Politica - 13 ottobre 2024, 10:00

Enrico Costa, d’intesa con Cirio, si rimette al timone del centrodestra cuneese

Il parlamentare, lasciati Azione e Calenda al loro destino per ritornare in Forza Italia, ha convocato per lunedì amici e sostenitori a Mondovì

Enrico Costa con Gilberto Pichetto Fratin e Franco Graglia (immagine d'archivio)

Enrico Costa con Gilberto Pichetto Fratin e Franco Graglia (immagine d'archivio)

Anche da Mondovì, dove pure i rapporti non sono mai stati tra i più cordiali, Fratelli d’Italia e Lega gli hanno manifestato un caloroso bentornato.

Venerdì poi c’è stata la gran rentrèe a Cherasco dove era presente tutto lo stato maggiore piemontese di Forza Italia, compresi tre ministri di cui uno, Antonio Tajani, segretario nazionale del partito.

Chi pensava che il ritorno di Enrico Costa alla casa madre avrebbe suscitato perplessità si deve ricredere.

Semmai qualche mugugno c’è stato, è stato repentinamente soffocato e ora il deputato monregalese, lasciato Calenda al suo destino, si appresta a tornare tra gli azzurri e non certo per ricoprire un ruolo di comparsata.

Se anche da Fratelli d’Italia si sbracciano per riaccoglierlo (vedremo nelle settimane a venire con quanta sincerità), è evidente che il suo ritorno viene visto come un ricompattamento nelle fila del centrodestra, quasi una sorta di riedizione della mitica stagione del Popolo delle Libertà.

E dopo aver raccolto gli abbracci, compresi quelli dei più ostici “Fratelli” monregalesi, a Costa non restava che spiegare ai suoi il perché dell’uscita da Azione e come intenda declinare da qui in poi il “modello Cirio”.

È stato infatti lui il maieuta della Lista Cirio alle regionali, che ha portato allo strepitoso successo elettorale del neo assessore buschese Marco Gallo.

Una spiegazione a cose fatte, visto che fino al giorno prima erano in pochi a essere a conoscenza delle sue mosse.

Lo farà lunedì sera all’albergo dell’Academia di Mondovì dove sono stati convocati gli amici di sempre e buona parte dei “pattisti civici”.

In questa occasione esporrà le ragioni che lo hanno indotto a mollare Calenda ma, soprattutto, quali sono gli intendimenti per il centrodestra cuneese.

Guai a evocare la parola “corrente”- in Forza Italia il termine è bandito – anche se il gruppo “costiano”, come hanno dimostrato gli ultimi appuntamenti elettorali sia quelli di primo grado (regionali) che di secondo (provinciali),  appare destinato ad acquisire le leve del comando azzurro.

Superfluo ribadire in totale sintonia con Cirio.

Andranno dunque rivisti gli equilibri nel centrodestra perché se è vero che Fratelli d’Italia ha il 30% di consensi nella Granda, è altrettanto vero che il triumvirato Cirio-Costa-Robaldo – se aggiungiamo l’assessore Gallo diventa quadrumvirato - rappresenta un asse di potere mica da ridere.

Si aprono dunque nuovi scenari politico-amministrativi da Mondovì alla Provincia.

C’è chi si spinge a ipotizzare che il “modello Cirio” e il “Patto Civico”, in una prospettiva di medio termine, possano arrivare a interessare lo stesso municipio di Cuneo.

Giampaolo Testa

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