Attualità - 30 ottobre 2024, 12:53

Dipendenti comunali, i sindacati si appellano al Comune di Cuneo: “L’equilibrio di bilancio non motivi tagli ai servizi o aumenti alle tasse”

CGIL e FP CGIL scrivono denunciando il rischio concreto, ricordando come i contratti nazionali dei dipendenti pubblici siano fermi al dicembre 2021

Il municipio di Cuneo

Il municipio di Cuneo

A fronte di un’inflazione del 17% registrata nel triennio 2022–2024 il Governo propone un aumento del 5,78%: un dipendente del Comune di Cuneo si vedrebbe riconosciuto un aumento medio di 50 euro lordi mensili, in un contesto nel quale ormai da tempo nel pubblico impiego si opera con organici ridotti e carichi di lavoro insostenibili, a cui si risponde con l’aumento della precarietà, praticata anche attraverso la scelta di esternalizzare i servizi a cooperative o ad altre imprese similari per ridurre il più possibile i costi della macchina pubblica”.

Si apre così la lettera inviata da CGIL e FP CGIL, che denuncia il rischio reale di blocco delle assunzioni con la possibile messa in discussione dei servizi erogabili ai cittadini, o in alternativa il possibile aumento della tassazione locale.

“Serve un piano straordinario di assunzioni”

Nella lettera le due sigle sindacali ricordano la manifestazione di Roma del 19 ottobre scorso realizzata assieme alla UIL in difesa del servizio pubblico, e i dipendenti pubblici siano in attesa del rinnovo dei loro contratti di riferimento, scaduti il 31 dicembre 2021.

E’ ormai chiaro che le basse retribuzioni rendono sempre meno attrattivo il lavoro pubblico e si registrano casi in aumento di concorsi pubblici che vanno deserti – si legge ancora nel testo -. Inoltre gli Enti Locali sono alle prese con la gestione del PNRR che impone la necessità di progettazioni rapide ed efficaci: in un contesto di mancanza cronica di personale l’opportunità storica del PNRR rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione persa per il rilancio del territorio”.

Per tali ragioni da tempo chiediamo un piano straordinario di assunzioni, azioni reali di contrasto alla precarietà e lo stanziamento delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti nazionali – prosegue il testo -. E’ una questione di scelte: si può decidere di applicare un’equa politica fiscale nel rispetto del principio di proporzionalità sancito dalla Costituzione, di contrastare realmente, e non a parole l’enorme evasione fiscale italiana o continuare a strizzare l’occhio ai furbetti o alle fasce della popolazione più abbienti, promuovendo nuovi condoni e tassazioni di favore per redditi decisamente elevati e ricercare i soldi mancanti per la manovra di bilancio nei tagli indiscriminati al welfare pubblico che penalizzano le persone più in difficoltà. Risultato: crescono la povertà, le tensioni sociali e la disaffezione per le istituzioni pubbliche”.

E' in questo contesto che ci permettiamo di evidenziare che alcune dichiarazioni rischiano di produrre un sillogismo pericoloso, auspichiamo non voluto, tra il rinnovo dei contratti nazionali dei dipendenti pubblici e la possibile insostenibilità del bilancio comunale a cui rispondere con un taglio dei servizi o con l’aumento della tassazione locale – concludono CGIL e FP CGIL -. Il rinnovo dei contratti nazionali è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici a vedersi riconosciuto un adeguato aumento economico che paghi, almeno in parte, l’impegno quotidiano speso per supplire alle deficienze organizzative di enti locali alle prese con risorse economiche sempre più risicate. Pertanto rivolgiamo un appello all'amministrazione comunale, gli altri comuni e alle loro associazioni a partire da Anci, a sostenere la nostra mobilitazione per contrastare i tagli del Governo e per rivendicare maggiori risorse per il rinnovo dei contratti nazionali”.

comunicato stampa

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