“Il Movimento 5 Stelle è morto perché il mago di Oz (alias Giuseppe Conte) ne ha affossato i progetti”. Come promesso, è arrivato puntuale, da un carro funebre, alle 11,03 di questa mattina, il messaggio di Beppe Grillo, padre e garante del Movimento. Una sorta di epitaffio che certifica il decesso del soggetto politico da lui fondato insieme a Gianroberto Casaleggio.
"Ha ragione quella eletta in Sardegna, la governatrice Alessandra Todde, che ha detto 'me ne frego di Grillo'. Benissimo, coraggio, fatevi un altro simbolo, andate avanti e fate le vostre cose. Il Movimento è morto, stramorto, però è compostabile, l'humus che c'è; dentro non è morto", ha affermato il comico-politico genovese in un video di circa 9 minuti diffuso su Facebook. La votazione che ha sancito la cancellazione della figura del garante e della regola dei due mandati verrà ripetuta nei prossimi giorni, a seguito del ricorso da lui presentato.
Grillo non smette i panni del comico provocatore neanche in questa circostanza: “Sono ottimista per le votazioni del 5 di dicembre. Devo parlarvi come attuale e confermato garante dello Statuto, quindi come custode dei valori, i grandi valori del Movimento 5 Stelle. Valori che sono scomparsi in questi tre anni. Non so quale narrazione vi sia stata fatta. Io come garante –ha ribadito - non intervenivo su nulla, tutti i miei progetti che inviavo al Mago di Oz non arrivavano perché lui non si faceva mai trovare, e i progetti sono stati tantissimi".
La stoccata a Conte è vibrata con perfida precisione, ma il nome dell’ex premier non viene mai nominato. La saga – come si evince – è sempre più “stellare” e in queste ore gli stracci volano alla velocità della luce.
Chissà se i pochi simpatizzanti “grillini” rimasti nella Granda seguiranno Conte o si manterranno fedeli al ricordo di quel personaggio che con un “Vaffa” urlato sulle piazze li aveva fatti sognare la rivoluzione. Nel frattempo però – parafrasando Flaiano – la rivoluzione è stata rinviata a causa del brutto...clima.
Nel Cuneese il Movimento 5 Stelle, dopo aver avuto un ministro, Fabiana Dadone (prima alle Politiche giovanili, poi alla Pubblica amministrazione), due consiglieri regionali (Mauro Willem Campo nel 2014 e Ivano Martinetti nel 2019), consiglieri comunali a Cuneo, Savigliano, Alba e in altri municipi, oggi ha perso qualsivoglia rappresentanza ad ogni livello istituzionale.
Martinetti, ultimo (e attuale) coordinatore provinciale, che finora aveva scelto di non schierarsi né con Grillo né con Conte, dovrà decidere con chi stare oppure considerare – come diceva Ginnettaccio Bartali – che “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!” e tornarsene a vita privata.