Ci sono i positivi risultati sul fronte del contrasto alla peste suina africana tra quelli coi quali la Provincia guidata da Luca Robaldo può guardare con seppur moderato ottimismo al nuovo anno alle porte.
I numeri sono quelli che lo stesso presidente ha illustrato nei giorni scorsi sciorinando i dati di attività sui vari fronti che vedono in prima linea il bistrattato ente, uscito azzoppato dall’applicazione – mai portata a termine – della legge Delrio, ma ancora fondamentale per tutta una serie di competenze.
Tra queste, insieme alla gestione di un parco strade che nel Cuneese supera i 3mila chilometri, all’edilizia scolastica, al governo dell’ambiente, figura anche il contenimento di un’epidemia che in Granda minaccia un comparto forte di oltre 600 aziende e 930mila capi. Un settore che vale il 70% della produzione piemontese di carni di maiale e l’11% di quella nazionale, dove il Cuneese pesa in termini di Pil per l’8%.
"Ad oggi sul nostro territorio non è stato registrato alcun caso caso di contagio: questo equivale a una grande botta di fortuna, visto che ogni settimana sono 23 quelli che vengono segnalati dal territorio al confine tra Liguria e Piemonte, ma vuole anche dire che noi ci siamo dati una grossa mano", ha spiegato Robaldo illustrando quanto fatto in questo ambito anche grazie alla cabina di regia avviata nel maggio 2023 insieme agli stakeholder del mondo suinicolo, alle associazioni agricole e alle Asl provinciali.
Nelle attività di contrasto vengono così annoverate la riorganizzazione della Polizia Locale provinciale con l’assunzione di 15 nuove guardie, che hanno portato il Nucleo Faunistico Ambientale ai 28 effettivi odierni, cui si aggiungono due componenti del Nucleo Stradale.
Al primo gruppo si deve il 10% dei 2.381 abbattimenti di cinghiali registrati da inizio anno al 5 dicembre scorso, mentre la parte restante è arrivata grazie all’attività di cacciatori abilitati e coordinati dalla Provincia. Il totale degli abbattimenti è stato incrementato del 16% rispetto al 2023 (2.047 capi) e del 271% rispetto al 2022 (878 capi).
Alla Provincia si deve anche il varo del regolamento per la "Gestione dei compensi per le attività di controllo del cinghiale nel contrasto alla Psa". Sul capitolo nel solo 2024 ha stanziato oltre 30mila euro, spesi per remunerare 660 abbattimenti.
Nell’elenco figura poi la messa a disposizione gratuita di oltre 100 gabbie di cattura, con consegna in loco e formazione degli interessati per il loro utilizzo.
Secondo la Banca Dati Faunistica della Regione Piemonte nel triennio compreso tra il 2022 e il 2024 il totale degli abbattimenti di cinghiali sarebbe stato pari a 24.750 capi, 19.242 dei quali abbattuti da cacciatori e 5.508 dalle azioni di Provincia (95.19%) ed Ente Parco (4,81%).