Fa parlare di sé anche in quel di Cuneo il nuovo Decreto “Sicurezza” approvato alla Camera mercoledì 18 settembre scorso: i gruppi consigliari Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia hanno infatti prodotto e presentato un ordine del giorno che ne critica le disposizioni, e chiede alla città di schierarsi nettamente contro la sua approvazione.
A far storcere il naso in maniera particolare ai quattro consiglieri coinvolti il fatto che nel decreto si aggiungano diverse nuove fattispecie di reato e ulteriori aggravanti per quelli già sussistenti. Come il delitto di rivolta all’interno del carcere, il reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, due nuove fattispecie di danneggiamento, la messa al bando dei cannabis shop tramite il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, l’aggravante dei delitti di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale se realizzati per impedire i lavori su un’opera pubblica o un’infrastruttura strategica, il reato di lesioni personali a un ufficiale o agente di polizia che svolga le sue funzioni, l’introduzione di pene più severe per chi deturpa beni mobili e immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche e il reato di protesta violenta in un Centro di permanenza per il rimpatrio.
Ma anche l’introduzione della possibilità di revoca della cittadinanza italiana in caso di condanna definitiva per reati gravi, della possibilità del carcere anche per chi prima ne era escluso per ragioni di salute (come le donne incinta e le madri), della possibilità per gli agenti di pubblica sicurezza, a portare con sé senza licenza alcune tipologie di armi quando non in servizio e infine della possibilità di chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni per i negozianti che vendano schede SIM senza prima procedere all’identificazione dei clienti.
“Il Governo ha deciso con questo provvedimento di voler gestire numerose questioni sociali nella maniera più illiberale possibile, cioè reprimendole con l'utilizzo del sistema penale e del carcere anziché aprirsi al dialogo e all'ascolto – si legge nel testo del documento -. Specie quando lo stato di salute degli istituti penitenziari oggi esprime una chiara e inequivocabile necessità: occorrerebbe svuotarli quanto più possibile”.
“Il Disegno di Legge si inserisce in un consapevole percorso di criminalizzazione e repressione del dissenso da parte del Governo, che di fronte a instabilità e malcontento risponde col carcere – proseguono gli scriventi -. A rimanere colpiti dal nuovo DL sono i giovani, lesi nell’esercizio del proprio diritto di manifestazione con pratiche di disobbedienza civile nonviolenta”.
Si chiede quindi al presidente del Consiglio comunale di inviare l’ordine del giorno a tutti rappresentanti parlamenti eletti nei collegi della Granda e alle presidenze di Camera e Senato e il sindaco a intervenire presso il governo affinché sia chiara l’assoluta contrarietà dell’amministrazione alle disposizioni contenute nel DL.
Se ne parlerà nel corso del Consiglio comunale di gennaio.