Il 22 ottobre 2024 gli alunni delle classi quinte della scuola Primaria, hanno intervistato la signora Rosalba e la signora Bruna, rispettivamente un’amica e una nipote di Valerio Gabutti, il liutaio doglianese.
Le due signore sono state invitate a scuola tramite una lettera che è stata consegnata loro il 20 settembre nella chiesa della Confraternita durante il concerto dedicato agli strumenti costruiti dall’artigiano locale.
Gli alunni, nel corso della ricerca su Valerio Gabutti, esaminando diverse fonti, avevano trovato alcune notizie discordanti, pertanto era nata l’esigenza di intervistare le due ospiti.
Durante l’incontro i bambini hanno visto un violino e un viola costruiti da Valerio e, mentre sono stati raccontati diversi aneddoti che hanno soddisfatto la loro curiosità, hanno scoperto quanto ingegnoso ed intraprendente fosse questo timido falegname doglianese.
Gli alunni e le insegnanti hanno ringraziato con un regalo floreale la signora Rosalba e la signora Bruna per la loro simpatia e disponibilità.
Segue il testo che vuole riassumere la ricerca condotta dagli alunni …
Valerio Gabutti era nato ad Alba il 26 gennaio 1926 dove il padre faceva il ciabattino, poi si trasferì a Cissone, luogo in cui i genitori avevano comprato una casa. Era il maggiore di nove fratelli di cui ora, in vita ci sono ancora due sorelle, una delle quali vive a Torino e una a Monforte e un fratello che vive a Cissone dove Valerio aveva un laboratorio artigianale.
Egli, all’età di nove anni, andò ad imparare il mestiere di falegname in una bottega di Serravalle Langhe, perché un tempo i mestieri si tramandavano insieme all’esperienza dell’artigiano. Fu proprio in quel periodo che vide un mandolino rotto nel laboratorio e nacque in lui il desiderio di diventare liutaio per riuscire ad aggiustare e a costruire degli strumenti musicali.
Più tardi Valerio aprì una sua bottega in Dogliani con un aiutante chiamato “Massimin”, dapprima in via Torino e poi in piazza Molino, presso il palazzo Venezia e, insieme, si occupavano del restauro di mobili e di costruzione di porte e finestre.
Quando è andato in pensione, oltre ad aiutare la moglie nella sua tabaccheria di via Corte, ha ripreso il sogno che aveva fin da bambino: diventare liutaio. Lui, però, non sapeva niente di questa antica arte, quindi ha dovuto risolvere i problemi che man mano si presentavano: la scelta del legno, la stagionatura, la dimensione dei vari pezzi, il loro assemblamento, la vernice e la colla più adatta per permettere al suono di propagarsi meglio….
Valerio non si è mai perso d’animo e, poiché non c’erano in zona altri liutai da cui imparare, ha letto dei libri e si è documentato per arrivare a dare ai suoi strumenti un bel timbro.
Egli ha scoperto che il legno usato per la parte superiore, che viene chiamata tavola armonica, in genere è l’abete rosso, mentre altre parti che si dilatano maggiormente vengono fatte in acero. Vi è poi la tastiera (manico) che finisce con una cavigliera e un piccolo ricciolo decorativo che a volte Valerio fa diventare un viso. Le quattro corde sono tenute ferme da un ponticello mobile, esse vengono sfregate da un archetto che ha dei crini tenuti uniti dalla pece. All’interno del violino c’è un cilindro che fa uscire il suono dalle aperture ad effe.
Ogni strumento costruito ha un suono particolare, infatti Valerio li amava tutti come se fossero suoi figli e non li vendeva, ma li affidava.
Valerio Gabutti fu anche un restauratore volontario della chiesa dei Battuti neri, in quanto aggiustò le parti lignee dell’altare, del coro e dell’organo del 1700. Egli era talmente affezionato a quella chiesa che desiderava lasciarvi gli strumenti dopo la sua morte, ma ciò non fu possibile per motivi di sicurezza, quindi sono custoditi dalla nipote.
Nella chiesa della Confraternita da ormai 16 anni a settembre viene proposto un concerto in suo onore e i suoi strumenti vengono esposti.
Egli ha partecipato anche al Presepe vivente in Dogliani Castello e, due angioletti che aveva intagliato, sono da anni raffigurati sulla locandina che annuncia questa rappresentazione.
Valerio Gabutti è morto a Dogliani il 26 agosto 2020 presso la residenza “Anni azzurri”.
Lui si è impegnato molto e, senza sfarzi e nel silenzio, ha messo a frutto il suo talento, la grande capacità di liutaio.
Gli alunni hanno scoperto che, come lui , anche loro hanno diverse capacità, i loro talenti: chi è bravo a disegnare, chi è bravo parlare, chi è bravo a cucinare, chi è bravo a studiare. Ci si deve impegnare per riconoscere le proprie qualità con l’aiuto delle famiglie, della scuola e si devono sviluppare per dare il proprio aiuto alla società.
Si è tutti diversi nelle capacità e nelle idee, ma tutti uguali nei diritti e nei doveri e si deve lavorare per un mondo migliore.