- 20 dicembre 2024, 19:45

I lavori sul rio e le nuove scuole furono opere necessarie? Il caso di Vezza d’Alba nelle deposizioni dei teste al processo Feudo II

La difesa dell’ex sindaca Carla Bonino: "Messa in sicurezza doverosa per garantire l’incolumità pubblica, mentre il vecchio l’edificio del capoluogo risultava irrimediabilmente ammalorato"

Nella veduta area il complesso delle nuove scuole realizzate in località Borgonuovo di Vezza d'Alba

Nella veduta area il complesso delle nuove scuole realizzate in località Borgonuovo di Vezza d'Alba

Proseguono in Tribunale ad Asti le udienze del processo battezzato "Feudo II", dal nome dell’indagine con la quale il Nucleo Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Cuneo aveva cercato di fare luce sulle presunte malversazioni nella gestione dei municipi di Santo Stefano Roero, Montaldo Roero, Vezza d’Alba e dell’Unione di Comuni di cui i tre centri facevano parte.

Imputati sulla base dei ventiquattro capi d’imputazione elencati nella richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero Davide Lucignani e accolta dalla Gup Beatrice Bonisoli sono come noto dodici soggetti tra ex sindaci, ex amministratori, tecnici e liberi professionisti, chiamato a vario titolo a rispondere di quelle presunte malversazioni.

L’udienza tenuta martedì 17 dicembre ha visto sfilare davanti al collegio presieduto dalla dottoressa Elisabetta Chinaglia e composto anche dai giudici a latere Matteo Bertelli Motta e Roberta Dematteis i testimoni della difesa dell’ingegner Valter Peisino e dell’architetto Cinzia Gotta.

"I testi – spiegano gli avvocati Elisa Anselmo e Marco Calosso, insieme alla collega Marta Giovannini come consulente in diritto amministrativo, legali componenti il collegio che difende l’ex sindaca di Vezza d’Alba Carla Bonino (nella foto sotto)hanno tutti confermato come i lavori idraulici riguardanti il rio Borbore di Vezza fossero necessari per evitare il ripetersi dei danni occorsi durante l'alluvione del 1994 , evento che non è da annoverarsi fra le eccezioni ma che, in astratto,  potrebbe ancora ripetersi. Secondo i testimoni chiamati a deporre l’opera, progettata dall'ingegnere Peisino, cui la sindaca Bonino aveva affidato l'incarico, era non soltanto necessaria, ma anche doverosa al fine di garantire l'incolumità pubblica nel caso di possibili, nuovi eventi alluvionali".

Chiamato dalla difesa dell'architetto Cinzia Gotta per riferire in merito a un'altra opera – la nuova scuola di Vezza d’Alba –, l’ex sindaco Giampiero Costa, battuto dalla Bonino alle elezioni successive al suo primo mandato, ha sostenuto che il nuovo edificio non fosse necessario. Di diverso avviso gli stessi legali: "Abbiamo prodotto recenti fotografie della vecchia scuola – eccepisce la difesa di Bonino – dalle quali emerge come l'edificio risulti irrimediabilmente ammalorato e come non avesse perciò senso continuare a spendere soldi pubblici in quella vecchia scuola, per tentare di creare lì un ambiente idoneo ad accogliere dei bambini. Meglio certamente, e a conti fatti più conveniente, costruire una scuola nuova, moderna e in regola con tutte le normative del caso".

Il processo proseguirà il 23 gennaio 2025 con l’audizione di altri testimoni e consulenti delle difese Peisino e Borello. Le successive udienze sono state fissate nei giorni dell’11, 18 e 25 febbraio 2025 per la requisitoria del pubblico ministero, le repliche delle difese e la sentenza.

Ezio Massucco

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