Attualità - 13 settembre 2024, 07:02

Nocciole, per il Piemonte è un anno nerissimo. "Occorre una task force per capirne le cause"

Nicoletta Ponchione, responsabile di Aspocor e del Consorzio di tutela Nocciole Piemonte Igp, delinea una stagione da dimenticare. "Tante concause nel disastro, ma anche fenomeni difficili da spiegare. Siamo lontanissimi dai 18 quintali per ettaro, la produzione abituale"

Nocciole, per il Piemonte è un anno nerissimo. "Occorre una task force per capirne le cause"

Nocciole, per il Piemonte è un anno nerissimo. "Occorre una task force per capirne le cause"

Poche certezze e negative, agricoltori in difficoltà e un quadro confuso sulle cause. Si prospetta una stagione da dimenticare per le nocciole piemontesi. Nicoletta Ponchione, responsabile di Aspocor e del Consorzio di tutela Nocciole Piemonte Igp, non usa giri di parole per descrivere la situazione.

Cosa ci dobbiamo aspettare per la stagione delle nocciole?

"Purtroppo una conferma di quello che è stato detto nei giorni scorsi, ovvero che la produzione in Piemonte è molto minore rispetto agli anni scorsi. La media per ettaro è veramente bassa, in alcune zone siamo attorno a un quintale per giornata piemontese (quasi 0,38 ettari ndr), in altre arriviamo a 2,5 quintali. Ma si stanno comunque  ancora concludendo le operazioni di raccolta che si erano dovute fermare a causa delle precipitazioni dei giorni scorsi".

Vi siete fatti un'idea delle cause?

"Capire cosa è successo rappresenta una bella sfida e dovremmo mettere in campo tutte le conoscenze del Piemonte, e oserei dire anche fuori dalla regione, per creare una task force. Qualcuno dice che è stata la tempesta perfetta, nel senso che ci sono state una serie di concause che hanno  provocato questa situazione tanto impattante. Non è solo localizzata in una zona, ma è generalizzata in Piemonte. Poi ci sono alcune macro aree che hanno prodotto di più, 6-8 quintali ogni ettaro, ma siamo comunque a un terzo di quella che dovrebbe essere la normalità, 18-20 quintali. Numeri da cui siamo lontani anni luce".

Cerchiamo di entrare nel concreto dei motivi.

"Bisognerebbe avere la sfera di cristallo, di certo la nocciola Piemonte Igp ha bisogno di freddo. In Langa, come in tutto il Piemonte non è stato un inverno normale, ma mite. Saremo andati sotto zero a malapena una decina di volte. Poi la qualità è quella che è perché le cimici e altri ospiti come balanini si accaniscono con quello che c'è e se già avevamo una quantità bassa, la situazione è peggiorata".

Prematuro parlare di prezzi.

"In nessuna parte d'Italia è uscito un listino ufficiale: noi avevamo dato delle indicazioni, ma poi ci siamo resi conto che è un momento molto complicato per fare dalle valutazioni. Ci fosse una qualità standard per fare dei ragionamenti, ma sappiamo solo che è un anno da dimenticare".

Chiederete aiuto alla Regione?

"Quando avremo i dati alla mano, ci confronteremo anche con le altre organizzazioni e cercheremo di capire con la Regione come intervenire. Anche se ci risulta difficile ipotizzare qualcosa, la coperta è sempre corta. Gli agricoltori sono in difficoltà pur avendo lavorato bene e avendo seguito le indicazioni dei propri tecnici, sfatiamo anche questo mito che i lavoratori abbiano operato male. La nocciola è una coltura che è sotto il cielo e risente di tutto ciò che succede. La tremenda grandinata dell'anno scorso in Langa avrà ripercussioni per diversi anni. Avranno inciso sicuramente l'inverno atipico e le piogge, bisognerà capire l'influenza di funghi e batteri, ma non possiamo non considerare un altro aspetto importante".

Ovvero?

"La presenza dell'avariato sulle nocciole, ancora prima delle piogge. La nocciola non si è rovinata perché cadendo è rimasta a contatto con l'umidità del terreno e l'ha assorbita. Era già avariata prima. Con gli enti di ricerca e i tecnici dobbiamo capire cosa sia successo".

 

Daniele Vaira

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