Economia - 15 ottobre 2024, 07:38

Piemonte in grande agitazione: aumentano le aziende che aprono, ma anche quelle che chiudono dopo 9 mesi del 2024

Nel corso del terzo trimestre dell'anno si allarga la forbice tra le iscrizioni e le cessazioni rispetto allo stesso periodo del 2023

Al termine del terzo trimestre le imprese piemontesi crescono, ma non di molto

Al termine del terzo trimestre le imprese piemontesi crescono, ma non di molto

Il Piemonte scruta l'orizzonte per capire come evolverà la situazione economica. Ma intanto si ritrova in una condizione di grade agitazione, stretto tra due flussi opposti e quasi di pari forza: quello che porta all'apertura di nuove imprese e quello che, sempre dopo il terzo trimestre del 2024, vede aumentare anche i casi di chiusura. Lo dice l'ultima rilevazione di Unioncamere Piemonte.

Più aperture, ma anche più chiusure

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, infatti, si contano 4.434 nuove realtà imprenditoriali che, nel periodo luglio-settembre 2024, si sono iscritte ai registri imprese territoriali, 217 in più rispetto al dato dello stesso trimestre del 2023 (+5,1%). Ma aumenta anche la numerosità delle imprese che, nello stesso periodo, hanno invece cessato la propria attività: 3.841, 90 unità in più nel confronto annuale (+2,4%). Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita debolmente positivo (+0,14%), di poco superiore rispetto a quello registrato nel III trimestre del 2023 (+0,11%), ma peggiore di quello messo a segno, tra luglio e settembre 2024, dal tessuto imprenditoriale a livello complessivo nazionale (+0,26%).
Il saldo tra i due flussi è, dunque, positivo per 593 unità, in miglioramento rispetto a quello registrato nel periodo luglio-settembre 2023 (+466 unità). Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2024 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 421.020 realtà imprenditoriali, il 7,1% delle imprese nazionali. 

"Tiene, ma non decolla"

Tiene ma non decolla il tessuto imprenditoriale piemontese. Nonostante una spiccata resilienza delle nostre imprese non si registra uno scatto in avanti, frutto di politiche e strategie in grado di attrarre nuova imprenditorialità. È necessario continuare a lavorare per migliorare questi risultati e per rafforzare la competitività delle nostre imprese anche sui mercati globali. In questo contesto, le istituzioni sono chiamate a un ruolo sempre più attivo, offrendo alle imprese gli strumenti e il supporto necessari per affrontare le sfide del futuro", commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.

Torino in media regionale

Il dato piemontese sintetizza dinamiche territoriali divergenti tra loro. Le province di Asti (+0,33%) e Biella(+0,27%) registrano uno sviluppo delle rispettive basi imprenditoriali prossimo ai tre decimi di punto percentuale; appaiono migliori della media regionale anche i risultati concretizzati da Cuneo (+0,24%), Alessandria (+0,21%) e Novara (+0,19%). Il saldo tra aperture e chiusure di imprese è positivo, seppur di poco, anche nei territori di Torino (+0,08%) e Vercelli (+0,05%), mentre nel Verbano C.O. (-0,05%) la numerosità di aziende che hanno cessato la propria attività è superiore alle nuove iscrizioni.

Trainano i servizi

Scendendo nel dettaglio settoriale, le attività dei servizi diversi dal commercio e turismo hanno registrato la performance migliore (altri servizi; +0,50%, frutto soprattutto dello sviluppo delle attività professionali, scientifiche e tecniche e di quelle artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento), seguite dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+0,42%) e dal comparto edile (+0,37%); lo stock delle imprese che a fine settembre 2024 svolge la propria attività nel settori dell’industria in senso stretto (+0,03%) è risultato sostanzialmente invariato, mentre flettono le basi imprenditoriali del commercio (-0,08%) e dell’agricoltura(-0,14%).

Massimiliano Sciullo

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