Debutta sabato 23 novembre (alle 20,45) al Teatro Sociale “G. Busca” di Alba l’allestimento di “Madama Butterfly” della Lirica Tamagno per il Circuito Lirico Piemontese, definito dal direttore artistico Giuseppe Raimondo “esempio virtuoso di come la sinergia fra istituzioni pubbliche e private di rilevanza nazionale e regionale, possa determinare importanti risultati”. Ribadendo che “l’opera lirica è tornata finalmente, dopo anni di assenza, nei cartelloni dei principali teatri piemontesi per rimanerci”.
Lo stesso allestimento della Lirica Tamagno sarà replicato venerdì 29 novembre, sempre alle 20,45, al Teatro Milanollo di Savigliano.
Madama Butterfly regala arie indimenticabili, come “Un bel dì vedremo”, dove la protagonista esprime il sogno che la nave torni nel porto e il marito sia di nuovo con lei, ma andrà incontro a un’amara disillusione. Diversi leitmotiv, come già nella Tosca, caratterizzano il percorso drammatico (Puccini lo ha fatto anche nella Tosca): il tema che alla fine contraddistinguerà il momento dell’hara-kiri di Cio-Cio-San si ascolterà, più sommesso, anche al momento del matrimonio, con campanelli giapponesi alternati alle note dell’inno americano.
L’idea della regista Siria Colella per quest’allestimento è stata di aggiungere una sorta di controfigura di Suzuki, silenziosa e garbata ancella di Cio-Cio-San, che in un’atmosfera molto soffusa, con toni pastellati, resterà sempre in scena, raccontando le sue emozioni attraverso gesti misurati ma eloquenti. Sarà la stessa regista a interpretarla e farà da voce narrante all’inizio dello spettacolo: “Puccini, come sappiamo,è sempre molto cinematografico nella narrazione – dice Siria Colella -. A me piace enfatizzare il dramma, affinché le persone possano riconoscere qualcosa di personale all'interno del racconto. E Suzuki, che perderà una persona cara, questa ‘farfalla da uno spillo trafitta’, ci ricorderà momenti che tutti abbiamo attraversato”.
L'idea del maestro Nicolò Jacopo Suppa, che dirigerà l’orchestra Bartolomeo Bruni, è di rendere la scrittura di Puccini più trasparente possibile: “Spesso certe sonorità vengono un po' forzate – dice il direttore -. E questo va a limitare la prestazione dei cantanti, che non possono sfruttare tutte le sfumature che richiede il personaggio in determinati punti. In particolare per quello che riguarda il canto di conversazione, dove vanno evitati tempi troppo lenti. Io privilegerò una certa fluidità. Tanto da dare il giusto risalto, ad esempio, a caratteristiche come l’arroganza di Pinkerton quando canta la sua aria”.