Attualità - 29 ottobre 2024, 09:05

Bra, i Focolari ricordano Chiara Luce Badano: la beata oggi avrebbe compiuto 53 anni

Originaria di Sassello, è morta a diciotto anni e proclamata beata il 25 settembre 2010

In foto la beata Chiara Luce Badano

In foto la beata Chiara Luce Badano

«Vivere ogni attimo nella pienezza di Dio». Della serie testimoni di speranza, oggi avrebbe compiuto 53 anni, Chiara Badano, meglio conosciuta come Chiara Luce, la beata tanto amata da braidesi e savonesi. 

Da Sassello ha origine la giovane ragazza che, morta a diciotto anni per un tumore osseo, è stata successivamente dichiarata venerabile dalla Chiesa cattolica il 3 luglio 2008 e proclamata beata il 25 settembre 2010 da papa Benedetto XVI. 

Non vi è nulla di straordinario o prodigioso nella vita di Chiara Badano. Eppure, in questa ragazza che amava il nuoto, lo sci, la musica e stare con gli amici, Dio è sempre stato presente. Cominciando da quella nascita, che Ruggero e Maria Teresa Badano chiedono a Dio per undici anni e sorprendentemente ottengono il 29 ottobre 1971, a Sassello, nell’entroterra savonese. Chiara è tenace, “fuori dagli schemi” e attenta agli “ultimi”. Nel 1981, a nove anni, partecipa al “Familyfest”, un grande raduno dei focolari. 

È una rivelazione: «Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce - scrive a Chiara Lubich - ora voglio fare di questo libro l’unico scopo della mia vita!». Molto presto però, Chiara sperimenta anche la sofferenza. Soprattutto quando, nonostante gli sforzi, per un incomprensione con una professoressa, deve ripetere il primo anno di liceo. Per la prima volta, Chiara deve affidare a Dio non solo le gioie, ma anche i dolori. Scrive a un’amica: «Subito non riuscivo a dare questo dolore a Gesù. C’è voluto un po’ di tempo per riprendermi un pochino». 

A diciassette anni, durante una partita a tennis, un dolore lancinante alla spalla porta alla tragica scoperta: si tratta di un tumore tra i più spietati, l’osteosarcoma. Un verdetto difficile da accettare. Quando rincasa dopo le prime terapie, Maria Teresa la attende: «Chiara, com’è andata?». Ma lei, senza guardarla e gettandosi sul letto, rimane a lungo in preda a una grande lotta interiore. Solo dopo venticinque lunghissimi minuti, col suo sorriso di sempre dirà: «Mamma, ora puoi parlare!». Chiara ha detto il suo sì a Dio, e da allora non si è più voltata indietro. «Per te Gesù. Se lo vuoi tu, lo voglio anch’io!». 

Le cure si fanno dolorose, ma l’offerta è sempre decisa. Chiara, poi, non perde occasione per amare. «All’inizio abbiamo l’impressione di andarla a trovare per sostenerla - racconta un suo amico - ma ben presto ci accorgiamo che entrando nella sua stanza ci sentiamo proiettati nella splendida avventura dell’amore di Dio. Eppure Chiara non dice frasi straordinarie, non scrive pagine e pagine di diario. Semplicemente ama». Più il male progredisce, più l’esperienza di Chiara si fa intensa. Arriva a rifiutare la morfina, perché «Toglie la lucidità e io posso offrire a Gesù solo il dolore. M’è rimasto solo questo». 

Chiara Lubich la segue passo passo. «Il tuo volto così luminoso - le scrive - dice il tuo amore per Gesù. Non temere, Chiara, di dargli il tuo amore, momento per momento. Egli te ne darà la forza, stanne certa! “Chiara Luce” è il nome che ho scelto per te; ti piace?». Infine, il 7 ottobre 1990 la ‘partenza’. Un ultimo sorriso a Ruggero e poi un saluto per Maria Teresa: «Mamma, sii felice, perché io lo sono!». 

Al funerale partecipa una folla immensa e, come lei aveva chiesto, Chiara viene sepolta con un abito bianco, “come una sposa che va da Gesù”. 

«I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene!», aveva esclamato Chiara Luce Badano poco prima di morire. 

Quei 25mila giovani presenti, il 25 settembre 2010, alla sua beatificazione, dimostrano quanto, con la sua vita, Chiara Luce abbia testimoniato un modello di santità che tutti possono vivere! 

Silvia Gullino

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