Cinque ciliegi selvatici, uno per ogni persona che perse la vita a Clavesana nella tragica alluvione del 1994.
Sono passati trent'anni, ma il dolore per quelle vite spezzate in paese è ancora tanto. Nessuno ha dimenticato: Giuseppe Borra, Lorenzo Monti, Giuseppe Peisino, Adriano Bonino e Giuseppe Bonino (padre e figlio).
Così oggi, nell'anniversario della grande alluvione che sconvolse il basso Piemonte e la Granda, l'amministrazione comunale ha voluto organizzare una speciale esercitazione di Protezione Civile, che ha coinvolto le scuole locali, contestualmente all'apertura ufficiale del "Giardino del Ricordo".
Dopo una simulazione di emergenza con l’evacuazione dei bambini della scuola primaria dell’infanzia, coordinata dei volontari della Protezione Civile, in piazza don Giovanni Rossi, si è svolto il raggruppamento dei partecipanti con la mostra dei mezzi del coordinamento provinciale della Protezione Civile e la mostra statica dei mezzi in dotazione al 32º Reggimento Guastatori di Fossano.
I bambini hanno così avuto modo di vedere i mezzi da vicino e porre domande sulla strumentazione e sui comportamenti da tenere in caso di emergenza.
Dopo la merenda, presso l’ex oratorio parrocchiale è stato proiettato un documentario con le immagini e le testimonianze di chi ha vissuto quei drammatici giorni, realizzato da Pierfranco Viviano.
Il corteo si è spostato presso l’area riqualificata che ora ospita il "Giardino del ricordo", realizzato grazie al bando distruzione di Fondazione CRC, per il posizionamento delle targhe commemorative.
"In questo luogo dove ci troviamo noi ora - ha detto il sindaco, Bruno Terreno l’acqua era alta 7/8 metri. Dopo l'alluvione era rimasta una casa distrutta, inondata dalla piena. Grazie alla partecipazione al bando distruzione, come avevamo anticipato all'inaugurazione (leggi qui), è stato possibile riqualificare quest'area e ricordare i nostri concittadini. Al centro del giardino c'è una panchina circolare, in modo che chiunque possa sedersi qui, meditare e ricordare".
Il giardino è stato progettato dall'architetto Alessandra Corino, tecnico comunale che spiega: "Le cinque piante messe a dimora sono ciliegi selvatici, simbolo della vita che rinasce con forza ogni primavera. Ogni albero ha una sua targhetta, dedicata a ciascuna delle persone che ha perso la vita in quei drammatici giorni".
Le targhette sono state poste dal sindaco, insieme ai familiari delle vittime e agli alunni delle scuole. Al centro del giardino quella per Giuseppe Bonino, il più giovane, che perse la vita a soli 14 anni.
Nel pomeriggio si è tenuta l’inaugurazione ufficiale dell’ex oratorio parrocchiale, dato in comodato d'uso gratuito al comune, che verrà utilizzato in caso di emergenza per accogliere le persone evacuate.
Nel pomeriggio il sindaco Bruno Terreno ha poi consegnato, alla presenza dell’autorità, l’aratro do 2024 al coordinatore di provinciale di protezione civile Roberto Gagna.
La deposizione del dei fiori presso il cippo davanti al santuario di Madonna della Neve e il tradizionale lancio dei fiori nel Tanaro in ricordo delle vittime dell'alluvione ha concluso le celebrazioni, prima della Santa Messa.