Nel pomeriggio di oggi 12 novembre, presso il Salone d'Onore della Camera di commercio di Cuneo, a pochi giorni dall'inizio di Scrittorincittà, è stato presentato il 2° Focus sulle imprese culturali e creative della provincia di Cuneo, un'analisi sullo stato dell'arte del settore culturale in Italia e, più dettagliatamente, in provincia di Cuneo.
Ne è emerso un quadro positivo ma, soprattutto, in costante miglioramento. Il sistema produttivo culturale e creativo della provincia, nel 2023, ha prodotto un valore aggiunto che sfiora il miliardo di euro, pari, infatti, a 934 milioni. Una cifra pari al 4,3% dell'economia provinciale, percentuale, questa, che ci colloca al 45° posto in Italia. Se ci fermiamo alla cifra, saliamo invece al 26°. Cuneo è la provincia culturalmente più vivace in termini di imprese e di persone occupate, se comparata alle altre aree del Piemonte, Torino esclusa, praticamente irraggiungibile.
Nel corso del convegno, nel quale Alessandro Rinaldi, vicedirettore Istituto Tagliacarne, ha presentato i dati e il report, sono stati tanti gli interventi e le riflessioni su cosa significhi fare cultura e su quali sono i margini di crescita. Tanti, questo è emerso in modo molto chiaro. Perché è necessario superare la frammentazione che caratterizza la nostra provincia. Mancano poi, in comparazione alla provincia di Trento, scelta come area di confronto con Cuneo, eventi internazionali quali il Trento Film Festival o musei di grande richiamo come quello di Scienze Naturali.
Trento, per molti versi simile a Cuneo, a partire dalla popolazione, ha dei numeri, sul fronte della cultura, per ora inarrivabili per la nostra provincia. Tra i dati che maggiormente evidenziano la distanza tra i due territori, emerge quello sul numero di diplomati, laureati o di persone che si formano con continuità. Anche questo aspetto, che vede la Granda nettamente indietro, incide sulla richiesta di cultura e, quindi, sull'offerta.
Tra i settori culturalmente più vivaci, in Granda c'è quello dell'editoria, anche se sta perdendo terreno. E non è un caso che tra gli ospiti che hanno aperto il convegno, con un intervento di grande efficacia e incisività, sia intervenuto Nino Aragno, editore e, soprattutto, Sigillo d'oro per la cultura 2024. Un riconoscimento voluto dal presidente della Camera di Commercio Luca Crosetto e dato ad Aragno, proprio per il suo impegno nella diffusione della cultura. "Un onore per me averlo premiato", ha sottolineato Crosetto.
L'intervento di Aragno è stato da stimolo per l'avvio del confronto tra i vari invitati. E' stato lui a ricordare come viviamo nel paese con il maggior numero di siti Unesco al mondo, ben 60. "L'Italia è una reggia diffusa in cui abbiamo il privilegio di vivere. Siamo una super potenza culturale", ha detto, aggiungendo come la provincia di Cuneo sia spesso scarsamente consapevole di se stessa: "Innovazione ed esportazione sono il modello della nostra terra: questo è già cultura".
Poi i nomi che hanno segnato e continuano a segnare la cultura del territorio: Giovanni Arpino, Beppe Fenoglio o Cesare Pavese; il matematico Giuseppe Peano, stimatissimo da Bertrand Russel; poi Giorgetto Giugiaro, l'architetto Paolo Pejrone. Ha ricordato gli imprenditori innamorati dell'arte, quali il buschese Matteo Viglietta, che in quarant'anni ha collezionato opere di valore inestimabile, aprendo poi un museo privato o la famiglia Ceretto che, con la Cappella del Barolo, ha inaugurato la land art in Italia. Senza contare l'impegno di Confindustria e di Confartigianato nella diffusione della cultura, o quello della Fondazione CRC.
E' seguito l'intervento di Renato Troncon, responsabile scientifico Design Research Lab, Università di Trento e, infine, spazio alla tavola rotonda e al confronto sul perché investire in cultura, con gli interventi dell'assessora del Comune di Cuneo Cristina Clerico, del direttore della Fondazione ARTEA Davide De Luca, di Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo e del direttore della Fondazione Cesare Pavese Pierluigi Vaccaneo.