso sul naso che le lasciò una cicatrice. Ma i maltrattamenti non sussistono. Per questo D.M., per cui il giudice ha disposto anche l’immediata scarcerazione, è stato condannato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale a una pena detentiva di un anno e otto mesi, sostituita dalla detenzione domiciliare.
Come aveva spiegato lui in tribunale a Cuneo, quella che aveva con quella donna era "una relazione complicata”.
Entrambi, con un passato di tossicodipendenza, si erano conosciuti nel 2022. “La mattina del mio arresto stavo male e non ero andato al lavoro. L’avevo accompagnata al bar e mi ero allontanato per comprare due dosi di crack che ho fumato a casa. Quando sono sceso, lei era in bagno che si stava bucando. Prendeva il metadone”.
Litigate frequenti che spesso erano legate alla droga: “Da quando ci frequentavamo - aveva continuato - ci aiutavamo a vicenda per smettere di drogarci. Però poi abbiamo ricominciato e sono iniziati i litigi. Io non volevo che lei si bucasse”.
Quanto al morso sul naso che le aveva dato, l’episodio più grave contestato dalla Procura, lui aveva spiegato di essersi difeso dopo che lei lo avrebbe aggredito per prima spingendolo contro uno scolapiatti e mordendogli un dito: “Per farla smettere l’ho morsa - aveva ammesso -, la nostra relazione era già finita. Io stavo mettendo da parte i soldi, avevo già la valigia pronta”.
Nel gennaio 2024 l’arresto: “Quel giorno avevamo nuovamente litigato per la droga – aveva proseguito -. Mi era sparito un panetto di hashish da 50 grammi. Io le ho urlato che era una tossica e lei mi ha colpito con un pugno alla gola e uno al volto. Ha anche cercato di aggredirmi con un coltello alle spalle. A quel punto l’ho spinta. Ecco perché aveva graffi sul volto”.
In aula erano presenti anche i genitori della donna, a cui il trentenne ha rivolto delle scuse: “La nostra era una relazione tossica e burrascosa. Ma sono molto dispiaciuto. Volevo scusarmi con loro”.