Attualità - 02 ottobre 2024, 17:37

Chi interverrà sulle ambulanze in Piemonte? Continua, ai tavoli della Regione, il braccio di ferro tra medici e infermieri

Sono in corso le audizioni con vari soggetti. L'ex assessore Icardi: "Undici regioni hanno già disciplinato la materia. Deve farlo anche il Piemonte". La procedura doveva entrare in vigore il 1° ottobre, ma è stata sospesa

Immagine di repertorio

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La Commissione Sanità, presieduta da Luigi Icardi, ex assessore regionale proprio in questo ambito, tra l'altro, nei giorni scorsi ha svolto una serie di audizioni per approfondire il tema degli algoritmi per il personale infermieristico che opera sulle ambulanze.

Una procedura che esiste già in altre regioni e che era previsto diventasse operativa anche in Piemonte dal 1° di ottobre 2024. Ma i medici, attraverso i loro Ordini, si sono messi di traverso, costringendo la Regione ad un dietrofront e, soprattutto, a nuovi confronti con medici e infermieri.

Questi algoritmi prevedono che gli infermieri mettano in pratica delle precise procedure d'intervento e nei fatti, sostituiscano i medici stessi.

Una necessità che risponde principalmente alla carenza di personale nell'ambito della medicina d'urgenza e del 118, in particolare nella nostra provincia, dove la situazione sfiora il disastro: ne mancano 2 su 3.

Icardi in apertura di audizione, presenti gli Ordini dei medici e delle Professioni infermieristiche, ha ricordato che è necessario "trovare un accordo e una soluzione, dal momento che undici regioni hanno già disciplinato la materia e il Piemonte, con la Valle d’Aosta, è la sola del nord Italia a non averlo ancora fatto”.

Accordo che al momento sembra molto lontano.

Il presidente dell’Ordine dei medici di Novara Federico D’Andrea, intervenuto con i presidenti degli Ordini di Asti Claudio Lucia, di Alessandria Antonello Santoro e di Cuneo Giuseppe Guerra, ha evidenziato che il problema non è tanto legato agli algoritmi o agli infermieri, con i quali c’è collaborazione, quanto al ruolo del medico e delle sue responsabilità nell’ambito dell’emergenza.

“Il medico che non vede e che non visita personalmente il paziente – ha spiegato – non può prescrivere una terapia adeguata perché non lo consentono né la deontologia né le leggi dello Stato. Non si può pensare, inoltre, che farmaci che non possono essere somministrati da parte dei medici di medicina generale ma solo da specialisti, possano esserlo dal personale infermieristico”.

“Un’alternativa percorribile per risolvere in parte la scarsità di medici – ha aggiunto – potrebbe essere incentivare l’utilizzo dell’auto medica per far fronte a quel 7-8% di interventi da codice rosso cui va garantita la presenza del medico”.

Il presidente dell’Ordine degli infermieri di Torino Ivan Bufalo, intervenuto con i presidenti di Novara e Verbania Paola Sanvito, di Alessandria Giovanni Chilin, di Cuneo Remo Galaverna e di Vercelli Giulio Zella, ha esordito sgombrando il campo dal pregiudizio che “gli infermieri abbiano posizioni corporative o di protezionismo da difendere, perché la loro presenza sulle ambulanze non è in discussione”.

“Gli algoritmi – ha aggiunto – servono a mettere in sicurezza il lavoro degli infermieri sulle ambulanze senza medico a fianco, a infondere sicurezza e qualità nell’intervento fornito al cittadino e a uniformare le pratiche sul territorio”.

“I problemi – ha aggiunto – riguardano la residua responsabilità dei medici rispetto all’applicazione dell’algoritmo, anche se il Dpr che nel 1992 ha istituito il Sistema di emergenza sanitaria 118 dice chiaramente che l’infermiere può essere autorizzato a somministrare i farmaci per via endovenosa in caso di pericolo di vita sulla base di protocolli clinici stabiliti e validati dal direttore medico responsabile”.

Andrea Andreucci, presidente nazionale della società scientifica degli infermieri italiani d’emergenza (Siiet) ha sostenuto che “quella dell’infermiere è ormai una professione indipendente che non ha bisogno di supervisione ed è riconosciuta come figura in grado, se dotato di strumenti operativi, di gestire il 97% delle richieste di soccorso che arrivano al 118”.

“Tutte le proposte di legge in materia depositate in Parlamento – ha aggiunto – prevedono l’uso dell’algoritmo del 118, una risorsa cruciale che aumenta le possibilità di sopravvivenza dei pazienti”.

Il presidente nazionale della Società scientifica italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu) Fabio De Iaco ha invece evidenziato come “l’intesa tra medico e infermiere debba essere assoluta. È scorretto affermare: ‘Non abbiamo abbastanza medici, allora usiamo gli infermieri’, in quanto questi ultimi sono specializzati in emergenza e urgenza”.

Barbara Simonelli

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