Con 33 indagini negli ultimi cinque anni quella di Cuneo è "la Procura che in tutto il Nord Italia ha avviato il maggior numero di inchieste sull’ipotesi di reato prevista dall’articolo 603 bis del Codice Penale".
A dare la misura delle attività collegate alla norma che punisce l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro nel territorio di competenza del Tribunale di Cuneo è il procuratore capo Onelio Dodero (foto sotto), che ha riportato il dato venerdì ad Alba, durante l’incontro dal titolo “L’impresa e il pericolo di infiltrazioni criminali: tra responsabilità sociale e provvedimenti giurisdizionali”. Un argomento che Confindustria Cuneo ha voluto affrontare portando alla Fondazione Ferrero un parterre di qualificati relatori.
Di questi 15 si sono risolti con altrettante richieste di archiviazione – ha proseguito il dottor Dodero –, a conferma che la prima garanzia è quella che arriva dalle Procure, dove sappiamo bene che lavoriamo con materiale sensibile e possiamo causare danni talora irreparabili alle persone. Le altre hanno portato a cinque richieste cautelari in carcere, rivolte anche nei confronti di imprenditori", ha detto ancora il magistrato che in favore degli imprenditori, autorità e addetti ai lavori presenti in platea si è prodotto in un approfondito excursus sulla normativa introdotta nel nostro Paese nel 2011 e riformata nel 2016. La stessa sulla base della quale forze dell’ordine e inquirenti si battono nel contrasto al fenomeno del caporalato, piaga arrivata a contaminare anche la ricca provincia Granda, dai frutteti del Saluzzese alle colline dei grandi vini di Langhe e Roero.
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Dopo il saluto del presidente di Ferrero Spa, Bartolomeo Salomone, del sindaco albese Alberto Gatto e quindi del governatore Alberto Cirio (nelle foto sopra), il momento di approfondimento dedicato a riflettere su come le aziende debbono confrontarsi con un quadro normativo sempre più complesso, chiamate ad attuare modelli organizzativi capaci di metterle al riparo da pericoli quali quelli rappresentati dalle infiltrazioni criminali, ha visto anche gli interventi dell’avvocato penalista Alessandro Viglione (foto sotto) e del maggiore Gabriele Izzo, componente del III Reparto Operazioni-Sezione antiriciclaggio del Comando generale della Guardia di Finanza.
Da ognuno per la propria competenza è arrivata la descrizione di strumenti pratici per affrontare con efficacia queste sfide, partendo dalla consapevolezza circa la necessità di promuovere una cultura aziendale basata su legalità e responsabilità sociale.
A chiudere il pomeriggio di lavori il generale dei Carabinieri Mario Mori e il colonnello Giuseppe De Donno, protagonisti di rilievo nella lotta alla criminalità organizzata, al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che sul palco della fondazione albese hanno presentato il libro “L’altra verità. Giovanni Falcone, Vito Ciancimino e la lotta alla ‘vera mafia’ che non si è ancora completamente combattuta”, in libreria per i tipi di Piemme.