La normativa italiana sulla sicurezza sul lavoro impone obblighi chiari alle aziende come quello di effettuare delle valutazioni del rischio e implementare di conseguenza una serie di misure atte a tutelare l’incolumità psico-fisica dei dipendenti, nominare un responsabile e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, occuparsi della formazione e dell’aggiornamento continuo di chi svolge questi ruoli, iscrivendoli per esempio ai corsi di Formazione Sicura online. Quante aziende, però, rispettano effettivamente gli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro? Parte della risposta a questa domanda si trova nel rapporto annuale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Irregolarità in materia di sicurezza sul lavoro: di che tipo sono e chi le commette in Italia
Dall’ispezione di oltre 17 mila aziende di diversi settori e con sede in diverse zone d’Italia è risultato che quasi otto aziende su dieci (il 77% del campione INL) presentano almeno un’irregolarità a livello penale o amministrativo.
C’è una certa omogeneità nella distribuzione sul territorio italiano delle aziende che presentano pecche per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, con solo una lieve prevalenza di quelle del Nord e del Sud su quelle del Centro Italia.
L’analisi settore per settore mostra, invece, un quadro più differenziato: le aziende che si occupano di edilizia sono quelle che commettono più illeciti, sia penali e sia amministrativi.
Le irregolarità registrate quest’anno dall’INL sono state, infatti, nel 94% dei casi di tipo penale e nel restante 6% di tipo amministrativo.
Ben oltre un illecito penale su due (quasi il 56% del totale) è stato commesso nell’edilizia e ha riguardato, più nel dettaglio, il rischio di caduta dall’alto o quello legato alla movimentazione di macchinari e attrezzature. Il settore terziario è il secondo per numero di illeciti penali commessi dalle imprese: quasi il 30% del totale.
Identici sono i settori in cui si sono contati quest’anno più illeciti amministrativi: quello edile ha registrato da solo oltre il 70% del totale e quello dei servizi il 21%.
Oltre 130 mila lavoratori italiani sono stati vittime quest’anno di illeciti penali o amministrativi da parte delle aziende
In totale le violazioni alle varie regole in materia di sicurezza sul lavoro sono state oltre 62 mila e hanno riguardato, soprattutto, quasi 130 mila lavoratori italiani che non hanno visto adeguatamente tutelata la propria salute e la propria incolumità sul luogo di lavoro. I settori in cui gli illeciti da parte delle aziende hanno fatto più “vittime” – i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro non si riferiscono necessariamente a infortuni o decessi, ma hanno a che vedere con la violazione del diritto dei lavoratori a lavorare in condizioni di totale sicurezza – sono stati quelli, già noti, dell’edilizia e dell’industria: qui, infatti, ha beneficiato di tutte le tutele previste per legge poco più di un lavoratore su dieci (l’11% nel primo caso e il 16% nel secondo). Anche i lavoratori del settore terziario hanno dovuto fare i conti con – ripetute e massicce – inadempienze da parte dei datori di lavoro: quasi il 66% è stato vittima di illeciti di tipo penale e/o amministrativo. Tenendo conto del totale dei lavoratori coinvolti si nota una maggiore incidenza delle inadempienze delle aziende nel Centro Sud, dov’è stato vittima di illeciti quasi un lavoratore su quattro (il 22.9% nel primo caso e il 22.1% nel secondo). Al Nord oltre un lavoratore su tre (il 37%) è risultato, invece, ben tutelato dall’azienda.