Viabilità - 04 ottobre 2024, 17:51

Ponti di Cardè e Pollenzo, impossibile rispettare le scadenze: a rischio oltre 20 milioni di risorse

I due ponti dovrebbero andare a gara entro la fine del 2024, come imposto dal Decreto Ponti, ma non sarà possibile. Il presidente della Provincia Robaldo chiederà una proroga al Governo, tramite la Regione, nella sua veste di presidente facente funzione dell'Unione delle Province italiane, tutte in grande difficoltà nel rispetto delle scadenze

Il ponte a Cardè

Il ponte a Cardè

Partirà lunedì 7 ottobre la lettera indirizzata al Governo con la quale il presidente della Provincia Luca Robaldo, tramite la Regione Piemonte, chiederà una proroga ai termini fissati dal Decreto Ponti 2019. Lo farà per la Granda e per tutte le province d'Italia, in qualità di presidente facente funzioni dell'ente che le rappresenta, l'Unione Province italiane.

Tutte in grande ritardo rispetto ai termini, con il rischio di perdere le importanti risorse a disposizione.

Per la nostra provincia, il Decreto aveva destinato al Cuneese 45 milioni di euro: 22 per la costruzione di due nuovi ponti e 23 per la messa in sicurezza di altri 6.

I ponti di nuova costruzione sono quello di Cardè (18 milioni) e il ponte Mulino di Monchiero sul fiume Tanaro (4 milioni).

I ponti destinatari di risorse per la messa in sicurezza sono: il Viadotto Soleri sul fiume Stura Demonte a Cuneo (11 milioni), il ponte a Pollenzo sul fiume Tanaro (3 milioni), il ponte a Baraccone di Neive sul fiume Tanaro (3,2 milioni), il ponte in ferro del Ciadel sul torrente Gesso nel Comune di Borgo San Dalmazzo (2 milioni), il ponte Ghigliani a Clavesana (poco più di 3 milioni) ed, infine, il ponte sulle Rocche Montaldo a Montaldo Roero (1 milione).

Il ponte di ferro del Ciadel è stato inaugurato la scorsa settimana, restituito alla sua piena funzionalità in una veste rispettosa anche del valore storico del manufatto. Il presidente della Provincia Luca Robaldo, con l'occasione, aveva fatto un bilancio dello stato dell'arte degli altri ponti finanziati e, in particolare, sulla necessità di chiedere una proroga per quelli di Cardè e Pollenzo.

Per non perdere i finanziamenti, dovrebbero, infatti, andare a gara entro il 2024. Cosa impossibile, stanti le difficoltà finanziarie e tecniche emerse.

Per Cardè, perdere quei 18 milioni significherebbe dire addio ad un progetto che il Comune non può farsi scappare, perché atteso da oltre 20 anni. Prevede un viadotto di 440 metri, con sette campate da 50 e 80 metri. Una circonvallazione dell’abitato che risolverebbe il problema del traffico veicolare in paese e potenzierebbe l’asse Saluzzo-Torino, anche in caso di piena del Po.

Il costo dell'opera ha fatto un balzo importante: il finanziamento è di 18 milioni ma ne servono 25, allo stato attuale. Che non ci sono. "Stiamo rivedendo alcune parti della progettazione - spiega il presidente Robaldo - perché ci sono due arcate in più da realizzare, inizialmente non previste. E stiamo cercando nuove risorse. Chiederemo una proroga dei termini come Unione delle Province, perché non è solo la Granda a non riuscire a rispettare le scadenze. Il problema è generale, in Piemonte e nel resto d'Italia".

Difficoltà e necessità di chiedere una proroga anche per il ponte sul Tanaro a Pollenzo, da cui passa, tra l'altro, tutto il traffico proveniente dal Braidese in direzione dell'ospedale di Verduno.

Un'opera, quindi, assolutamente strategica per il territorio.

"Qui il problema non sono i soldi, perché il ponte è interamente finanziato per 6,5 milioni di euro. I problemi riguardano la parte progettuale, molto complessa. Il Tanaro è un fiume molto profondo, tra i sei e gli otto metri. Per la messa in sicurezza, bisognerebbe lavorare in secca, prima su un pilastro e poi sull'altro. Ma come fare in caso di pioggia o di piena? Bisognerebbe smantallare il cantiere, con complicazioni, tempi e costi che si moltiplicherebbero. Stiamo lavorando con l'Agenzia Interregionale per il fiume Po, che sovrintende anche tutti gli affluenti. Altre soluzioni ce ne potrebbero essere, ma con un importante aggravio dei costi. Impossibile, stanti queste difficoltà tecniche da sciogliere, riuscire a rispettare i tempi", sottolinea ancora Robaldo.

Buone notizie, invece, per i ponti di Monchiero e di Clavesana sul Tanaro, il primo crollato nel 2010 e mai più ricostruito, il secondo necessitante di importanti interventi di messa in sicurezza strutturale al fine della riapertura al traffico, attualmente vietata. "Siamo in dirittura d'arrivo. Manca l'ultimo step e poi andremo a gara".

Barbara Simonelli

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