Riceviamo e pubblichiamo la lettera di B.B.D., in risposta all'articolo pubblicato nella giornata di ieri (lunedì 4 novembre), dal titolo “Ho una casa nel vallone di Gilba, per colpa dei cacciatori non posso usarla”.
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Egregio Direttore,
le scrivo in riferimento all’articolo. Lungi da me aprire un dibattito a favore o contro la caccia, opinione mia è rispettare il parere di ognuno (anche se contrario allo sport in questione). Ma la stagione venatoria in Piemonte - regolamentata dal D.G.R. 27 maggio 2024, n. 19-8636/2024/XI - risulta aperta e praticabile per la categoria in questione (ungulati), previo il possesso dei requisiti.
La foto riportata nell'articolo è stata scattata in borgata Barra, frazione del vallone di Gilba dove è consentita la pratica della caccia (non si tratta né di un parco né di una riserva naturale). Come si vede dalla foto ci sono quattro persone vicino a un’autovettura. Non si vedono atteggiamenti venatori che emulano un’assalto imminente soprattutto data la vicinanza alle abitazioni, perché la sicurezza viene prima di tutto, sempre. Evidente é che non sussiste una natura di pericolo e le svariate chiamate alle autorità potrebbero causare all’interessato un procurato allarme (articolo 658 codice penale).
Il transitare/sostare su strade pubbliche non è vietato dalla legge e le persone devono essere libere di percorrerle, indipendente dalla loro religione, provenienza, professione o sport, sempre nel rispetto della legge. Mi sento di tranquillizzare la famiglia del lettore dicendogli che siamo sì dei cacciatori ma non dei guerriglieri dell’Isis da cui scappare o nascondersi.