«Assistetti ad un’edizione del Meeting di nuoto a Mondovì, avevo 14 anni. Partecipavano, tra gli altri, il campione del mondo Filippo Magnini e l’oro olimpico Pieter van den Hoogenband. Prendere parte a quella manifestazione fece sbocciare in me la passione per il giornalismo sportivo: essere qui, oggi, a Mondovì per ricevere il premio ‘Dardanello’ rappresenta, senza dubbio, la chiusura del cerchio».
Le parole di Sergio Arcobelli, firma de ‘Il Messaggero’ e vincitore del 21º premio ‘Dardanello’, nella categoria nazionale, sono particolarmente significative perché racchiudono, al meglio, ciò che la cerimonia del premio ‘Piero Dardanello’ vuole rappresentare: l’emozione dello sport e delle sue storie; l’inseguimento di un sogno; un ponte tra le generazioni e l’importanza di un momento di celebrazione e riflessione, in cui tirare le fila di un percorso in vista di una nuova ripartenza. La densa serata di lunedì scorso al Circolo Sociale di Lettura a Mondovì ha rappresentato tutto questo e molto di più, con una scaletta che ha attraversato il grande giornalismo del passato, ha celebrato le migliori penne di oggi, ha incoraggiato i narratori di domani. In più, ha fatto respirare ai numerosi spettatori una delle più belle storie di sport del nostro presente, ovvero quella della nuotatrice paralimpica Carlotta Gilli.
In apertura, il saluto di Luca Robaldo, sindaco di Mondovì e presidente della Provincia di Cuneo, in rappresentanza anche delle numerose fasce tricolori e autorità presenti. Ha, quindi, preso la parola Elena Merlatti, vicepresidente della Fondazione CRC, da sempre al fianco delle attività dell’associazione culturale ‘Piero Dardanello’, organizzatrice della serata. Il premio giornalistico ‘Piero Dardanello’ ha goduto, nel 2024, del sostegno della Regione Piemonte, della Fondazione CRC, della Fondazione CRT, della Banca Alpi Marittime, di Intesa San Paolo e di numerosi sponsor privati. Al tavolo dei relatori il presidente onorario della giuria, Roberto Beccantini, insieme al giurato (e premio ‘alla carriera’ 2018) Fabio Monti ed al presidente Guido Vaciago (direttore di ‘Tuttosport’), oltre a Michele Pianetta, coordinatore della giuria, a Federico Calcagno, giurato e presidente del gruppo piemontese dell'Unione Stampa Sportiva Italiana, ed a Ferruccio Dardanello, fratello del presidente dell’associazione ‘Dardanello’, Sandro, impossibilitato a presenziare per motivi di salute. In sala anche il figlio di Piero, Andrea, con il cugino Luca e la zia Marina, per dare una prova tangibile di come, a ventun’anni di distanza, non venga meno l’impegno nel portare avanti l’orgoglio di questa storia familiare.
<figure class="image"></figure>Il primo segmento della serata, condotta dal vicepresidente dell’associazione ‘Dardanello’, Paolo Cornero, è dedicato ai vincitori del concorso ‘Dardanello Giovani’: nella categoria studenti ha prevalso Mattia Cavarero, della 5ª P del Liceo Scientifico di Mondovì, seguito da Alessia Rossini e Alberto Sciandra, della stessa classe, e da Lorenzo Bessone, Francesco Mondino e Riccardo Martinengo Tonelli. Un contributo speciale è stato, poi, assegnato alla classe 3ª T del Liceo Scientifico Sportivo di Mondovì, per l’alto numero di partecipanti al concorso. Nella categoria autori ‘Under 30’, invece, la vittoria è stata assegnata al modenese Mattia Cocchi (intervenuto in collegamento), seguito da Mattia Cardone e Filippo Lubatti.
È, successivamente, venuto il momento della celebrazione dei designati per ricevere il 21º premio ‘Piero Dardanello’. Gian Luca Sartori (Corriere della Sera), titolare della palma regionale, ha raggiunto il palco per salutare il pubblico, dopo l’introduzione di Federico Calcagno. Introdotto da un videomessaggio di Andrea Sorrentino, caposervizio sport de ‘Il Messaggero’, invece, il premiato nazionale Sergio Arcobelli ha guadagnato la ribalta tra numerosi applausi. Infine, è stato il momento del plauso generale per Gigi Garanzini e per la sua straordinaria carriera. Con l’apertura dell’amico Fabio Monti, il cronista biellese è stato il protagonista di una gustosa sorpresa: una telefonata del campione d’Italia Eraldo Pecci, che nell’annata 1975/76 conquistò lo scudetto vestendo la maglia granata.
A questo punto della serata, più di un occhio si sarà velato nell’ascoltare il sentito elogio di Roberto Beccantini ad Enzo D’Orsi. ‘Umbro e umbroso’, come lo ha definito affettuosamente il ‘Beck’, fu storica firma del ‘Corriere dello Sport-Stadio’, inventore (nonostante su questo si schermisse) della Supercoppa italiana, e tra i fondatori del premio ‘Piero Dardanello’. D’Orsi non ha mai fatto mancare il proprio vivo sostegno alla manifestazione. Alla sua memoria, una targa speciale è stata consegnata alla moglie Paola. Momento toccante, ma anche divertente, con la lettura di un contributo d’eccezione: una lettera di Massimo Gramellini, con cui il giornalista torinese ha ricordato un aneddoto legato ad un suo amore di gioventù, facendo emergere la grande generosità di Enzo anche al di fuori del contesto lavorativo.
La serata non poteva avere conclusione più intensa: esaurita la parte relativa al giornalismo si è passati all’ultima sezione, dedicata allo sport e al premio ‘Piero Gasco’. Alla sua 19ª edizione, il riconoscimento celebra la memoria del noto medico e dirigente sportivo monregalese, da sempre promotore dei valori dello sport come viatico per la formazione psicofisica dell’individuo. Il figlio di Piero, Giovanni Gasco, e la presidente del Rotary Club di Mondovì, Silvia Tonelli, sostenitori della manifestazione, hanno accolto sul palco Carlotta Gilli, nuotatrice paralimpica. A 23 anni è già una leggenda dello sport italiano: alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 e di Parigi 2024 è stata la donna che si è aggiudicata più trofei all’interno della spedizione italiana. Oltre a ricevere il premio, che ha annunciato devolverà alla fondazione Telethon, di cui è testimonial, è stata protagonista di un significativo scambio con il direttore di ‘Tuttosport’, Vaciago, circa il racconto del movimento paralimpico.
«Da Tokyo a Parigi - ha detto Gilli - c’è stato un netto miglioramento, con le gare trasmesse in diretta su Raidue e l’aumento dell’interesse dalla carta stampata. Nel nostro cammino di atleti, abbiamo dovuto superare tante difficoltà e metabolizzare diversi aspetti dolorosi. Siamo lì non tanto per vantare le nostre vittorie ma per lanciare messaggi importanti. Le difficoltà le abbiamo tutti, siamo fatti per superarle, ma dobbiamo volerlo. I media dovrebbero seguire tutte le gare paralimpiche, compresi i campionati italiani, la base dello sport paralimpico, in modo che sia da motivazione ed incoraggiamento anche per tutti i ragazzi che si mettono in gioco».
Per concludere il resoconto di una serata memorabile, che va ad aggiungersi alla ricca storia del ‘Dardanello’, riportiamo l’intervento di Michele Pianetta, coordinatore della giuria del premio, che ha tracciato un bilancio del percorso fatto edizione dopo edizione, rendendo omaggio all’opera di chi ha dato impulso alla manifestazione: «Se il premio ha raggiunto questi livelli il merito è soprattutto di Sandro Dardanello che, nel 2004, in occasione dell’intitolazione dello stadio di Vicoforte al fratello Piero, aveva deciso di promuovere questo riconoscimento. La seconda persona che ha avuto un grande merito in quest’avventura è, sicuramente, Enzo D’Orsi che fin da subito, nella scelta dei premiati, ci aveva persuasi ad uscire dal provincialismo. Una volontà di ‘andare oltre’ che è stata, ed è ancora oggi, la forza del ‘Dardanello’: con l’idea di guardare lontano, senza dimenticare le nostre radici».