In questi giorni gli auguri “per un buon inizio” si sprecano, ovviamente. Ma un contesto nel quale sembrano già puzzare di vecchio è quello della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, che proprio nei primissimi giorni di questo 2025 ha vissuto – e fatto vivere ai suoi utenti – momenti di disagio e ritardi che paiono tutt’altro che dissimili da quelli che hanno caratterizzato l’anno appena conclusosi.
Sul tema si è espressa l’ Assemblada Occitana Valades, che ha sottolineato come l’anno sia “iniziato come peggio non poteva: soppressioni di navette, ritardi di ore e disagi per turisti, pendolari e lavoratori transfrontalieri non si contano già più sulle dita di una mano”.
“Questo è scandaloso – prosegue l’Assemblada -. Esprimiamo la massima solidarietà agli utenti della ferrovia e ringraziamo l'Osservatorio Ferrovia del Tenda per l'ottimo lavoro che sta svolgendo in materia di comunicazione e di assistenza tecnica agli utenti. Crediamo però che in valle Vermenagna si stia tentando un "vallicidio". Con lo stop al tunnel del Tenda (che ormai ha raggiunto e superato i quattro anni e i cinque inverni) era lecito aspettarsi una maggiore attenzione alla linea ferroviaria, che invece sembra volutamente dimenticata dal centralismo. La Cuneo Nizza può vivere solo con il territorio che la controlla! Le nostre valli devono prendere il controllo dei trasporti pubblici locali. Gli enti più prossimi ai cittadini devono avere il controllo dei servizi”.
Ma questi nuovi disagi “targati 2025” hanno scatenato anche diversi dei nostri lettori. Uno in particolare, che non si è stupito poi molto di quanto accaduto: “Ritengo fantasioso pensare che il 2025 possa essere diverso dal 2024 per i collegamenti ferroviari: in particolare sulla Cuneo-Ventimiglia (al di là della situazione a Breil) da tempo il materiale impiegato è insufficiente sia come numero di mezzi che come manutenzione. I minuetti hanno dato problemi sin dall'inizio e le condizioni impegnative della linea di certo non migliorano la situazione. Quindi inutile continuare con i lamenti e i soliti commenti se non si capisce la realtà: in caso di soccorso i tempi sono necessariamente lunghi dopo la chiusura del deposito di Cuneo”.
“Certo esistono responsabilità politiche ma anche Trenitalia solo con mezzi nuovi e efficienti (ma prima di tutto con i lavori sul tracciato) può pensare a un rilancio – prosegue il lettore nella lettera -. Questo presuppone una piena intesa e collaborazione tra i due stati (cosa che non si registra se non con vaghi accordi teorici) perché la regione Piemonte non può farsi carico di tutto, considerata la situazione tragica delle linee piemontesi”.
A differenza dell’Assemblada, però, il lettore si è dimostrato critico in merito all’attività dell’Osservatorio: “Le loro esternazioni creano ulteriore confusione senza spiegare bene il come e il perché e pensare che un genio risolva i problemi semplicemente protestando o con proposte irrealizzabili allo stato attuale pare assurdo”.