«Nel 1950 avevo 10 anni e quando il Brasile perse la finale del Mondiale contro l’Uruguay, per la prima volta vidi mio padre piangere. Ero disperato, non sapevo cosa fare, lui mi aveva sempre detto che gli uomini non piangono mai. Così mi avvicinai e gli dissi: “Papà non preoccuparti, un giorno il Mondiale lo vincerò io”».
La favola di Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelé, detto O Rei, comincia da lì, da quella promessa divenuta in 8 anni realtà e poi mantenuta non una volta, ma addirittura 3, quante sono le Coppe del Mondo vinte in tutta la sua carriera.
Un incipit ideale per l’ultimo appuntamento dell’anno 2024 con il Caffè letterario di Bra, che nella serata di giovedì 19 dicembre ha applaudito il giornalista sportivo Darwin Pastorin, cresciuto alla scuola del grande Giovanni Arpino. L’ex redattore del Guerin Sportivo e vice direttore di Tuttosport ha presentato il suo libro “Eravamo piccoli Pelé” nella sala di BrArte, dialogando con la curatrice dell’evento Silvia Gullino e il fiduciario di Slow Food Bra Gianni Milanesio.
L’immigrazione e il razzismo; il bullismo; il disagio e la magia del crescere, del diventare grandi. Un libro dedicato al pubblico dei lettori giovani e giovanissimi. Ma non solo una storia per ragazzi. Questa è anche la rievocazione appassionata di un’infanzia brasiliana, fatta di sole e di domeniche allo stadio a vedere il Palmeiras del giovane José Altafini. Un mondo fra realtà e fantasia, dove lo sport, come sempre nei libri di Pastorin, si intreccia e si confonde magicamente con la vita.
Presenti tanti amici della manifestazione che hanno portato il saluto, a partire dalla padrona di casa Agata Comandè e dalla presidente dell’associazione Albedo Flavia Barberis, fino alla pittrice Maura Boccato che ha introdotto la serata con una poesia di Bernardo Negro dedicata a Giovanni Arpino: “Il poeta dall’oro in bocca”.
A far da cornice le preziose opere del ceramista Michele Bracciotti protagonista della mostra “Fra cielo e terra”. E ancora menzioni speciali per il poeta dialettale Luigi Lorenzo Vaira che nel 2024 ha fatto incetta di premi, per Ivano Chiavarino entrato nella nomenclatura del Catalogo d’arte moderna con la sua tecnica di Recuperarte e per Francesco Marchino, protagonista con le sue poesie al Premio Spoleto. Infine brindisi e panettone per tutti. Adesso può arrivare Natale.
Il Caffè letterario minuto per minuto
Attrice di teatro e raffinata narratrice, la sommarivese Alessandra Forlani Vaira racconta così la serata del Caffè letterario, minuto per minuto: «Ieri (giovedì 19 dicembre, ndr) si è concluso per il 2024 il ciclo di incontri del Caffè Letterario condotto dalla nostra mitica Silvia Gullino. Una serata piacevole in cui mi è stato dato l'onore di presentare il giornalista (e non solo) Darwin Pastorin. Con la sua grande dialettica ci ha tenuto incollati per due ore, che sono volate, ad un mondo magico che avevo quasi dimenticato. Un tuffo fra i giocatori ed i cronisti del passato, nella Torino degli anni 70/80, fra quelle strade in cui sono nata e cresciuta, di fronte allo Stadio Comunale. Mi ha riportato alla mente le mattine a fare colazione al Bar Muccinelli, con il nonno, dove si potevano incontrare, come amici della porta accanto personaggi come Pulici e Graziani. Mi ha riportato alla spiaggia di Varigotti, dove bambina ammiravo Claudio Gentile e Gaetano Scirea. Darwin ha saputo condire la serata con appassionati ed affettuosi ricordi di Giovanni Arpino, (per me il signore indiscusso della narrazione), alla presenza del figlio Tommaso, il quale alcuni anni fa in un recital dedicato alla memoria di suo padre, si commosse alla mia lettura di una poesia che egli scrisse per la sua mamma. Insomma, tanta vita, emozioni, risate e commozione. Una splendida conclusione d'anno. Ci vediamo nel 2025 con il Caffè Letterario e naturalmente con il Nuovo Braidese. Un grazie ed un augurio speciale a Silvia, che come una grande chef cucina e apparecchia per noi con eleganza e stile ogni Edizione del giornale. Un augurio di cuore a tutta la redazione. Buone feste a tutti».
TRE DOMANDE (PIÙ 1) A DARWIN PASTORIN
«Non leggevo romanzi prima di conoscere Arpino. Ho cominciato dai suoi e sono andato avanti con gli altri, italiani, stranieri...», raccontava Giacinto Facchetti. C’è anche per te un’opera di Arpino che ha segnato una svolta?
«La suora giovane (Einaudi, 1959, ndr)».
Azzurro tenebra” è l’unico vero romanzo calcistico della letteratura italiana, in cui Arpino racconta la sventura della nazionale al Mondiale del 1974. Non ci può essere un momento più catartico per il calcio italiano, specie dopo la clamorosa débâcle della Nazionale agli Europei e le due mancate qualificazioni ai mondiali, per leggere o rileggere questo libro impareggiabile. A chi lo consiglieresti tra i tanti personaggi che affollano il calcio italiano?
«A tutti».
Ci sono delle qualità che non si insegnano ai Master di giornalismo. Per esempio, Arpino era generoso e veloce. Grande padronanza della lingua italiana e grande inventiva caratterizzano la sua prosa giornalistica. C’è uno scrittore e giornalista che ha un po’ del suo DNA?
«Giovanni Arpino è inarrivabile».
Il calcio intanto è cambiato. Ma alcune battute di Arpino valgono ancora oggi, tipo «La Juventus è universale, il Torino è un dialetto. La Madama è un “esperanto” anche calcistico, il Toro è gergo». E più in generale: «Se non avrai nemici significherà che hai sbagliato tutto». C’è qualche frase delle sue che senti particolarmente e che insegnamento ti ha lasciato?
«La vita o è stile o è errore». Vale per la nostra quotidianità, per giovani e grandi. Per tutti noi.
Un po’ di biografia
Darwin Pastorin è nato il 18 settembre 1955 a San Paolo del Brasile: figlio, nipote e pronipote di migranti veneti. È laureato in Lettere e giornalista professionista. Da inviato per rinomate testate giornalistiche, ha accompagnato i suoi lettori in un viaggio attraverso i più grandi eventi sportivi. È stato redattore del Guerin Sportivo, inviato speciale e vicedirettore di Tuttosport per 20 anni, direttore di Tele+, direttore di Stream Tv, direttore di Sky Sport, direttore di La7 Sport, direttore di Quartarete Tv. Ha scritto numerosi libri e saggi mettendo insieme calcio e letteratura, partendo da memorie personali e collettive. Giovanni Arpino è stato suo maestro di letteratura.