Farinél - 29 dicembre 2024, 12:00

Farinél/ Il 2024, un anno da Farinél

Che 2024 è stato? Riviviamolo attraverso le uscite settimanali della rubrica domenicale curata dal giornalista Marcello Pasquero

Farinél/ Il 2024, un anno da Farinél

Ultimo Farinél dell’anno ed arriva, ineluttabile, il tempo dei bilanci. Che 2024 è stato per il nostro territorio? Come tutti sono portato pensare immediatamente agli ultimi accadimenti, quindi direi un anno non buono, concluso con la tragedia immane delle due morti di Issa e Mamadou e con l’annuncio dei licenziamenti della Diageo e della Dana a Cervere e Sommariva Perno.

La morte dei due ragazzi in un casolare abbandonato di via Gamba di Bosco, nel tentativo di scaldarsi, ha lasciato un velo di tristezza su questo 2024, in una città che improvvisamente si è accorta che esistono delle situazioni di emergenza non tollerabili in un luogo dove si vengono a mangiare dei funghi cavati da terra a 7 euro al grammo e si bevono nettari che costano oltre 100 euro per 75 cl.

La nostra Alba, quella di cui parliamo con orgoglio ogni volta che attraversiamo il Tanaro per andare Oltre Manica o oltre Oceano, quel paesone di 31 mila anime che per noi è la capitale e il centro del Mondo non può dimenticare e mettere sotto un tappeto due vite come quelle di Issa e Mamadou.

Tra i propositi per il 2025 deve esserci, al primo posto, l’impegno a che una morte come la loro, ma soprattutto una vita ai margini come la loro non abbia a ripetersi: la grandezza di una comunità si misura da quanto si occupa degli ultimi, dei più piccoli. Non a caso quello di Alba è il primo logo che si vede entrando nell’ospedale di North Kinangop, sugli altipiani del Kenya, dove sono stato tre volte nell’ultimo anno e ad Alba e a don Tablino è legata la missione di Marsabit, uno dei luoghi più remoti e poveri del mondo prima dell’arrivo dei missionari albesi.

Lasciamo, insomma, il 2024 con questo pensiero, con l’obiettivo di non dover più commentare notizie come quella di Issa e Mamadou, ma come era cominciato questo anno che sta recitando i titoli di coda? Riviviamolo attraverso questa rubrica.

Il Gennaio del Farinél era iniziato con l’ottima notizia del crollo del numero di morti sulle strade della provincia di Cuneo, dati che verranno confermati anche nell’anno in corso e che speriamo possano indicare una tendenza che prosegua nel corso del tempo.

Il 7 gennaio 2024 il protagonista del Farinél è stato Pinot Gallizio con l’auspicio che il 2024 potesse essere un anno importante per il grande artista albese. Il resto del mese era stato dedicato allo spostamento dell’inizio della stagione della cerca del tartufo e agli ottimi numeri del commercio sotto le torri, in controtendenza con il resto del Piemonte. L’ultimo Farinél del mese non poteva che essere dedicato al campione Jannik Sinner, reduce dal trionfo agli Australian Open con un ricordo dei suoi rapporti con la nostra provincia, agli albori di una carriera che lo avrebbe portato al numero 1 del ranking Atp.

Febbraio si è aperto con il World Nutella day per proseguire con un invito a tornare a celebrare il Carnevale. Il 18 febbraio uno dei Farinél a cui sono più legato con il mio “scazzo” contro la politica attuale e il ricordo di un grande politico: Don Luigi Sturzo. L’ultima uscita del mese l’ho dedicata alla mia Radio Alba che il 29 febbraio ha compiuto 48 anni e oggi si prepara a celebrare, nel migliore dei modi, il traguardo del mezzo secolo nel 2026.

Il mese di Marzo si è aperto in un modo inedito per questa rubrica con una doppia uscita (3 e 10 marzo) dedicata allo scrittore Beppe Fenoglio per una riflessione dal titolo “Di chi scriverebbe oggi Beppe Fenoglio? Chi sarebbero i suoi partigiani?”.

Domenica 17 marzo con “L’Albesità è capacità di rinascere dalla “Nita”, dal fango, da cui prendere esempio” ho dedicato il Farinél all’albesità è quel senso di appartenenza che nasce nei momenti di difficoltà e che non si trova ad altre latitudini.

Il 24 e il 31 marzo sono usciti i Farinél più commentati e discussi dell’anno, dedicati all’inchiesta di Al Jazeera che ha proiettato nel mondo le immagini di una Langa che mai vorremmo vedere.

Il titolo, particolarmente forte “Quanto deve farsi schifo un barolista che paghi 3 euro l’ora (in nero) un lavoratore? Spero tanto”, è stato ripreso anche da testate e telegiornali nazionali e ha alimentato la discussione su un tema di cui sono orgoglioso di aver contribuito ad accendere i riflettori.

Aprile è stato un mese dedicato principalmente alla solidarietà con il racconto della figura di Lello Marangio, umorista disabile che ha imparato a fare ironia e sarcasmo sulla propria condizione portando a profonde riflessioni, come quella che ho dedicato, due settimane più tardi ad Elisa Lupi, una donna straordinaria che ha dedicato la propria giovane vita al prossimo in Africa. Se potete andate a rileggere il Farinél del 21 aprile perché è quello che più racconta lo spirito con cui nasce questa rubrica.

Il mese di Maggio si è aperto, purtroppo, con la notizia della scomparsa del più grande chef di Langa, quel Cesare Giaccone, capace di portare il nome di Albaretto della Torre nel mondo intero ed è proseguito con l’assemblea di Banca d’Alba, con i consigli (non richiesti) al futuro sindaco di Alba, in settimane di campagna elettorale e con un’uscita dedicata al grande Giacomo Morra.

Il 2 giugno è stato un piacere dedicare il Farinél al grande cinema di “C’è ancora domani”, nel giorno della nascita della Repubblica, il 9 giugno, il mio pezzo più intimo dedicato alla spiritualità di un luogo mistico come la Madonna della Rovere di Cossano Belbo.

Il mese è proseguito su una riflessione sulla “Ciriocrazia” nella settimana della conferma di Alberto Cirio a presidente della Regione Piemonte e dell’elezione a sorpresa di Alberto Gatto a sindaco di Alba e si è concluso con i 10 anni dal riconoscimento Unesco e con l’arrivo, storico, del Tour de France sul nostro territorio per la prima grande partenza della corsa gialla dall’Italia.

Luglio è stato il mese del mio ritorno in missione in Kenya a cui ho dedicato ben tre uscite per raccontare il lavoro del missionario don Sandro Borsa e dell’urologo Bruno Frea e della sua equipe nel paese africano. Un lavoro volontario encomiabile che ho provato e sto cercando di far conoscere per raccogliere fondi a favore dell’ospedale di North Kinangop.

Il mio mese, quello di agosto, si è aperto con il ricordo di Massimo Cotto, con una sua frase“Per piangere c’è tempo, per piangere c’è sempre tempo”. Con lui se ne è andato un personaggio che ha saputo migliorare il mondo che lo circondava, un grande professionista, un uomo impegnato per la propria comunità, capace di prendersi cura degli altri, fino all’ultimo respiro.

Il mese è proseguito con una celebrazione delle Olimpiadi, capaci di farci sognare e di far dimenticare le brutture del calcio, con il volo delle effimere che da anni caratterizza il Ferragosto albese e con la mia visione (molto commentata e discussa) sullo Ius Scholae.

Settembre è stato dedicato a due film “Onde di Terra” e Omero non deve morire che hanno raccontato il nostro territorio partendo dai temi molto cari a Beppe Fenoglio e Cesare Pavese. Il mese è proseguito con un Farinél dedicato alla Bela Trfolera e uno alla figura dello storico Antonio Buccolo.

Ottobre è un mese che si scrive (quasi) da solo per il Farinél e per la città di Alba, tutto dedicato al Palio degli Asini, al folklore albese, al tartufo con l’inaugurazione della fiera e la presentazione del film “Trifole”.

Il mese si è concluso con un sentito ricordo delle notti drammatiche dell’alluvione del 1994, a trent’anni dalla ricorrenza e con la paura, scongiurata, di una nuova piena del Tanaro.

Venendo all’attualità e al mese di Novembre è stato un piacere ripercorrere i primi 50 anni del gruppo Sbandieratori città di Alba. Novembre è stato anche il mese del mio ritorno in Kenya per l’ennesima rinascita e con il pensiero rivolto agli ultimi tra gli ultimi di Nairobi.

Il ritorno è stato caratterizzato dall’inaugurazione di “Porta di luce” la splendida opera di Samuel Di Blasi e Ugo Costantino.

Un novembre ricco di bellezza ha lasciato posto a un Dicembre con molti strascichi a cui ho dedicato l’incipit di questo Farinél con l’annuncio della chiusura della Diageo e con la tragica morte di Issa e Mamadou.

Ed eccoci qui oggi con questo Farinél per ripercorrere un anno di questa rubrica, di questo territorio e di emozioni per il sottoscritto, emozioni che spero abbiate condiviso con me, in attesa di un 2025 che spero pieno di luce per tutti noi e per la nostra comunità.

Buon 2025!

Marcello Pasquero

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