Viabilità - 16 dicembre 2024, 08:15

Trasporto Pubblico Locale, la rivoluzione prende il treno: nel triennio 2025/2027 riaprono la Cuneo-Mondovì e la Bra-Cavallermaggiore?

È quanto emerge dal Documento Unico di Programmazione dell'Agenzia di Mobilità Piemontese che dopo anni di demonizzazione verso il trasporto su rotaia sembra aver cambiato rotta. Nel piano anche un servizio metropolitano cuneese con treni ad idrogeno

La ferrovia Cuneo-Mondovì tornerà a rifiorire? Nel prossimo triennio prevista la sua riattivazione

La ferrovia Cuneo-Mondovì tornerà a rifiorire? Nel prossimo triennio prevista la sua riattivazione

Un piano ambizioso, a tratti faraonico quello che emerge dal Documento Unico di Programmazione per la mobilità per il triennio 2025/2027 dell'Agenzia di Mobilità Piemontese. Che punta dritto verso la transizione ecologica, con un occhio di riguardo assoluto rivolto al trasporto ferroviario. 

Dopo anni in cui il treno è stato demonizzato perché obsoleto, antieconomico e  addirittura anacronistico, il documento sembra mettere in evidenza una netta inversione di tendenza da parte della Regione Piemonte.

Dodici, il numero ricorrente: era il 2012 quando la scure dell'ex Governatore leghista Roberto Cota si abbatté sulle linee piemontesi: dodici quelle spazzate via dall'oggi al domani. E a distanza di 12 anni la svolta. 

In questi due lustri e poco più tante parole, senza distinzione di colore politico. Nel 2025 si passerà finalmente ai fatti? Sulla carta parrebbe di sì. Davvero tante e di spessore le novità previste, in gran parte riguardanti le infrastrutture ferroviarie. 

Salta all'occhio un cavallo di battaglia di tante campagne politiche locali, che in Regione aveva attecchito poco ma che stavolta è lampante: nel DUP si legge a chiare lettere che nel prossimo triennio si punterà al raddoppio del tratto Cuneo-Fossano, sulla linea per Torino. 

Secondo, ambizioso, obiettivo, l'elettrificazione della Cuneo-Saluzzo-Savigliano. Il ripristino già a fine gennaio 2025, per mano di Arenaways.

Nei tre anni a venire previsto anche una seconda riapertura, quella della Bra-Cavallermaggiore. Che, si legge, "faciliterebbe l’inserimento di Treni Veloci sulla SFM4 Alba-Bra-Torino-Caselle". La sua riattivazione viene considerata "rilevante anche per l’accessibilità dell’ospedale di Verduno".

Non è tutto. Ci sarebbe un terzo "ramo secco" pronto a rifiorire: prevista la riattivazione di una infrastruttura ferroviaria della quale negli ultimi anni si sono occupati più volte i Consigli Comunali delle due città, con Ordini del Giorno sempre approvati all'unanimità: via di nuovo ai treni sulla Cuneo-Mondovì.

Infine, sulla Alba-Bra-Torino è considerato fondamentale il ripristino delle “sedi di incrocio” a Sanfrè e Monticello.

La Cuneo-Ventimiglia-Nizza

Anche qualora la CIG decidesse, come tutto lascia supporre, di riaprire a breve il Tunnel stradale del Tenda, resterebbe un passaggio parziale e soprattutto limitato a tempi ed orari specifici. Alternando il via libera ad intervalli di chiusura della strada per permettere la conclusione dei lavori. 

Senza dimenticare che il tunnel continuerà ad essere percorribile a senso unico alternato, almeno fin quando non sarà completata  la messa in sicurezza della vecchia galleria. Della quale Edilmaco è certo che non se ne occuperà più e chi farà i lavori ancora non si sa.  Ecco dunque l'importanza della "Ferrovia delle Meraviglie", che nel Documento Unico di Programmazione viene citata come linea sulla quale porre "particolare attenzione".

Prende corpo l'idea Metrogranda, un progetto realizzato dal Politecnico di Torino e finanziato dalla Fondazione CRC e dalle Città di Cuneo, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano che prevede un anello ferroviario di 160 km ad unire cinque delle sette sorelle cuneesi.  

Sul punto l'Agenzia della Mobilità Piemontese sembra spingersi oltre: collegare con un servizio ferroviario tutte le “Sette Sorelle” (Cuneo, Saluzzo, Savigliano, Fossano, Mondovì, Bra e Alba) "anche al fine di rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni carboniche e a risolvere i problemi di inquinamento e delle altre esternalità di un utilizzo massivo del mezzo privato". 

Si punta poi a potenziare i corridoi di collegamento del Bacino Cuneese verso l’esterno: principalmente Torino e a seguire Asti, in previsione di crescita verso Savona e Nizza (via Tenda). 

La Metropolitana Cuneese ad idrogeno

Con l'eventuale arrivo dei treni ad idrogeno, si pensa ad una Metropolitana Cuneese che unirebbe Mondovì con Asti. Da attivarsi in tre momenti diversi: nella prima fase i treni collegherebbero Alba-Bra-Savigliano-Saluzzo e Cuneo. Nella seconda, Alba-Bra-Savigliano-Saluzzo-Cuneo e Mondovì, mentre la terza ed ultima fase vedrebbe il collegamento arrivare fino ad Asti. 

Allo studio l'introduzione di una nuova corsa del Servizio Ferroviario Metropolitano sulla linea 7 fino a Saluzzo ed un nuovo Regionale Veloce da Alba-Bra verso Torino

La Regione intende attuare la piena integrazione del servizio su gomma e ferro nella direttrice Saluzzo-Savigliano, che porti gli studenti che oggi viaggiano sulle linee bus ad utilizzare anche il treno.

Al vaglio infine l'introduzione di servizi adeguati per le aree montane e a domanda debole, anche valorizzando le realtà presenti sul territorio non dedicate al Trasporto Pubblico Locale  ed infine l'attivazione di nuove linee volte a facilitare l’affluenza all’ospedale di Verduno non solo da Alba e da Bra, ma anche dai territori circostanti.

Cesare Mandrile

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