Cronaca - 10 ottobre 2024, 16:59

Pandorogate, la Balocco al Codacons: "Anche per la Corte d'Appello le pretese risarcitorie sono infondate"

Il decreto del tribunale dell'Impresa di Torino ripreso in toto dai giudici di secondo grado, che hanno rigettato le richieste di risarcimento dall'associazione dei consumatori e confermato la pratica commerciale scorretta. L'industria fossanese: "Proveremo la correttezza dell'azienda"

Immagine di repertorio

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Quella del pandoro "Pink Christmas" fu sì una pratica commerciale scorretta, ma la Balocco Spa, di quel milione e mezzo chiesto dal Codacons come risarcimento, (cifra data dalla somma di denaro pari alla differenza tra il costo del pandoro griffato e il pandoro classico moltiplicato per la quantità̀ dei pezzi venduti, 250.000 circa) non deve versare nulla.

Era stata questa, in sostanza, la decisione della prima sezione del Tribunale Civile di Torino, specializzata in materia di Impresa, con cui l’aprile scorso ha accolto parzialmente il ricorso presentato dal Codacons (e altre associazioni come Adusbef e Assourt) contro la Balocco Spa di Fossano con cui si è chiesto ai giudici di “accertare e dichiarare la responsabilità della società per pratica commerciale scorretta” per l’operazione vendita del pandoro "Pink Christmas”.

A ribadirlo è stata la Corte d’Appello di Torno, di fronte alla quale i legali della Balocco hanno impugnato il decreto con cui i giudici di primo grado, oltre ad aver riconosciuto che “quei messaggi diffusi al pubblico - si legge - hanno fornito una rappresentazione scorretta dell’iniziativa benefica” avevano cassato in toto le pretese risarcitorie delle associazioni, adducendo che le misure idonee a eliminare o ridurre gli effetti delle violazioni accertate non mirerebbero a ripristinare una situazione preesistente (come ad esempio il ritiro dal commercio di un prodotto), ma conseguirebbero un risultato proiettato in avanti, ossia la soddisfazione dell’intento che aveva indotto i consumatori all’acquisto del pandoro, cioè la contribuzione alla raccolta fondi.

Dunque, nulla di nuovo: il decreto della Corte di Appello ha confermato, almeno di fatto, quanto deciso in primo grado.

Azzardando ad un'ipotesi, si potrebbe dire che le motivazioni che hanno portato i giudici di secondo grado a stabilire che la pubblicità ingannevole c'è stata ma il risarcimento non è dovuto, siano le stesse di quelle addotte dai giudici di merito: "Come correttamente ritenuto dal Tribunale - scrive il giudice d'Appello- anche la rilevante differenza di prezzo del “Pandoro Pink Christmas” rispetto al pandoro Balocco di equivalente composizione e peso, ha contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza, pur tenendo conto dei costi per l’uso del marchio di Chiara Ferragni, per fornire un packaging peculiare, uno zucchero a velo rosa, uno stencil in cartoncino”.

Sul punto, come scritto nel comunicato che riceviamo e pubblichiamo, “il collegio di difesa di Balocco Spa - composto dagli avvocati Alessandra Bono e Alberto Improda -, prendendo atto del nuovo decreto, frutto di un’istruttoria sommaria e parziale che ricalca pedissequamente il contenuto della decisione dell’AGCM, già impugnata da Balocco davanti al Tribunale Regionale del Lazio, precisa che non si tratta di una nuova condanna, ma della conferma del decreto già emesso dal Tribunale di Torino lo scorso 23 aprile, che aveva integralmente rigettato le richieste inibitorie e risarcitorie di Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi. Le associazioni dei consumatori hanno poi riproposto le medesime richieste dinanzi alla Corte d’Appello di Torino mediante reclamo incidentale che è stato rigettato in toto, in quanto inammissibile.

La Corte d’Appello ha altresì confermato che il provvedimento reso non ha natura di giudicato; pertanto, Balocco si riserva di richiederne la revoca o la modifica, alla luce dei futuri sviluppi presso le altre sedi competenti. Sul tema del prezzo del pandoro Pink Christmas brandizzato Chiara Ferragni e della presunta ingannevolezza della comunicazione, il collegio di difesa di Balocco Spa confida di provare nelle sedi competenti, attraverso evidenze a supporto, la correttezza dell’operato dell’azienda e l’infondatezza di ogni pregiudizio economico nei confronti dei consumatori".

CharB.

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