Partiamo dal dato più fresco, ovvero la segnalazione di nuovi disagi al collegamento ferroviario tra Ceva e Fossano per la mattinata di oggi (martedì 12 novembre): secondo quanto riportato dal gruppo Facebook “TPL in Granda”, infatti, i treni da Savona e Ceva per Torino stanno sperimentando ritardi considerevoli o limitazioni del percorso a causa del ritardo nella conclusione dell’interruzione programmata notturna. Nello specifico, il 3114 delle 5.30 da Savona si è trovato bloccato a Ceva e il 3106 delle 6.50 è stato del tutto soppresso.
Notizie che, purtroppono, non lasciano sorpresi in molti. Soprattutto non i pendolari delle linee che collegano la provincia Granda al resto del Piemonte (o ai territori liguri). Che – come gruppo pendolari Cuneo-Torino – hanno realizzato una lettera in cui riportano tutto il proprio disappunto relativamente ai disservizi che si stanno verificando ormai da mesi sulle tratte ferroviarie della provincia. Una situazione di generale criticità in cui è impossibile – secondo loro – non rilevare come il servizio sia peggiorato in tutta la regione. E come l’utenza sia stanca ed esasperata; una realtà non più accettabile, che rischia di sfociare in una vera e propria rivolta sociale.
"Serve intervento sostanziale, e un servizio efficace ed efficiente"
“I campanelli di allarme ci sono ed è necessario rendersene conto prima dell’inevitabile – si legge nella lettera -. Possiamo capire la necessità dei lavori, la causa di uno sciopero, possiamo capire e accettare tante cose ma, ad esempio, non è accettabile che tale sciopero si prolunghi oltre all’orario stabilito, non sono accettabili la serie di ritardi continui che si verificano sulla nostra rete ferroviaria, non è accettabile che una ditta di trasporti si approfitti impunemente dell’utenza in casi di emergenza”.
“Non sappiamo bene le ragioni di tutto ciò, quasi sicuramente ci sono le responsabilità dei vari organi ed enti competenti che si rimpallano le cause, le colpe, i costi, e quant’altro, sicuramente è una situazione che va migliorata, perché così come è non va bene – proseguono i pendolari -. Per migliorare tale situazione, chiediamo un intervento sostanziale affinché ci si adoperi a fornire un servizio degno, che sia efficace ed efficiente”.
I dati: oltre due settimane di ritardo complessivo sulle linee tra Cuneo e Torino
Particolarmente interessanti risultano essere i dati del monitoraggio che il gruppo pendolari ha realizzato negli ultimi mesi sulle due linee Cuneo-Torino e Torino-Cuneo. Un’analisi di eventi di ritardo e “perdite di tempo” che ha coinvolto le fasce orare dalle 5 alle 10 e dalle 14 alle 20, i soli giorni feriali dal lunedì al venerdì (esclusi eventuali festivi infrasettimanali) e un totale di quasi 60 treni.
Secondo i dati raccolti in totale si registrano, sulle due linee, 22.898 minuti di ritardo (circa 382 ore, cioè circa 16 giorni) e 2.200 eventi di cui 35 cancellazioni e 80 limitazioni. Il treno con più ritardo è il 3137 delle 18.44 con 1.088 minuti e 65 eventi; il record di eventi è stato segnato in ottobre dal 26720: ben diciannove.
Nello specifico delle due linee, la Cuneo-Torino ha visto un ritardo totale di 2.205 minuti (quasi 37 ore, +440 minuti rispetto a settembre), sei cancellazioni e sette limitazioni di percorso. Oltre 200 gli eventi totali, di cui 104 al mattino e 99 al pomeriggio, con un aumento di 40 unità rispetto a settembre. Il treno con più ritardo è stato il 3206 delle 6.54 (con 262 minuti e dieci eventi). In totale, la linea ha realizzato 11.418 minuti di ritardo (ovvero circa 190 ore) dal 15 febbraio alla fine dello scorso settembre.
Brutte notizie – anzi, forse peggiori – per la linea Torino-Cuneo che fa contare un totale di 2.416 minuti di ritardo (circa 40 ore, con un aumento di 496 unità rispetto a settembre), quattro cancellazioni e tredici limitazioni di percorso. Sono state 236 le occasioni di ritardo totali, +36 rispetto a settembre. Il treno con più ritardo è stato il 3107 delle 18.55 con 196 minuti e sedici eventi. In totale, la linea ha fatto registrare 11.319 minuti (188,65 ore), sedici cancellazioni e cinquanta limitazioni dal 15 febbraio alla fine di settembre.
Tutto questo senza contare le linee SFM e RV.
"Traversie naturali e umani condanno il cuneese all'isolamento"
“Non è accettabile la somma di minuti ritardo rilevata a partire da luglio ad oggi, e relative limitazioni e cancellazioni, non è accettabile la condizione della linea Cuneo-Ventimiglia che è al momento l’unico mezzo di spostamento per decine di pendolari, ma che continua per una serie di traversie sia naturali che umane, a pagare un prezzo elevatissimo, condannando i territori, cuneese compreso, ad un isolamento forzato e a dover rinunciare ad un servizio essenziale quale il trasporto, diritto costituzionale peraltro” prosegue ancora la lettera.
“Riteniamo che sia decisamente troppo per un servizio che dovrebbe essere uno dei cardini per la mobilità sostenibile, decisamente troppo per chi deve accollarsi spese supplementari per ovviare a questo servizio pessimo, vedi affitto supplementare o spese di spostamento in auto, o alle spese supplementari per coprire necessità personali di eventuali baby sitter e badanti, decisamente troppo come tempo rubato alla vita personale e lavorativa di ogni pendolare e studente che arriva tardi al lavoro o a scuola, con possibili ricadute sul proprio rendimento, sulla propria carriera, mancando magari ad un esame, o ad un appuntamento di lavoro, o con possibili penali da parte dell’azienda per i continui ritardi – concludono i pendolari -. Decisamente troppo per il costo del biglietto/abbonamento richiesto, aumentato di circa il 20% in tre anni, per un servizio inadeguato, ridotto e peggiorato. Decisamente troppa anche l'esasperazione a cui questo servizio sta portando l'utenza, stufa di tutti i disagi a cui è sottoposta”.