Cambia lo status di protezione del lupo: da “strettamente protetto” a “protetto”. Lo ha deciso oggi il voto del Comitato permanente della Convenzione di Berna, esprimendosi a favore della proposta dell’Ue. La modifica entrerà in vigore il 7 marzo 2025: dopo quella data, l'Ue potrà adeguare i corrispondenti allegati della direttiva Habitat. La Commissione proporrà una modifica legislativa mirata in questo senso, che dovrà essere adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio.
Il cambiamento dello status di conservazione del lupo dovrebbe dare ulteriore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle popolazioni locali di questi grandi carnivori. Ogni Paese avrà quindi la facoltà di gestire con maggiore flessibilità le popolazioni locali di lupo, che rimane specie protetta e pertanto conservata, ma, appunto, nell’ambito di un equilibrio generale più ampio per tutte le attività. Gli investimenti in adeguate misure di prevenzione dei danni, sottolinea la Commissione, rimangono "essenziali" per ridurre la predazione del bestiame. La Commissione continuerà ad aiutare gli Stati membri e le parti interessate nella progettazione e attuazione di tali misure attraverso finanziamenti e altre forme di sostegno.
Un tema che suscita, ormai da anni, un accesissimo dibattito a livello europeo e in Italia, a partire dalla nostra provincia. Questo voto è destinato a modificare gli equilibri attuali, che hanno portato la popolazione dei lupi a passare dai circa 150 esemplari presenti in Italia negli anni '70, quindi a rischio estinzione, agli oltre 3000 attuali. Non più presenti solo in zone montane, ma anche in aree e territori collinari e pianeggianti, prossime agli insediamenti umani, come abbiamo più e più volte raccontato anche sulle pagine di targatocn. Bisognerà capire come troverà poi applicazione ma con questo declassamento, di fatto, il lupo non godrà più del regime di protezione rigoroso che ne vieta l'uccisione.