Attualità - 19 gennaio 2025, 15:00

Farinél- Con Bibbia e Latino non faremo passare ai nostri ragazzi la voglia di lasciare l’Italia

Si discute della riforma del ministro Valditara, senza pensare cosa sognino i ragazzi. La quasi totalità di loro vede un futuro lontano dall’Italia, un paese vecchio dove i giovani sono un futuro che, come Godot, mai è in procinto di arrivare

Farinél- Con Bibbia e Latino non faremo passare ai nostri ragazzi la voglia di lasciare l’Italia

La settimana appena trascorsa è stata, per il sottoscritto e per i colleghi di Radio Alba, caratterizzata dalla presenza di Matilde. Matilde è una ragazza diciassettenne che frequenta il liceo linguistico “Da Vinci” di Alba e che ha scelto la nostra emittente per l’alternanza scuola-lavoro. Il confronto con Matilde è stato particolarmente arricchente e interessante per il sottoscritto, come sono sempre i confronti. Ho trovato davanti una ragazza dalla grande maturità intellettuale ed emotiva, a dispetto della giovane età, in grado di sostenere qualsiasi tipo di discorso.

Ho parlato molto con lei, l’ho anche intervistata tre volte in diretta cercando di entrare nel pensiero di una studentessa che nel 2025 compirà 18 anni, tra sogni, speranze e ambizioni. Tra tante ipotesi sul futuro l’unico punto fermo per Matilde è nel vedere un futuro lontano dall’Italia. Su questo punto ho provato a discutere con lei, prospettandole un ventaglio di possibilità che potrebbero crearsi nei prossimi anni in Italia con aziende che avranno sempre maggiore bisogno di giovani in un paese che invecchia a vista d’occhio. Su questo non c’è stato margine di discussione, per la ragazza il futuro è lontano da qui ed è un futuro da raggiungere il prima possibile.

Le motivazioni che Matilde ha addotto sono quelle che tutti possono immaginare, innanzitutto ampliare i propri orizzonti e questo è doveroso e sacrosanto, ma può essere fatto anche viaggiando o pensando a un periodo di studio all’estero, senza doversi per forza trasferire oltre confine. Ma le motivazioni sono più profonde, come mi ha spiegato Matilde, quella dei ragazzi che sognano un futuro all’estero (la grande maggioranza), è anche una forma di protesta verso un paese che vede i giovani come un corpo estraneo e che confina le istanze giovanili ai margini della società.

I giovani, insomma, sono pochi, saranno sempre meno e quei pochi sognano di andarsene dalla nostra Italia e non vedono alcun futuro nella nostra bella penisola. Sono cittadini del mondo, come erano già molti della mia generazione, ma senza le radici che portavano a tornare alle origini un giorno, della mia generazione. “Un paese ci vuole”, ma quel paese per loro non è l’Italia.

Riassumendo gran parte dei pochi giovani italiani, quelli che dovrebbero scrivere il nostro futuro, o per i più pragmatici, quelli che dovrebbero pagarci le pensioni, andranno a scrivere il futuro di altri paesi e a pagare le pensioni di Francesi, tedeschi, inglesi, americani o australiani. Esiste qualcosa di più drammatico di un figlio che sogna solo di andare via di casa e che spera di tornare mai più? Esiste qualcosa che possa essere più importante di questo per la politica di un paese? Io risponderei no a entrambe le domande, ma per la politica di questo paese i giovani sono semplicemente un non tema di non discussione, non esistono e non hanno voce.

Mi è capitato molte volte di intervistare grandi personaggi del nostro territorio e non, ne cito tre, Angelo Gaja (84 anni), Bruno Ceretto (88 anni), Michelangelo Pistoletto (92 anni), ogni volta che ho parlato con loro mi sono stupito di come uomini ultraottantenni parlassero sempre con lo sguardo rivolto al futuro, ai prossimi 20, 30 o 50 anni, con visione, prospettiva alla ricerca di un bene comune.

È proprio dei grandi uomini e donne avere lo sguardo rivolto al futuro, mentre la politica ha come unico orizzonte le prossime elezioni. Nel frattempo, perdiamo intere generazioni di ragazzi che non vedono nel loro futuro il nostro paese.

Io non sono contrario allo studio di Latino e Bibbia nelle scuole medie, il latino, con il greco è la base per lo studio di tutte le materie umanistiche, la Bibbia è un libro fondamentale per la nostra cultura, che va letto e conosciuto indipendentemente dalla confessione che si professa o dall’essere credenti o meno. Vorrei però che la scuola insegnasse, prima di tutto, ai ragazzi ad essere i cittadini di domani, ad avere spirito critico e a cambiare in meglio il LORO paese lottando per prendersi lo spazio che meritano, senza lasciare come unica possibilità quella di andarsene il più lontano possibile.

Marcello Pasquero

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