Cronaca - 20 novembre 2024, 07:07

Punizioni troppo severe ai loro bambini: genitori a processo per abuso dei mezzi di correzione

Una vicenda che arriva da un istituto comprensivo della Valle Maira. La dirigente scolastica: "Dopo l'intervento dei servizi sociali madre e padre sono divenuti collaborativi. I figli stanno facendo un buon percorso scolastico"

Immagine di repertorio

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Era il maggio 2021 quando alcune maestre di un istituto comprensivo della Valle Maira avvertirono la dirigente scolastica su quanto venuto a conoscenza da un piccolo alunno: il bambino, che presentava un livido, aveva confessato loro che a procurarglielo era stata la mamma. Ma non sarebbe stato solamente questo ad aver allertato le insegnanti e a fare partire una segnalazione alla Procura della Repubblica di Cuneo.

Come spiegato dalla dirigente chiamata a testimoniare in tribunale il bambino sarebbe stato anche molto aggressivo e difficile da gestire. Con lui, anche il fratellino più grande: “Ho saputo che i due fratelli erano molto preoccupati per le punizioni inferte a casa - ha spiegato la dirigente -. Erano molto spaventati da una persona chiamata lo ‘zio’”. 

Accusati in tribunale di abuso dei mezzi di correzione sui bambini sono i due genitori, K.A. e S.A. 

“La madre stessa aveva dichiarato che per ottenere disciplina dai figlioletti li minacciava che ‘sarebbe arrivato lo zio’ - ha proseguito la testimone -. La cosa che più mi aveva impressionata è che segnalassero di avere dolore alle gambe e alla schiena: io non ho visto lividi. Uno dei due bambini diceva anche cose come ‘papà fuoco, brucia’”.

“Avevamo parlato con la madre - ha continuato la dirigente -, la quale ci disse che il nostro metodo educativo era insufficiente e che dovevamo minacciarli dicendo loro che avremmo chiamato lo zio, una figura familiare particolarmente temuta dai due bambini e infatti quando le insegnanti segnalavano qualcosa ai genitori sul diario, loro vivevano attimi di vera paura”.

La dirigente ha riferito che in seguito alla denuncia e alla presa in carico  della famiglia da parte dei servizi sociali, la situazione sarebbe migliorata perché gli imputati si sarebbero mostrati collaborativi: “I genitori hanno capito i problemi del loro metodo educativo e con loro abbiamo instaurato una relazione proficua - ha concluso -. I bambini non si sentono più minacciati e stanno facendo un buon percorso scolastico”.

L’udienza è stata rinviata al 4 marzo.

CharB.

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