Cronaca - 15 dicembre 2024, 07:09

Morti sul lavoro, un dramma senza fine: Piemonte in controtendenza rispetto al resto d'Italia

Nei primi dieci mesi del 2024 sono state 890 le vittime, in aumento rispetto all'anno precedente. La nostra Regione segnala 9 casi in meno

Morti sul lavoro, un dramma senza fine: Piemonte in controtendenza rispetto al resto d'Italia

Morti sul lavoro, un dramma senza fine: Piemonte in controtendenza rispetto al resto d'Italia

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'Inail nei primi 10 mesi del 2024 sono state 890, 22 in più rispetto alle 868 registrate nel pari periodo del 2023, 19 in meno rispetto al 2022, 127 in meno sul 2021, 146 in meno sul 2020 e sei in meno sul 2019.

Il confronto con lo scorso anno

Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza scenda dai 3,89 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 ai 3,69 del 2024 (-5,1%), mentre aumenta dello 0,8% rispetto al 2023 (da 3,66 a 3,69).

A livello nazionale i dati rilevati a ottobre di ciascun anno evidenziano per i primi 10 mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 672 a 657, e un aumento di quelli in itinere, da 196 a 233. L’aumento ha riguardato la gestione industria e servizi, che passa da 744 a 759 denunce mortali, l’agricoltura (da 98 a 101) e il Conto Stato (da 26 a 30).

Le costruzioni maglia nera

Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano le costruzioni con 128 casi (contro i 117 del 2023), il comparto manifatturiero con 86 decessi denunciati (81 nel 2023), il trasporto e magazzinaggio con 84 (91 nel 2023), il commercio con 48 (56 nel 2023) e il noleggio e servizi di supporto alle imprese con 35 (37 nel 2023).

Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 228 a 242 denunce), al Centro (da 156 a 173) e nelle Isole (da 75 a 96), e cali nel Nord-Est (da 196 a 189) e al Sud (da 213 a 190).

In Piemonte diminuiscono i casi

Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano il Lazio (+17), la Lombardia (+16), la Sicilia (+14), la Toscana (+10) e la Sardegna (+7), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-17), la Campania e l’Abruzzo (-12 ciascuna), il Piemonte (-9) e le Marche (-6).

L’incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-ottobre 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 809 a 815, sia a quella femminile, da 59 a 75. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 707 a 701) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 121 a 143) e dei comunitari (da 40 a 46).

Nove le denunce di incidenti plurimi

L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra gli under 15 (da 1 a 5 casi), tra i 20-29enni (da 78 a 85), tra i 35-39enni (da 53 a 61), tra i 45-54enni (da 207 a 234), tra i 60-64enni (da 122 a 127) e tra gli over 69 (da 34 a 42). Riduzioni tra i 15-19enni (da 18 a 13), tra i 30-34enni (da 46 a 44), tra i 40-44enni (da 83 a 62), tra i 55-59enni (da 171 a 161) e tra i 65-69enni (da 55 a 54). Al 31 ottobre di quest’anno risultano nove denunce di incidenti plurimi per un totale di 29 decessi, 10 dei quali stradali.

Nei primi 10 mesi del 2023 risultavano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali con un mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.). A testimoniare un dramma senza fine.

Massimo De Marzi

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